Varianti e test rapidi: cosa cambia dopo la nuova circolare del Ministero della Salute
Il documento porta la firma dei direttori generali del Ministero della Salute Giovanni Rezza e Achille Iachino: "Si è osservata un'evoluzione dei test, nonché un cambiamento nella situazione epidemiologica, che non possono non essere prese in considerazione"
Test rapidi e varianti del coronavirus, è cambiato qualcosa? "Le nuove varianti, dalla cosiddetta variante UK alla variante brasiliana, che presentano diverse mutazioni nella proteina spike (S), non dovrebbero in teoria causare problemi ai test antigenici, in quanto questi rilevano la proteina N. E' da tenere però presente che anche per la proteina N stanno emergendo mutazioni che devono essere attentamente monitorate per valutare la possibile influenza sui test antigenici che la usino come bersaglio".E' quel che scrivono i direttori generali del Ministero della Salute Giovanni Rezza (Prevenzione Sanitaria) e Achille Iachino (Dispositivi medici e del servizio farmaceutico) in una circolare per l'"Aggiornamento sull'uso dei test antigenici e molecolari per la rilevazione di SARS-CoV-2".
Aggiornamento sull'uso dei test antigenici e molecolari per la rilevazione di SARS-CoV-2
Nelle ultime settimane, ricordano, "si è osservata un'evoluzione dei test, nonché un cambiamento nella situazione epidemiologica dovuta alla circolazione di nuove varianti virali, che non possono non essere prese in considerazione".
"Data la sensibilità analitica non ottimale di diversi test antigenici attualmente disponibili - si spiega ancora - è consigliabile confermare la negatività di test antigenici eseguiti su pazienti sintomatici o con link epidemiologico con casi confermati di COVID-19. Questa necessità è rafforzata dalla possibile circolazione di varianti virali con mutazioni a carico della proteina N, che è il principale antigene target utilizzato in questo tipo di test".
"Test antigenici in caso di assenza di test molecolari"
La circolare "ribadisce comunque che, in caso di mancata pronta disponibilità di test molecolari, o in condizioni d'urgenza determinate dalla necessità di prendere decisioni di sanità pubblica in tempi rapidi, si può ricorrere per la conferma a test antigenici, quali appunto i test antigenici non rapidi (di laboratorio), i test antigenici rapidi con lettura in fluorescenza e quelli basati su microfluidica con lettura in fluorescenza, che rispondano alle caratteristiche di sensibilità e specificità minime".
"È comunque fondamentale seguire con attenzione il progredire delle conoscenze e delle evidenze scientifiche disponibili per adattare nel prossimo futuro le modalità di utilizzo dei test antigenici per la rilevazione di SARS-CoV-2 nei campioni clinici", concludono i direttori generali.
Positivi asintomatici e screening di popolazione: meglio test antigenici ad elevata sensibilità
Per l’esecuzione di test su persone asintomatiche, e in genere per gli screening di popolazione, si ribadisce, come già raccomandato nella precedente circolare, la raccomandazione di usare il più possibile test antigenici ad elevata sensibilità e specificità (sensibilità ≥90%, specificità ≥97%), per ridurre il rischio di risultati falsi-negativi ma anche di falsi-positivi.
Per questo motivo. nell’ambito del counseling post- test, il medico deve ribadire la necessità di mantenere comportamenti prudenti anche in caso di risultato negativo, mentre in caso di risultato positivo deve considerare la plausibilità di tale risultato nel contesto del singolo caso, e l’eventuale ricorso ad un test di conferma. Massima cautela.