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Venerdì, 19 Aprile 2024
I nuovi dati

Se quasi 12mila donne vanno in ospedale per botte

L'Italia ha un grosso problema di violenza di genere e a confermalo sono i risultati dell'ultimo report dell'Istat sugli accessi ai pronto soccorso e sui ricoveri ordinari

Sono 11.771 le donne che nel 2021 hanno effettuato un accesso al pronto soccorso dopo aver subito una violenza. È uno dei tristi risultati del nuovo report dell'Istat in collaborazione con il ministero della Salute. L'indagine si riferisce al quinquennio 2017-2021 e confronta i dati del periodo pre-pandemico con quello pandemico. La ricerca non riguarda solo le donne, ma prende in considerazione anche gli accessi da parte degli uomini. I risultati dimostrano come le donne siano ancora le principali vittime di violenza di genere e confermano una tendenza che è in costante aumento da anni. 

Aumento degli accessi ai pronto soccorso

Nel 2021 sono 11.771 le donne che hanno effettuato un accesso al pronto soccorso dopo aver subito violenza, per un totale di 12.780 accessi complessivi. L'incidenza degli accessi è di circa diciotto ogni diecimila: il dato è in aumento dal 2017, quando su ogni diecimila residenti si avevano appena quattordici accessi, oggi sono colpite quattro donne in più. L'unico rallentamento di questa tendenza generale lo si ha avuto durante il periodo pandemico, dove molte persone hanno dovuto convivere con i responsabili della violenza e arrangiarsi con le cure domestiche per via dell'emergenza sanitaria che impediva il normale accesso alle strutture ospedaliere. 

Dati Istat sugli ingressi ai pronto soccorso-2

Chi sono le persone più colpite

L'analisi dell'Istat traccia un profilo degli individui più colpiti da episodi di violenza. In particolar modo, unendo i risultati in base all'età, alla provenienza e al sesso, i soggetti più colpiti da episodi di violenza e che si sono recati maggiormente ai pronto soccorso sono le giovani donne straniere di età compresa dai 18 ai 34 anni. Ogni 10mila accessi, sono 39,2 le donne straniere e solo 16,5 quelle italiane. Seguono le donne adulte straniere, dai 35 ai 49 anni. Il fenomeno colpisce di più questa fascia socio demografica forse per via delle condizioni di vita difficili a causa della difficoltà di integrazione in un paese che non è quello di origine. Spesso, anche il fattore della concezione e sensibilità religiosa può agire come movente nello scatenare una violenza. 

Dati Istat sull'età e il sesso-2

Anche nei ricoveri, così come per gli accessi agli ospedali, le giovani donne straniere risultano più a rischio di altre. Secondo i dati Istat, la quota di donne trai 18 e 35 anni nei ricoveri ospedalieri dopo aver subito violenza si attesta a oltre il 40 percento, la più alta rispetto a tutte le altre fasce d'età. Ciò conferma il trend negativo per quella fascia di popolazione che spesso si compone di studentesse o giovani lavoratrici. In generale, poi, le donne ricoverate per violenza hanno più spesso ricoveri ripetuti rispetto agli uomini. 

Il responsabile della violenza è spesso nel contesto familiare

Il responsabile dell'abuso del ricovero ospedaliero o della corsa all'ospedale è indicato soltanto nel 10,8 per cento dei ricoveri ordinari nelle donne e nel 3,4 per cento dei ricoveri degli uomini. Il dato è più o meno stabile lungo tutto il periodo analizzato. Tra il 2020 e il 2021 viene riportato come esecutore il padre o il patrigno nel 2,8 per cento dei casi, ma - se viene considerato anche un partner, un consorte o un altro parente - il dato sale al 5,2 per cento. Il risultato è stato confrontato dall'Istat con i dati delle telefonate al numero anti-violenza e stalking "1552" e i risultati sono stati coerenti con le richieste di aiuto. Il risultato dimostra come siano per la maggioranza gli uomini a perpetrare violenza di genere. Un aumento del tasso di indicazione del responsabile della violenza può essere considerato un buon risultato delle campagne di sensibilizzazione sul tema, ma il numero rimane comunque basso.

Anche i motivi del ricovero ospedaliero sono molto diversi in base al sesso: negli uomini, la quasi totalità si riconduce a lesioni inflitte da altre persone in contesti di reati come rapine o omicidi. Per le donne - invece -  sono frequenti maltrattamenti e violenze di adulte o bambine all'interno della coppia o della famiglia per motivi legati al genere. In tutto il periodo analizzato, i disturbi più frequenti che si sono registrati negli accessi ai pronto soccorso sono stati traumatismi, avvelenamenti e disturbi mentali. La violenza si consuma per la maggior parte delle volte attraverso le botte e le concussioni, le ferite superficiali multiple e in diverse parti del corpo. 

Per i disturbi mentali, invece, gli accessi agli ospedali e i ricoveri sono riconducibili a disturbi di ansia, disturbi dissociativi e disturbi cronici di tristezza e depressione. Dato notevole è una somiglianza dei comportamenti delle minorenni e delle donne di mezza età trai 50 e i 64 anni per quanto riguarda l'abuso di alcol o droghe in risposta a violenze psicologiche o fisiche. 

Un quadro preoccupante

L'aggiornamento del rapporto Istat traccia un quadro preoccupante in materia di violenza di genere e segna un aumento degli episodi di questo crimine nel nostro paese. A pagarne più di tutte sono le giovani donne straniere. Il Covid e il lockdown forzato spesso possono aver aumentato le tensioni nelle abitazioni private che sono poi degenerate in vere e proprie risse. Se a ciò ci si unisce una difficoltà di accesso alle cure mediche d'emergenza data dalla pandemia, spesso chi ha subito violenza ha poi dovuto continuare a convivere con il proprio assalitore. I risultati Istat confermano ancora quanta strada ci sia da fare per sradicare un comportamento estremamente nocivo che fatica a scomparire. Formazione alle nuove generazioni e informazione continua su questo tema sono le due strade principiali che possono portare a invertire una tendenza ogni anno sempre più preoccupante.

Testo integrale della ricerca

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