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Venerdì, 29 Marzo 2024
L'analisi

Varianti, ora c'è anche la Epsilon: la mappa dell'Iss regione per regione

Il report sull’indagine rapida condotta dall’Iss e dal Ministero della Salute insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler sulle varianti del coronavirus in Italia. La rivista Science: la variante Epilson nell’elenco di quelle sotto maggiore osservazione

Non c’è solo la variante Delta a destare preoccupazioni. Tra le Voc (Variante oc concerne), ossia le mutazioni del virus più sotto osservazione, c’è anche la cosiddetta variante Epilson, identificata in California e al momento ancora poco diffusa in Europa. Una ricerca pubblicata su Science e guidata da Matthew McCallum, dell'Università di Washington a Seattle, indica che questa variante ha sulla proteina Spike tre mutazioni che la rendono resistente agli anticorpi. Secondo la banca dati internazionale Gisaid, che raccoglie le sequenze genetiche dei virus, i casi rilevati in Italia solo solo due. Lo studio vuole sottolineare l'importanza del sequenziamento come una delle armi più importanti per contrastare la circolazione del virus.

La variante Epsilon rilevata per la prima volta in California

I dati indicano che, con le sue tre mutazioni, la variante Epsilon è resistente sia agli anticorpi generati dai vaccini a Rna messaggero sia a quelli generati dall'infezione da virus SarsCoV2. Le osservazioni pubblicate si basano sull'analisi del plasma prelevato da 15 persone vaccinate con due dosi di Moderna, da 33 vaccinate con due dosi di Pfizer-BioNtech e da 9 che avevano avuto l'infezione da SarsCoV2. La variante Epsilon è stata segnalata all’inizio del 2021 in California, a maggio era diffusa in altri 34 Paesi e secondo la banda dati Gisaid relativi alle ultime quattro settimane è ormai presente in 44 Paesi, dagli Stati Uniti alla Corea del Sud, all'India e al Giappone. In Europa sono stati rilevati casi in Danimarca (37 casi), Germania (10), Irlanda e Francia (7), Olanda e Spagna (5), Svizzera (4), Norvegia (3), Svezia, Finlandia e Italia (2), Belgio (1).

Varianti in Italia, l’indagine dell’Iss

Secondo le stime della nuova indagine rapida condotta dall’Iss e dal Ministero della Salute insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler, in Italia al 22 giugno scorso la prevalenza della variante Alfa (B.1.1.7) di SARS-CoV-2 era del 57,8%, in calo rispetto all’88,1% del 18 maggio, con valori oscillanti tra le singole regioni tra il 16,7% e il 100%. Alla stessa data, la variante cosiddetta Gamma (P.1) aveva una prevalenza pari a 11,8% (con un range tra 0 e 37,5%, mentre nella precedente indagine era al 7,3%). La cosiddetta variante Delta (B.1.617.2) aveva una prevalenza pari al 22,7% ed è stata identificata in 16 Regioni/PA, con un range tra lo 0 e il 70,6%. 

"La crescita della prevalenza della variante Delta è un dato atteso, che deve essere monitorato con grande attenzione", ha affermato il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro, commentando la nuova indagine rapida sulle varianti di Sars CoV-2. "È fondamentale continuare il tracciamento sistematico dei casi per individuare i focolai, che in questo momento è reso possibile dalla bassa incidenza, e completare il più velocemente possibile il ciclo vaccinale, dal momento che, come confermato anche ieri dall’Ema, questo garantisce la migliore protezione", ha aggiunto. 

Dove si trova la variante Delta in Italia

Di seguito le percentuali di prevalenza della variante Delta nelle 16 regioni o province autonome in cui è stata rintracciata:

  • Abruzzo 56,3%,
  • Calabria 30%
  • Campania 29,5%
  • Emilia-Romagna 23, 2%
  • Friuli Venezia Giulia 70,6%
  • Lazio 34,9%
  • Liguria 33,3%
  • Lombardia 38.2%
  • Marche 44,4%
  • Bolzano 60%
  • Piemonte 5%
  • Puglia 16,2%
  • Sardegna 66,7%
  • Sicilia 2,9%
  • Toscana 7%
  • Veneto 11,1%
     

varianti coronavirus report iss 2 luglio 2021-2

La situazione in Italia

Secondo il report, "nel contesto italiano, in cui la campagna di vaccinazione non ha ancora raggiunto coperture sufficienti in tutte le fasce di età, la diffusione di varianti a maggiore trasmissibilità può avere un impatto rilevante". Questo perché “mentre la variante Alfa (B.1.1.7), se pur ancora predominante, vede diminuita la sua stima di prevalenza a livello nazionale, dall’indagine si evince che la variante Gamma (P.1 e suoi sottolignaggi) ha una prevalenza in leggero aumento rispetto alla precedente indagine e che la variante Delta (B.1.167.2) è in aumento”. Gli studiosi che hanno redatto il report avvertono che, rispetto a questo dato, c’è da considerare che “la prevalenza potrebbe essere sovrastimata a causa della presenza di numerosi focolai (che vengono identificati e quindi indagati in maniera più estesa) nelle varie Regioni/PPAA Italiane”. Nell’attuale scenario europeo e nazionale si rende “necessario” pertanto “continuare a monitorare con grande attenzione, in coerenza con le raccomandazioni nazionali ed internazionali e con le indicazioni ministeriali, la diffusione delle varianti di SARS-CoV-2 ed in particolare di quelle a maggiore trasmissibilità o con mutazioni correlate a potenziale evasione della risposta immunitaria”. Il report chiarisce inoltre che “al fine di contenerne ed attenuarne l’impatto, è importante mantenere l’incidenza a valori che permettano il sistematico tracciamento della maggior parte dei casi positivi e il sequenziamento massivo di SARS-CoV-2 per individuare precocemente e controllare l’evoluzione di varianti genetiche nel nostro Paese”. 

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