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Martedì, 19 Marzo 2024
Le riaperture dal 20 aprile o dal 26?

Zona arancione e rossa: le regioni che cambiano colore da oggi 6 aprile e cosa succede dopo il 20

Undici regioni in zona arancione e nove in zona rossa da oggi. Quali sono le regole, quando serve l'autocertificazione e cosa cambia dal 20 aprile con la zona gialla e le delibere del consiglio dei ministri

Da oggi 6 aprile le regioni cambiano colore e l'Italia sarà tutta in zona rossa e arancione. Undici saranno le regioni in zona arancione e nove quelle in zona rossa, mentre il governo di Mario Draghi lavora a una possibile, graduale riapertura a partire dal 20 aprile dove i numeri dell'epidemia saranno in miglioramento.

Zona arancione e rossa: le regioni che cambiano colore da oggi 6 aprile e cosa succede dopo il 20

La cabina di regia dell'emergenza coronavirus e i dati elaborati settimanalmente dall'Istituto Superiore di Sanità e dalle Regioni porteranno eventualmente i territori fuori dalle aree a maggiori restrizioni. Con una postilla: in base al decreto legge n. 44 primo aprile 2021 le eventuali riaperture sono condizionate 1) "all’andamento dell'epidemia" e all’"attuazione del piano vaccini", ma senza definire i particolari criteri per deciderle. Non c'è alcuna indicazione specifica. Quindi si dà una deroga al Consiglio dei Ministri sulla base di una formula indeterminata. E si rischiano di incontrare gli stessi problemi di gerarchia delle fonti che hanno portato all'abbandono dei Dpcm come strumento legislativo preferito dell'emergenza, visto che una delibera del Cdm non ha lo stesso valore di un decreto legge.

Le tre regioni che possono cambiare colore con l'ordinanza di Speranza del 9 aprile

Ciò detto, il governo Draghi ha disposto con il dpcm 2 marzo 2021, il decreto-legge 13 marzo 2021, n. 30 e il decreto-legge 1 aprile 2021, n.44,  l’applicazione di ulteriori  misure restrittive per il contenimento del contagio da Covid-19. Dal 6 al 30 aprile 2021 in tutte le zone gialle si applicano le disposizioni previste per le zone arancioni (articolo 1, comma 1, del decreto-legge 13 marzo 2021, n. 30, e art. 1, comma 2, del decreto-legge 1 aprile 2021, n. 44). In base a tali disposizioni e alle ordinanze del Ministro della Salute, da martedì 6 aprile, si applicano le misure previste:

  • per la zona arancione alle regioni Abruzzo, Basilicata, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Sardegna, Sicilia, Umbria e Veneto e alle Province autonome di Bolzano e Trento;
  • per la zona rossa alle regioni Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Puglia, Toscana e Valle d'Aosta.

Dopo il 20 aprile il provvedimento che potrebbe portare le regioni in zona gialla o bianca dovrebbe essere contenuto in una delibera che dovrà poi avere l'ok definitivo dal Consiglio dei Ministri. L'obiettivo è programmare date e stabilire se e chi potrà alzare le serrande. I governatori, che vedranno anche il ministro Mariastella Gelmini alla Conferenza Stato-Regioni, chiedono di "fornire prospettive a quei settori chiusi valutando aperture subito dopo il 20 aprile, nel caso di un miglioramento dei dati epidemiologici, per poi permettere da maggio la ripartenza di attività in stand-by da troppo tempo, come le palestre".

6 aprile: zona arancione e rossa nelle regioni, cosa cambia?

In base al decreto Draghi quindi dal 6 aprile la zona arancione e rossa è in vigore nelle regioni. Cosa cambia? Nella zona rossa: 

  • gli spostamenti sono consentiti solo per ragioni lavoro, salute, necessità e tra questi rientra l’assistenza ad una persona non autosufficiente; si potrà rientrare nella propria residenza, nel domicilio o nell’abitazione in cui ci si ritrova abitualmente con il partner e anche nelle seconde case; si potrà andare a fare la spesa e a messa oltre che in farmacia e dal tabaccaio;
  • non ci si potrà recare a casa di altre persone; è permesso il ricongiungimento con i partner che vivono in un’altra provincia. Resta la possibilità di andare nella propria seconda casa, anche se ci si muove o si va verso una regione in zona rossa (a meno che non sia esplicitamente vietato in quella regione); 
  • bar e ristoranti sono chiusi; è consentito solo il servizio a domicilio o l’asporto entro le 22. Restano aperti gli autogrill lungo le autostrade e i bar in stazioni e aeroporti;
  • restano chiusi i negozi “non essenziali": fino al prossimo 30 aprile saranno aperti le farmacie, i tabaccai, le edicole e altri punti vendita come i negozi di informatica e di abbigliamento intimo, nonché le profumerie; saranno ancora chiusi parrucchieri, i barbieri e tutti i centri estetici;
  • I negozi aperti sono: supermercati, alimentari, parrucchieri, barbieri, tabaccai,  farmacie, parafarmacie, librerie, edicole, fiorari, negozi di giocattoli e abbigliamento sportivo, tabacchi e ferramenta, lavanderie e negozi per animali; 
  • le attività sportive di base si possono svolgere solo nei pressi della propria abitazione, dalle 5 alle 22, in forma individuale e all’aperto, mantenendo la distanza interpersonale di due metri.

In tutti questi casi per muoversi sarà comunque necessaria l'autocertificazione. Nel modulo autodichiarazione - disponibile sul sito del ministero dell'Interno -  il firmatario deve dichiarare che il proprio spostamento è determinato da: 

  • esigenze di lavoro; 
  • motivi di salute; 
  • altri motivi ammessi dalle vigenti normative ovvero dai predetti decreti, ordinanze e altri provvedimenti che definiscono le misure di prevenzione della diffusione del contagio;

Sarà inoltre necessario indicare nel modulo di autocertificazione: il proprio abituale domicilio, un contatto telefonico valido, di non essere sottoposti alla misura della quarantena ovvero di non essere risultato positivo al Covid-19 (fatti salvi gli spostamenti disposti dalle Autorità sanitarie), di essere "consapevole delle conseguenze penali previste in caso di dichiarazioni mendaci a pubblico ufficiale" regolate dall'articolo 495 del Codice di procedura penale. Nella zona arancione invece: 

  • è vietato circolare dalle 22 alle 5 salvo comprovati motivi di lavoro, salute o urgenza e necessità, da comprovare tramite autocertificazione;
  • sono vietati gli spostamenti da un comune all'altro e da una regione all'altra; 
  • ci si può muovere liberamente e senza obbligo di autocertificazione all’interno del proprio comune; 
  • si può usare la deroga per fare visita, una volta al giorno, ad amici e parenti nel comune: ci si può muovere in due persone (con figli under 14 al seguito); 
  • i negozi sono aperti, i bar e i ristoranti sono chiusi. 

Nella zona arancione le passeggiate, i giri in bicicletta e la corsa possono spaziare su tutto il territorio comunale e possono essere realizzati anche in aree attrezzate e parchi pubblici. Sono consentiti gli sport individuali senza contatto e all’aperto come il tennis, il golf, il padel. Anche con il colore arancione restano chiuse le palestre e le piscine. È consentito raggiungere centri e circoli sportivi, pubblici e privati, del proprio comune o, in assenza di queste strutture, in un altro comune della stessa regione. 

Le riaperture dal 20 aprile o dal 26?

Intanto le Regioni vorrebbero riaprire bar e ristoranti ma anche parrucchieri e musei nella zona rossa. E trovano una sponda nel leader della Lega Matteo Salvini, che spinge per la riapertura insieme a Forza Italia. Così come il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, che però, cautamente, rimanda per il momento tutto al prossimo mese: "a maggio molte regioni saranno gialle e qualcuna sarà bianca", dice. Ma "dalla metà di aprile dovremmo vedere un progressivo calo dei ricoveri". 

I dati dell'ultimo bollettino della Protezione Civile parlano di 10.680 nuovi contagi nelle ultime 24 ore. Sono invece 296 le vittime in un giorno mentre il tasso di positività sale al 10,4%. Sono 3.737 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, in aumento di 34 unità rispetto a ieri nel saldo giornaliero tra entrate e uscite. Non solo attività commerciali. In quei territori dove potrebbero essere programmate eventuali aperture, tra le ipotesi c'è quella di disporre parallelamente il ritorno alle scuole superiori in presenza al 100%, sulla base del miglioramento dei dati epidemiologici. Al momento il nuovo decreto prevede l'attività didattica in presenza anche in zona rossa fino alla prima media e Dad dalla seconda media alle superiori. In zona arancione, per queste ultime il ritorno tra i banchi è previsto al 50%.

È stata prorogata invece al 30 aprile la stretta sui viaggi all'estero: chi rientra in Italia dovrà continuare obbligatoriamente a sottoporsi al tampone, sottoporsi alla sorveglianza sanitaria e ad isolamento fiduciario per cinque giorni e al termine dell'isolamento effettuare un altro test. In Europa sarà comunque possibile viaggiare senza motivazioni specifiche così come - dal 7 aprile - anche in Austria, Israele, il Regno Unito e l'Irlanda del Nord. 

Intanto il Corriere della Sera scrive oggi che Palazzo Chigi ieri sera ha precisato che la cabina di regia goyerno-Cts sarà convocata "per valutare possibili riaperture" solo "sulla base dei dati" epidemiologici elaborati settimanalmente dall'Istituto superiore di sanità (Iss), dal ministero della Salute e dalle Regioni. Misure e tempi verranno stabiliti a seconda di come andrà la diffusione del contagio. Per ora, dunque, non è stata ancora fissata una data vera di svolta. 

E Repubblica anticipa che la data vera per le riaperture potrebbe essere lunedì 26. Ma soltanto con queste condizioni: Rt sotto 1, terapie intensive e reparti ordinari sotto i livelli di guardia e soprattutto la fascia di popolazione sopra i 70 anni messa in sicurezza. Questo, secondo il quotidiano, lo scenario che potrebbe convincere il governo a mettere la firma sotto un provvedimento di deroga che disponga le prime riaperture: bar e ristoranti a pranzo (magari con un orario in un primo tempo ridotto fino alle 16).

Non proprio il ripristino della zona gialla (sospesa per decreto fino al 30 aprile) ma almeno un piccolo segnale — fanno sapere fonti di governo — al premier Draghi piacerebbe poterlo dare: gli aperturisti potrebbero accontentarsi del primo passo sulla strada delle riaperture (su cui spingono Lega, Forza Italia e Italia Viva), i rigoristi accetterebbero se rassicurati dal Cts sui risultati di due mesi di restrizioni e della campagna vaccinale che per quella data dovrebbe avere raggiunto la quota prefissata delle 500.000 somministrazioni al giorno.

Per le zone rosse la richiesta è il ritorno al lavoro di barbieri, parrucchieri e centri estetici per poi — possibilmente a maggio — riaprire la mobilità tra le regioni per consentire almeno il turismo di prossimità. Senza dimenticare palestre e piscine.

Le riaperture solo dal 30 aprile?

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