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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Violenza sessuale, la Cassazione: “Se il colpevole non risarcisce la vittima lo faccia lo Stato”

Una sentenza “che farà giurisprudenza”, quella sul caso di una donna rapita e stuprata nel 2005: i suoi aguzzini si erano resi latitanti

Nel 2005 una donna torinese di origini romene era stata vittima di una violenza sessuale, dopo essere stata rapita e portata in un un edificio in periferia dove era stata stuprata per tutta la notte. Dopo la condanna penale degli imputati, due cittadini romeni, la donna non era riuscita ad avere da loro alcun risarcimento nel processo civile in quanto i due si erano resi latitanti. La Cassazione ha adesso riconosciuto alla donna il diritto ad essere indennizata dallo Stato. 

La Terza sezione civile della Cassazione ha condannato oggi la presidenza del Consiglio a risarcire la donna, in maniera equa ed adeguata rispetto alla sofferenza patita, per aver dato attuazione con ritardo a una direttiva comunitaria - la 2004/80 - che impone agli Stati di corrispondere appunto un indennizzo “equo e adeguato” alle vittime di reati violenti e intenzionali qualora i colpevoli siano ignoti, irreperibili o incipienti. Siccome l’Italia non aveva recepito tale direttiva, la questione era finita davanti ai giudici comunitari su richiesta della stessa Cassazione, che aveva chiesto “lumi” sulla possibilità di ottenere lo stesso risarcimento dallo Stato per le vittime non “risarcite”. 

Lo Stato italiano quindi è responsabile per la tardiva applicazione della direttiva 2004/80 e la Cassazione ha riconosciuto ''come sussistente il diritto al risarcimento del danno'' da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri in favore della vittima. 

“È una sentenza di assoluta importanza ai fini del riconoscimento della responsabilità dello Stato italiano per la mancata attuazione della direttiva europea”, ha detto all’Adnkronos l'avvocato Marco Bona, difensore della donna insieme con gli avvocati Umberto Oliva e Francesco Bracciani - Ci sono moltissime cause pendenti in tutta Italia e questa sentenza farà giurisprudenza”. 

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