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Giovedì, 28 Marzo 2024
La pandemia

Cos'è questa storia della variante Xe del coronavirus

La mutazione è stata scoperta nel Regno Unito il 19 gennaio scorso e da allora sono stati segnalati circa 600 casi. Potrebbe essere il 10% più contagiosa di Omicron 2, ma "il dato richiede un'ulteriore conferma": per ora non è il caso di allarmarsi

C'è una nuova variante di cui dobbiamo preoccuparci? La mutazione Xe di Sars-CoV-2 è stata rilevata per la prima volta nel Regno Unito il 19 gennaio scorso, e da allora sono oltre 600 le sequenze segnalate e confermate" come corrispondenti al nuovo mutante. Le prime stime indicano" per questa 'variante mix' (si tratta di una mutazione ricombinante di Omicron 1 e Omicron 2) un possibile "vantaggio del tasso di crescita di circa il 10% rispetto a BA.2, ma questo dato richiede un'ulteriore conferma". Lo spiega l'Organizzazione mondiale della sanità, nell'ultimo aggiornamento diffuso sull'andamento globale di Covid-19.

Benché si ipotizzi dunque un 10% in più di contagiosità per Xe rispetto a Omicron 2, l'Oms precisa che, finché non verranno riportate "significative differenze nella trasmissibilità" del mutante "e nelle caratteristiche della malattia" che provoca, "inclusa la gravità", Xe verrà considerata una variante appartenente alla 'famiglia' Omicron. Al momento non si conoscono dati sulla patogenicità del nuovo ceppo, né sappiamo se sarà in grado di scalzare Omicron. Per questo gli esperti invitano alla cautela e a non farsi prendere dall'allarmismo. L'agenzia delle Nazioni Unite per la sanità ha fatto sapere che continuerà a monitorare questa e altre mutazioni del coronavirus pandemico. 

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