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Sabato, 20 Aprile 2024
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Variante Omicron, l'esperta: "Sintomi lievi e nessun caso grave"

"I dati definitivi non sono ancora disponibili ma quello che sappiamo ci fa ben sperare", dice Anna Teresa Palamara, responsabile del dipartimento malattie infettive dell'Iss. Ma "non è questo il momento di abbassare la guardia"

Sappiamo ancora poco della variante Omicron. Gli esperti sono al lavoro e ci vorrà ancora del tempo prima di poter avere risposte certe. "Al momento i casi che si sono registrati sembrano per lo più caratterizzati da sintomi lievi, ma per ora non disponiamo di elementi tali da fare previsioni sulla sua patogenicità. Tutti i virus tendono ad adattarsi al loro ospite, ma non possiamo sapere quando questo avverrà, serve tempo e studio per capire”, ha detto in una intervista a La Stampa Anna Teresa Palamara, capo del dipartimento malattie infettive dell'Iss che sta studiando la nuova variante.

"Con la variante Omicron casi per lo più asintomatici o forme non gravi di malattia"

"Nei nostri laboratori - ha spiegato - stiamo attivamente cercando di studiare la variante. Per saperne di più occorreranno ancora settimane. I dati sudafricani che abbiamo potuto esaminare ci dicono che la sua trasmissibilità è oggettivamente più alta. Questo probabilmente è in relazione al fatto che le mutazioni si concentrano in modo particolare sul sito della proteina spike che si lega al recettore presente sulla membrana della cellula rendendo più efficiente l'infezione”. Tuttavia, ha aggiunto Palamara, “questo però significa solo che il virus è più trasmissibile, non ci dice nulla sulla sua aggressività. I dati definitivi non sono ancora disponibili ma quello che sappiamo ci fa ben sperare. Anche le informazioni che ci arrivano dal Sudafrica convergono nel dire che i contagiati da Omicron sono per lo più asintomatici o con forme non gravi di malattia".

"È nella logica dei virus tendere mano a mano ad aumentare la loro capacità di trasmissione, attenuando la loro patogenicità. Perché è nel loro interesse salvare l'organismo nel quale vivono e replicano. Ma non è questo il momento di abbassare la guardia, perché tutti i ceppi circolanti di SARS-CoV-2sono in grado di arrivare ai recettori dell'apparato respiratorio profondo e di molte cellule dell'organismo, generando forme gravi e anche letali di malattia”, ha affermato Palamara.

Per quanto riguarda i vaccini, progettati contro il virus originario, questi “si sono dimostrati efficaci contro tutte le varianti e per ora nulla fa pensare che non sia così anche per Omicron. Sappiamo che dopo un certo arco di tempo la loro efficacia rispetto al rischio di contagio tende a diminuire. Ma ci proteggono ancora in percentuali alte dal pericolo di andare incontro a forme gravi di malattia. Questo deve darci tranquillità, spingerci a vaccinarci e fare il booster". Per Palamara, la scelta del governo italiano di anticipare la somministrazione della tera dose dopo cinque mesi anziché sei è “ragionevole”, considerato che “attualmente tutti i dati a nostra disposizione ci dicono che la risposta immunitaria generata dai vaccini resta alta almeno fino a sei mesi. In alcune persone anche oltre".

Oms: variante omicron, fragili o non vaccinati rimandino viaggi

Ovviamente è importante rispettare le regole per evitare la diffusione del contagio. L'Organizzazione mondiale della Sanità ha messo un bollettino sui viaggi all’estero, ricordando ai viaggiatori di “rimanere vigili” sui sintomi di Covid-19, "vaccinarsi" quando arriva il proprio turno, "aderire alle misure di salute pubblica e sociali in ogni momento e indipendentemente dallo stato di vaccinazione, utilizzando le mascherine in modo appropriato, rispettando il distanziamento fisico" ed "evitando spazi affollati e poco ventilati".

Le persone "fragili" che sono a "rischio di sviluppare malattie gravi e morire, comprese le persone di età pari o superiore a 60 anni o quelle con comorbidità" e le persone che "non sono state completamente vaccinate" dovrebbero comunque "posticipare" eventuali viaggi nelle zone di trasmissione della variante omicron del Covid, è la raccomandazione dell'Oms.

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