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Giovedì, 25 Aprile 2024
Verso i nuovi colori

Zona arancione: le regioni che rischiano la "retrocessione" dalla zona gialla con il monitoraggio del 14 maggio

La mappa odierna vede quasi tutte le Regioni in zona gialla. Ma quali sono le regioni che in teoria rischiano seriamente una "retrocessione" dal 17 maggio con il prossimo monitoraggio dell'Iss di metà mese? E' presto per trarre conclusioni, ma si può già ipotizzare qualcosa. Sardegna certa del giallo tra sette giorni

E' un'Italia quasi tutta gialla quella di lunedì 10 maggio. Nuova mappa di colori con regole e misure differenziate per spostamenti, bar e ristoranti "operativa" da qualche ora. La mappa odierna vede quasi tutte le Regioni in zona gialla, in zona arancione si trovano solo tre territori mentre nessuna Regione è in zona rossa (e nessuna ha parametri da zona rossa, fortunatamente, nemmeno in prospettiva). Oggi entrano in vigore tutte le nuove ordinanze per contenere la diffusione del coronavirus firmate dal ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della cabina di regia del 7 maggio. La prima ordinanza classifica in area arancione la Val d'Aosta, la seconda rinnova la zona arancione per la Sicilia e la terza porta in zona gialla Basilicata, Calabria e Puglia. 

La ripartizione delle Regioni e Province Autonome nelle diverse aree in base ai livelli di rischio a partire da oggi è la seguente: in zona rossa nessuna Regione e Provincia autonoma, in zona arancione Valle d’Aosta, Sicilia e Sardegna, in zona gialla il resto del Paese. Resta il coprifuoco dalle 22 alle 5 in tutte le Regioni, a prescindere dal colore. Ma quali sono le regioni che in teoria rischiano seriamente una "retrocessione" con il prossimo monitoraggio dell'Iss di metà mese? E' presto per trarre conclusioni, ma si può già ipotizzare qualcosa.

Zona gialla e zona arancione: oggi è ancora decisivo l'Rt

Le Regioni intanto chiedono di rivedere i parametri per decidere misure e restrizioni anti Covid. ''La prima cosa che deve essere superata oggi credo sia l'indice Rt, quando c'è una incidenza bassa il rischio è che pochi contagi in più facciano schizzare l'Rt - ha sottolineato il presidente della Conferenza delle Regioni e del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga - C'è un tavolo tecnico che sta lavorando per rivedere i parametri e confido in quel lavoro. Secondo me un indice da tenere in considerazione è l'Rt ospedaliero, un indicatore che può dare un segnale reale e non una visione distorta. I parametri vanno adeguati alla situazione contingente del Paese''.

Perché le regioni vogliono abbandonare l'indice Rt e come funziona il sistema a colori

''Superare l'Rt? Come comitato tecnico scientifico noi su questo ci siamo comunque già espressi il mese scorso - ha detto Fabio Ciciliano, segretario nel primo Cts e ora membro del Comitato tecnico scientifico varato dal governo Draghi in rappresentanza del Dipartimento della Protezione civile - Abbiamo suggerito di calcolare l'Rt sui ricoveri nei reparti di degenza Covid e nelle terapie intensive per due ordini di motivi: primo perché in questa maniera i dati sarebbero più recenti e raccolti più rapidamente e secondo perché così si potrebbe valutare l'impatto della pandemia sui sistemi sanitari regionali, risentendo meno delle fluttuazioni determinate dal numero dei tamponi positivi''. ''L'indice Rt calcolato con questa modalità acquisirebbe maggiore significato con l'incremento del numero dei cittadini vaccinati e avremmo quindi la contemporanea registrazione dei casi gravi - ha spiegato Ciciliano - In questo momento quello che ci interessa non sono tanto i numeri dei contagi, che ovviamente sono importanti, ma in una proiezione estiva l'obiettivo è che le terapie intensive e i reparti Covid si svuotino per restare stabilmente sotto la soglia critica''.

Zona arancione: le regioni che rischiano con il monitoraggio del 14 maggio

Al momento le regioni che hanno un Rt vicino all'1 nel limite inferiore sono Alto Adige (0.96), Campania (0.92), Veneto (0.92), Liguria (0.91), Lombardia (0.9). L'Emilia Romagna è a 0.89. C'è da considerare anche il rischio "complessivo" che è calcolato sulla base di altri 21 parametri. In base a questo ragionamento più complessivo e non basato su singoli parametri, 6 regioni sono a rischio "moderato" (Lombardia, Molise, Marche, Puglia,Toscana e Calabria con quest'ultima "ad alta probabilità di progessione"). Tutte le altre sono a rischio "basso". La Calabria quindi è quella che rischia di più sotto questo profilo ma ha anche un Rt basso a 0.74. Chiariamolo una volta per tutte quindi: una regiona può restare in giallo se l'Rt è sopra uno, basta ad esempio che il rischio resti "basso".

L'indice Rt è sì vicino ai valori soglia ma in calo in Puglia (0,91) e Toscana (0,88). Ancora differente il caso Campania: la scorsa settimana registrava un Rt superiore a 1, ora è sceso ma ancora vicino alla soglia che fa scattare l'allerta. Venerdì mattina il monitoraggio darà ulteriori indicazioni, anche se nel corso dei prossimi giorni il quadro dovrebbe già chiarirsi in parte. Pressoché certo il passaggio in zona gialla della Sardegna da lunedì 17 maggio: è quasi scontato. E' difficile pensare a una retrocessione già dal 17 maggio. Ma è stato lo stesso Draghi a ribadire che il sistema della divisione in zone a colori resta in vigore: e tale sistema, che è fatto di automatismi, prevede passaggi tra le varie fasce restrittive in entrambe le direzioni. Probabilmente ancora per qualche settimana il rischio arancione esisterà. 

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Il coprifuoco slitterà o sarà cancellato (non c'è ancora una data)

Il confronto politico si concentra sul coprifuoco e altre riaperture. Lo spostamento del coprifuoco dalle 22, nell'Italia quasi tutta in zona gialla, potrebbe avvenire nel giro di "7-10-15 giorni" ha detto Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute. "Probabilmente nelle prossime settimane anche il coprifuoco potrebbe essere spostato in avanti: non è una mia decisione, deve esserci una valutazione scientifica. I numeri potrebbero consentirlo tra 7-10-15 giorni, quando è stata varata la norma ci trovavamo nel pieno della terza ondata", ha ricordato Sileri.

Sulle riaperture nel settore del wedding e dello sport è intervenuta la ministra per gli Affari regionali e le autonomie, Mariastella Gelmini. "Moltissimi futuri sposi e operatori del wedding mi hanno scritto e io li rassicuro: il governo ci sta lavorando e sulla base dell'andamento dei contagi presto daremo una data per la ripresa perché i matrimoni hanno bisogno di una programmazione. E lo stesso vale per lo sport - ha detto Gelmini - Già in settimana ci saranno cabine di regia con il Cts per dare date a questi settori". "C'è l'emergenza sanitaria - ha aggiunto - ma anche quella economica e presto arriverà il decreto Sostegni 2 con 40 miliardi a supporto delle categorie colpite".

Nessuna regione italiana rischia più la zona rossa (Rt a 1.25 nel limite inferiore oppure incidenza settimanale dei casi superiore a 250) in questa fase.

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