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Giovedì, 28 Marzo 2024
Violenza sulle donne / Italia

Il virus trasversale della violenza sociale sulle donne: da Guendalina Tavassi alla maestra licenziata, nessuna è immune

Dal caso della 18enne abusata da Genovese a quello dell'ex gieffina passando per la maestra di Torino. Siamo sicuri, come società, di riuscire a reggere l'effetto di questa rabbia?

Non importa che tu sia ricca e famosa o “ricattabile” sotto il profilo lavorativo. Non importa che tu sia adolescente o matura. Se sei donna il virus della violenza sociale prima o poi arriva ed è pronto a distruggerti la vita. Tre casi di cronaca, a distanza di pochi giorni, ci hanno ricordato di cosa sia capace la nostra società contro le donne. Un mix di violenza quotidiana, psicologica o fisica che sia, che forse solo le donne possono sopportare. Come nel caso della 18enne abusata per ore dall'imprenditore Alberto Genovese. Drogata a ripetizione per evitare che riprendesse conoscenza. Fuori alla porta della stanza degli orrori un buttafuori per evitare che qualcuno disturbasse. Ore e ore di violenza che non si sono fermate lì. No. Perché dopo la violenza fisica è arrivata quella sociale. Quella più cruenta. Migliaia di commenti non richiesti di persone che l'hanno accusata di essersela cercata. Firme di quotidiani nazionali capaci di dire che è stata ingenua a frequentare un cocainomane e che le feste non vanno frequentate alla sua età.

La maestra di Torino licenziata

Oppure il caso della maestra di Torino licenziata dopo che suoi video privati erano stati diffusi in gruppi Whatsapp. Anche in questo caso la ghigliottina del pensare comune ha colpito ancora. I video sono arrivati anche ai genitori dei suoi alunni e poi alla preside dell'istituto che ha pensato bene di licenziarla. Non denunciare chi aveva diffuso i video ma di toglierle il lavoro. D'accordo con i genitori dei bambini secondo cui chi fa “quelle cose” non doveva occuparsi dei loro piccoli. E poi ancora una volta la gogna pubblica con fior fior di commentatori d'accordo con i genitori sul fatto che fosse disdicevole che un'educatrice faccia sesso. Non che qualcuno abbia diffuso i suoi video privati.

I video di Guendalina Tavassi 

Fino ad arrivare al caso di Guendalina Tavassi. Sì perché non basta essere famosi e avere milioni di fan. Anzi. La gogna si moltiplica a dismisura, di bacheca in bacheca. “Perché fa dei video con il marito? Ce l'ha a casa tutti i giorni. Servivano ad altro” il commento più comune. Niente da fare. Dal virus della violenza sociale sulle donne nessuna può ritenersi immune. La domanda è: fino a dove siamo disposti a spingerci? Siamo veramente convinti come società di riuscire a reggere l'impatto mortifero di tanta violenza? Siamo disposti a tollerare che nelle nostre case, subita o perpetrata, ci sia costantemente violenza sulle nostre madri, figlie, donne? Ma soprattutto siamo sicuri di essere migliori di Genovese? Ne farei una questione di sopravvivenza della nostra quotidianità. Ma come potremo continuare così senza andare a schiantarci. Senza pagare costi sociali ancora più alti di quelli che già paghiamo. Se continuiamo così esploderemo, tutti, come società, e gli effetti saranno incalcolabili.

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