rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Il provvedimento / Bologna

La zona arancione scuro in Emilia-Romagna: cosa sta succedendo e quali sono le restrizioni

Oggi l'ordinanza regionale che introduce misure più severe per tutti i comuni dell'Ausl di Imola (in provincia di Bologna) e quelli confinanti in provincia di Ravenna. Ecco cosa cambia

Continuano a crescere le misure adottate a livello locale per tentare di arginare l'aumento di contagi di Covid-19. Da Nord a Sud zone rosse, ma anche "arancione scuro", mini lockdown e chiusure mirate sono sempre di più. La zona arancione scuro è stata istituita da giovedì 25 febbraio e fino all'11 marzo per 14 comuni dell’Emilia-Romagna dove da giorni si registra una situazione di progressiva criticità a causa dell’incremento dei contagi da Covid-19. È quanto deciso da regione e sindaci. Una misura che riguarda tutti i comuni che fanno capo all’Ausl di Imola in provincia di Bologna - e quindi Imola, Castel San Pietro, Medicina, Mordano, Castel Guelfo, Dozza, Casalfiumanese, Fontanelice, Borgo Tossignano, Castel del Rio -, e quelli confinanti di Bagnara di Romagna, Conselice, Massa Lombarda e Riolo Terme, in provincia di Ravenna, che ricadono nel territorio dell’Ausl Romagna.

La zona arancione scuro in Emilia-Romagna

Il provvedimento, sul quale oggi verrà firmata un'ordinanza da parte del presidente della regione Stefano Bonaccini, entra in vigore da giovedì 25 febbraio e rimarrà valido fino all’11 marzo. È dettato dalle indicazioni medico-scientifiche contenute nelle relazioni delle Aziende Usl di Imola e della Romagna, che certificano un andamento del contagio in forte crescita nelle aree interessate, con l’obiettivo di arginare la diffusione del virus, a tutela della salute dei cittadini. I provvedimenti introdotti sono ulteriormente restrittivi rispetto alle misure nazionali in essere per la zona arancione in cui è collocata tutta l’Emilia-Romagna da domenica 21 febbraio.

Ricalcano a grandi linee quelli di una e vera e propria zona rossa circa le attività e gli spostamenti, senza tuttavia sospendere quelle attività economiche che restano consentite nelle zone arancioni del Paese. In particolare, saranno vietati gli spostamenti, sia nello stesso comune che verso comuni limitrofi, ad eccezione di quelli motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità (come acquisto di beni) o motivi di salute; consentito, invece, il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza.

Si stabilisce inoltre lo svolgimento in presenza delle sole attività dei servizi educativi 0-3 anni e scuole dell’Infanzia, mentre le attività didattiche per le scuole di ogni ordine e grado si svolgeranno a distanza al 100%. Sospesi gli eventi e le competizioni organizzati dagli enti di promozione sportiva, così come l’attività sportiva svolta nei centri sportivi all’aperto. Resterà consentito lo svolgimento di attività sportiva solo in forma individuale ed esclusivamente all’aperto. Possibile svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione, purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona e con obbligo di utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie. Sospese anche le attività culturali e ricreative. Nulla cambia, invece, per le attività economiche, per le quali rimangono in vigore le disposizioni nazionali in vigore per la Zona arancione, compresi le attività di servizio alla persona.

"Abbiamo condiviso con i sindaci del territorio la necessità di intervenire con misure mirate per il contenimento della curva dei contagi del circondario imolese e di alcuni comuni limitrofi del ravennate, sulla base dei dati forniti dalle strutture sanitarie- sottolineano il presidente della regione, Stefano Bonaccini, e l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. Un provvedimento sofferto ma necessario e non rimandabile, deciso con l’accordo di tutte le parti coinvolte. Sono le indicazioni medico-scientifiche, l’evoluzione epidemiologica, il carattere particolarmente diffusivo dell’epidemia, attraverso nuove varianti del virus, e l’incremento dei casi a dirci che non potevamo fare diversamente, a tutela dei residenti e della collettività".

"Capiamo gli ulteriori disagi per le persone, dopo mesi e mesi già durissimi - chiudono Bonaccini e Donini - ma dobbiamo limitare a tutti i costi la diffusione del contagio, perché non siamo ancora usciti dalla pandemia e non possiamo vanificare gli sforzi fatti sinora. Nello stesso tempo, insieme ai sindaci, che ringrazio per la collaborazione, e le aziende sanitarie, la Regione è pronta a fare tutto ciò che sia necessario per rimanere al fianco della popolazione".

L’ordinanza mette nero su bianco anche alcuni provvedimenti relativi alle attività di sorveglianza e tracciamento, alla luce delle nuove evidenze sulla maggiore trasmissibilità delle nuove varianti SARS-CoV-2. Sono applicate tutte le misure per rafforzare le attività di ricerca e gestione dei contatti dei casi indicate nella circolare ministeriale del 31 gennaio scorso, tra cui l’impiego del test molecolare nella sorveglianza dei contatti stretti e a basso rischio e la chiusura della quarantena a 14 giorni con test molecolare; inoltre, non potrà essere interrotto l’isolamento del caso confermato dopo 21 giorni dalla comparsa dei sintomi ma dovrà proseguire fino all’effettuazione di un test molecolare con risultato negativo. Le Ausl di Imola e della Romagna potranno assumere, in accordo con i comuni di propria competenza interessati dall’ordinanza regionale, ogni opportuna ulteriore azione ritenuta necessaria, in caso di modifica della situazione epidemiologica.
 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

La zona arancione scuro in Emilia-Romagna: cosa sta succedendo e quali sono le restrizioni

Today è in caricamento