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Mercoledì, 24 Aprile 2024
I nuovi provvedimenti

Zona arancione per Campania, Emilia-Romagna e Molise. Lombardia e Lazio rimangono in area gialla

L'ordinanza del ministro Speranza sarà in vigore da domenica 21 febbraio. L'indice Rt risale secondo l'ultimo monitoraggio dell'Istituto superiore di sanità. Ecco i territori che cambiano colore

Zona arancione per Molise, Campania ed Emilia-Romagna, con regole e misure più restrittive: c'è la conferma con l'ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza in vigore da domenica 21 febbraio, alla luce delle ultime valutazioni della cabina di regia e del Comitato tecnico scientifico sull'evoluzione dell'epidemia di coronavirus in Italia. Nessuna regione in zona rossa, anche se alcune ordinanze locali restrittive rimangono in vigore ad esempio a Perugia in Umbria.

La Lombardia resta in zona gialla, così come il Lazio. "La Lombardia resta gialla", ha annunciato su Facebook Attilio Fontana. Il presidente della regione ha poi aggiunto che "siamo intervenuti con limitazioni localizzate per contenere meglio, tracciare e isolare i piccoli focolai. Azioni mirate a mantenere la Lombardia il più possibile libera da restrizioni. Serve massima attenzione da parte di tutti. Serve che arrivino vaccini". In base a questa ordinanza del 19 febbraio (valida da domenica 21) quindi abbiamo:

  • in zona gialla: Calabria, Basilicata, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Valle d’Aosta, Veneto;
  • in zona arancione: Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Liguria, Molise, Toscana, provincia autonoma di Bolzano, provincia autonoma di Trento, Umbria;
  • in zona rossa: nessuna regione;
  • in zona bianca: nessuna regione.

Zona arancione per Campania, Emilia-Romagna e Molise

A preoccupare per la diffusione del virus nel Paese è la presenza ormai accertata delle varianti, sulle quali è cominciata l'indagine dell'Istituto superiore di sanità. A livello locale si sta cercando di contenere la diffusione con zone rosse circoscritte. Nelle zone rosse locali sono chiusi negozi, scuole e locali pubblici per ridurre al minimo necessario gli spostamenti. Attualmente in zona rossa ci sono la provincia di Perugia e alcuni comuni del Ternano, in Umbria. In Lombardia, i lockdown mirati riguardano i comuni di Bollate, Castrezzato, Mede e Viggiù. Zona rossa anche in Abruzzo nelle province di Pescara e Chieti.

Cosa cambia da zona gialla ad arancione e le regole per evitare una multa

Ma cosa cambia da zona gialla ad arancione per gli spostamenti, i negozi, i ristoranti e le visite a parenti e amici? Cosa si può fare e cosa no e quali sono le regole da rispettare per evitare una multa? Facciamo chiarezza, cominciando col dire che in tutte le aree di rischio è in vigore il coprifuoco dalle 22 alle 5: chi esce in queste ore senza un valido motivo di necessità, lavoro o salute rischia una sanzione da 400 a mille euro.

Nessuna differenza tra zona gialla e arancione anche riguardo agli spostamenti fuori dalla regione: il divieto è in vigore fino al 25 febbraio per tutte le aree di rischio. Si può uscire dalla regione solo per il rientro al luogo di residenza, domicilio e abitazione e nei casi previsti dal modulo di autocertificazione (salute, comprovate esigenze lavorative, necessità). Per quanto riguarda le seconde case fuori regione, il governo ha ammesso la possibilità di rientro a coloro che possono dimostrare un titolo valido anteriore al 14 gennaio 2021.

Ristoranti, negozi, supermercati aperti o chiusi?

Le differenze principali tra zona gialla e zona arancione riguardano la libertà di spostamento entro i confini regionali (in zona gialla sono consentiti senza autocertificazione) e l'apertura di ristoranti, bar, trattorie, pizzerie, gelaterie e pasticcerie. Questi esercizi commerciali sono aperti al pubblico in zona gialla fino alle ore 18 e sono chiusi in zona arancione, salvo per asporto e consegna a domicilio. Nelle regioni in zona arancione è sempre vietato consumare cibi e bevande all'interno dei ristoranti e delle altre attività di ristorazione (compresi bar, pasticcerie, gelaterie etc.) e nelle loro adiacenze. Dalle 5.00 alle 22.00 è consentita la vendita con asporto di cibi e bevande, come segue:

  • dalle 5.00 alle 18.00, senza restrizioni;
  • dalle 18.00 alle 22.00, è vietata ai soggetti che svolgono come attività prevalente quella di bar senza cucina (e altri esercizi simili - codice ATECO 56.3) o commercio al dettaglio di bevande (codice ATECO 47.25).

La consegna a domicilio è consentita senza limiti di orario, ma deve comunque avvenire nel rispetto delle norme sul confezionamento e sulla consegna dei prodotti. È consentita, senza limiti di orario, anche la consumazione di cibi e bevande all’interno degli alberghi e delle altre attività ricettive, per i soli clienti ivi alloggiati. Nelle aree o negli orari in cui è sospeso il consumo di cibi e bevande all’interno dei locali, l'ingresso e la permanenza negli stessi da parte dei clienti sono consentiti esclusivamente per il tempo strettamente necessario ad acquistare i prodotti per asporto e sempre nel rispetto delle misure di prevenzione del contagio. Non sono comunque consentiti gli assembramenti né il consumo in prossimità dei locali.

Supermercati e negozi al dettaglio di generi alimentari, librerie, cartolerie, tabacchi, ferramenta, negozi di abbigliamento per adulti e bambini, di informatica, articoli per la casa, l'igiene e il giardinaggio sono aperti sia in zona gialla che arancione. I centri commerciali chiudono nel weekend e nei festivi, ad eccezione di supermercati, farmacie e parafarmacie e tabacchi presenti al loro interno.

Aperti in zona gialla e arancione saloni di parrucchiere, barbiere e centri estetici senza nessuna differenza. In zona gialla si può fare sport o semplice attività motoria (come le passeggiate a passo svelto) all'interno del territorio regionale e senza obbligo di autocertificazione. Al contrario, in zona arancione l'attività fisica è limitata al territorio comunale, salvo poche eccezioni. E la scuola? In zona gialla e arancione tornano in classe in presenza gli studenti delle scuole primarie e quelli delle scuole secondarie di primo e secondo grado (al 50%), salvo misure più restrittive imposte dalle ordinanze regionali.

Zona gialla e zona arancione hanno anche un altro divieto in comune: il tetto massimo di due invitati in casa. Il Dpcm in vigore impone, infatti, sia per la zona arancione che per quella gialla alcuni limiti alle visite in casa altrui:

  • è ammessa una visita al giorno;
  • non si può uscire dal comune (in zona arancione) o dalla regione (in zona gialla);
  • si può andare al massimo in due, al netto di figli minori di 14 anni e persone non autosufficienti/disabili con loro conviventi.

In zona gialla l'autocertificazione serve soltanto per i viaggi interregionali e per uscire durante il coprifuoco per comprovati motivi di salute, lavoro o casi urgenti. Tutti gli altri spostamenti sono liberi. Al contrario, in zona arancione si può uscire senza obbligo di autocertificazione soltanto all'interno del proprio comune.

Monitoraggio Iss oggi: l'indice Rt in salita e la crescita dell'incidenza dei casi 

Il bollettino coronavirus di oggi registra 15.479 nuovi casi su 170.794 tamponi molecolari (8.37% positivi) e 126334 test rapidi (0.92% positivi). I 348 decessi registrati oggi portano a oltre 95mila il computo delle vittime dell'epidemia, mentre sale a 2.059 il numero dei pazienti in terapia intensiva, 14 in più di ieri al netto di 151 nuovi ingressi. E l'indice Rt - il parametro che descrive il tasso di contagiosità del coronavirus Sars-CoV-2 dopo l'applicazione delle misure anti covid - è in crescita. Nel periodo 27 gennaio-9 febbraio, l'Rt medio calcolato sui casi sintomatici di Covid-19 è stato pari a 0,99 (range 0,95- 1,07), in crescita rispetto alla settimana precedente e con un limite superiore che comprende l'1. Questo uno dei dati principali dell'epidemia che emergono dal monitoraggio settimanale dell'Istituto superiore di sanità.

L'incidenza dei casi Covid in Italia a livello nazionale nella settimana di monitoraggio cresce rispetto alla settimana precedente: 135,46 per 100mila abitanti (8-14 febbraio) contro 133,13 per 100mila abitanti del periodo 1-7 febbraio. L'incidenza è "lontana da livelli (50 per 100.000) che permetterebbero il completo ripristino sull'intero territorio nazionale dell'identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti".

Sono dieci le regioni con un Rt puntuale maggiore di 1, di cui nove anche nel limite inferiore, compatibile con uno scenario di tipo 2 e in aumento rispetto alla settimana precedente. Secondo il monitoraggio Iss, l'Umbria registra un livello di rischio alto. Sono dodici, rispetto alle dieci della settimana precedente, le regioni a rischio moderato (di cui sei ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e otto a rischio basso. Le 10 regioni con Rt superiore a 1 sono Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Liguria, Molise, province autonome di Bolzano e Trento, Toscana e Umbria.

L'indice Rt è uno dei parametri più importanti da tenere in considerazione ma non è l'unico: determinante, ad esempio, è la percentuale di ricoverati negli ospedali e il tasso di occupazione delle terapie intensive. Secondo i parametri stabiliti da governo e Istituto superiore di sanità, per essere in zona gialla le regioni devono presentare un indice Rt inferiore a 1. Quando ciò si verifica, si ha uno scenario di tipo 1, in cui la trasmissione del virus è localizzata in focolai e non è necessario introdurre restrizioni eccessive. Quando invece l'indice Rt è superiore a 1, si rientra in uno scenario di tipo 2 in cui scatta la zona arancione. La zona rossa, invece, si ha quando l'Rt arriva a 1.25.

Terapie intensive e ricoveri: sovraccarico in 5 regioni

"Si osserva una stabilità nel numero di regioni/province autonome che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica". Si tratta di "5 regioni/Pa", secondo quanto riportato nella bozza del monitoraggio settimanale. "Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale continua ad essere alto, ma sotto la soglia critica (24%) - si legge -. Complessivamente, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in lieve diminuzione da 2.143 (9 febbraio 2021) a 2.074 (16 febbraio); il numero di persone ricoverate in aree mediche è anche in lieve diminuzione, passando da 19.512 a 18.463" nello stesso periodo.

"Tale tendenza a livello nazionale sottende forti variazioni interregionali - si rileva - con alcune regioni dove il numero assoluto dei ricoverati in area critica e il relativo impatto, uniti all'incidenza impongono comunque misure restrittive". Le 5 regioni/province autonome sono Marche, Bolzano e Umbria, che presentano un sovraccarico sia nelle terapie intensive sia in area medica, e Abruzzo e Friuli Venezia Giulia dove il sovraccarico riguarda solo le intensive.

Umbria a rischio alto, moderato in 12 regioni

"L'Umbria ha un livello di rischio alto. Sono 12 le regioni e province autonome con una classificazione di rischio moderato: Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Molise, la provincia autonoma di Bolzano e quella di Trento, la Toscana e la Valle d'Aosta. Di queste, sono sei ad avere una alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane: Abruzzo, Emilia-Romagna, Marche, Molise, le province autonome di Trento e Bolzano. Sono otto invece le regioni con rischio basso: Calabria, Lazio, Liguria, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia e Veneto". Lo evidenzia la bozza del monitoraggio della cabina di regia Iss-ministero della Salute con i dati relativi alla settimana dall'8 al 14 febbraio.

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