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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Coronavirus, la nuova variante scoperta in Vietnam: "Un mix tra l'indiana e l'inglese"

A confermare la notizia è stato ministro della Salute del vietnamita, Nguyen Thanh Long: "Ha come caratteristica principale quella di diffondersi rapidamente attraverso l'aria e di essere molto più trasmissibile rispetto alle precedenti"

Mentre sono ancora in corso gli studi sulle varianti del Covid 19 scoperte fino ad ora, dal Vietnam arriva la notizia di un nuovo ceppo del coronavirus che sarebbe stato individuato dagli scienziati vietnamiti: la nuova variante combina le caratteristiche di quella indiana e di quella inglese.

Covid 19, nuova variante scoperta in Vietnam

La conferma è arrivata dal ministro della Salute del Vietnam, Nguyen Thanh Long, che hai media locali ha spiegato: "La nuova variante è un mix tra quella indiana e quella britannica, ha come caratteristica principale quella di diffondersi rapidamente attraverso l'aria e di essere molto più trasmissibile rispetto alle precedenti".

''In modo più specifico - ha aggiubnto il ministro - si tratta della variante indiana con mutazioni che originariamente appartenevano alla variante del Regno Unito".  Il Paese del sud-est asiatico ha registrato finora 6.396 casi di coronavirus e 47 morti per complicanze. La nuova variante sarebbe all'origine della rapida diffusione del Covid-19 dalla fine di aprile, quando 3.600 persone sono state contagiate in 31 delle 63 città.

Nuova variante, Pregliasco: "Non è una bella cosa"

"Non è una bella cosa" l'identificazione, annunciata dalle autorità sanitarie del Vietnam, di una nuova variante di Sars-CoV-2 con caratteristiche di 'ibrido' fra il mutante inglese e quello indiano. Non lo nasconde Fabrizio Pregliasco, virologo dell'università Statale di Milano, che tuttavia ricorda come sia "un destino quello di dover far fronte a varianti" del coronavirus pandemico. Questa variante 'mix', riflette l'esperto, "getta qualche ombra anche rispetto a quanto stiamo osservando in Inghilterra, una velocità di risalita della curva". Per ora però niente allarmismo: "Al momento questa variante è importante averla individuata, avere acquisito la capacità". Il fatto che il patogeno responsabile di Covid-19 continui a presentarsi in forme sempre nuove, secondo il virologo "ci deve dire solo una cosa: proseguiamo su questa autostrada che speriamo sia diretta verso una nuova normalità, premendo 'a tavoletta' sull'acceleratore delle vaccinazioni, ma controllando la velocità nelle riaperture. Progressione e gradualità".

Bassetti: "Non sarà l'ultima, stop terrorismo"

"Le varianti ci saranno sempre. Più le cerchiamo, più le troveremo". La nuova variante del Vietnam che appare come un mix tra quella indiana e quella britannica "non è la prima né sarà l'ultima. Dobbiamo continuare con quello che stiamo facendo. Abbiamo vaccini che funzionano bene anche con le varianti e dobbiamo vigilare attentamente. Si tratta di mutanti che arrivano dall'estero, ma non c'è niente di diverso che dobbiamo fare. È anche ora di finirla che ogni volta che si trova una variante da una parte recondita del mondo diventa la prima notizia. Sembra un continuo al lupo, al lupo. Ma così poi la gente finisce per non ascoltare". È la visione di Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova e componente dell'Unità di crisi Covid-19 della Liguria.

"È giusto vigilare - dice l'esperto - Ma questi argomenti devono tornare a essere scientifici e trattati da esperti. E' ora di finirla con i discorsi da bar, come se si parlasse di squadre di calcio e le varianti fossero i calciatori che arrivano dall'estero. E' ora di finirla con il terrorismo delle varianti. Anche perché ogni volta che lo abbiamo fatto ci siamo sbagliati. E anche su questa nuova variante, quindi, eviterei di farlo". Bisogna invece avere "buonsenso, anche nelle regole che si danno, e ne ho visto poco finora. Gli scienziati scendano dalla luna e vengano sulla terra. Se si dice che al ristorante tra un boccone e l'altro si deve mettere la mascherina - osserva l'infettivologo - il rischio è che nessuno le rispetti, queste regole. Invece bisogna fare prescrizioni che possono essere rispettate e seguite. Bisognerebbe azzerare tutto e ripartire con un sistema semplice di regole. O rischiamo di aggrovigliarci su noi stessi e di diventare il Paese che uscirà più tardi dalla pandemia. Quindi, usciamo dalle logiche dei decreti, obblighi e divieti e puntiamo a consapevolizzare la gente. Dobbiamo capire che questa è una nuova fase".

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