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Giovedì, 25 Aprile 2024

Violetto Gorrasi

Giornalista

Grazie governo, la zona bianca è stata una magnifica illusione

La zona bianca è stata una magnifica illusione. Detta altrimenti: un fallimento vero e proprio, quasi un'effimera lusinga primaverile tirata in ballo dal governo per un popolo fiaccato dalle restrizioni che durano da mesi. Il miraggio introdotto nel sistema delle fasce colorate in uno degli ultimi decreti del governo guidato da Giuseppe Conte, quello di metà gennaio, è durato soltanto pochi giorni in Sardegna, dove i cittadini dal 1° marzo hanno potuto cenare al ristorante fino alle 23, prendere una bibita al bar fino alle 21 e fare una passeggiata in centro fino alle 23.30.

Il prossimo decreto legge del governo sospenderà anche le zone gialle fino al 30 aprile, prevedendo soltanto zone rosse e arancioni per contenere i contagi. E proprio la Sardegna, unica regione italiana ad aver provato finora l'ebbrezza illusoria della zona bianca, è passata direttamente in zona arancione con l'ordinanza ministeriale del 22 marzo e potrebbe restarci fino a maggio. Nell'isola, che ha lasciato la zona bianca il 22 marzo, si registra un aumento dei contagi, ma non in modo omogeneo sul territorio.

Ieri la Sardegna ha registrato 284 nuovi casi: per trovare numeri così alti nell'isola bisogna tornare indietro a metà gennaio; e sono in crescita i ricoverati: ora sono 189 i pazienti attualmente in ospedale in reparti non intensivi (+12 rispetto al giorno precedente), mentre sono 30 (-2) i pazienti in terapia intensiva. Sull'isola si registrano alcuni focolai circoscritti e ci sono sette comuni in fascia rossa: Pozzomaggiore, Golfo Aranci, Uri, Bono, Sindia, Samugheo e Sarroch. Alcuni sindaci sono corsi ai ripari sospendendo le lezioni in presenza e ripristinando la didattica a distanza.

Secondo il governatore Christian Solinas, la Sardegna è stata penalizzata dal sistema a fasce di rischio: "Abbiamo chiesto con forza e offerto al governo una metodologia differente, che prevedesse misure più rigide per le zone della Sardegna che hanno indicatori negativi, quindi con la realizzazione di zone rosse circoscritte. Sin dal principio abbiamo sostenuto che non sia corretto che tutta una regione paghi, integralmente, per pochi casi isolati e limitati".

Di zone bianche non ce ne saranno da qui a maggio, a meno di clamorose e improbabili repentine inversioni di tendenza della curva dei contagi in alcuni territori. E questo, a scanso di equivoci, dipende dai numeri, perché qui nessuno pensa di forzare le riaperture "alla Salvini" né di fare a cazzotti con la realtà: nessuna regione ha un indice di trasmissione Rt così basso e dati dei ricoveri ospedalieri così in calo tanto da giustificare l'ingresso nell'area bianca di rischio minore, in cui gli spostamenti sono liberi e bisogna solo rispettare le norme sull'obbligo di mascherina e di distanziamento nei luoghi pubblici sia al chiuso che all'aperto. Ma allora perché introdurla?

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