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Giovedì, 28 Marzo 2024
Rt in lieve calo

Le regioni in zona gialla da lunedì 20 dicembre, dove si rischia l'arancione e lo schema per i tamponi anche ai vaccinati

Rt in leggera discesa. Cambiano colore la Liguria, il Veneto, le Marche e la Provincia di Trento. In bilico Emilia-Romagna e Lombardia. E' corsa a ordinanze restrittive anche in zona bianca. Ipotesi tampone ai vaccinati per l'accesso a eventi con molto pubblico, non solo al chiuso: si decide nei prossimi giorni

Per un italiano su cinque (forse di più) Natale sarà in zona gialla, dal 27 dicembre altre regioni tra le più popolose del paese cambieranno colore e dal 3 gennaio alcune rischiano pure la zona arancione. Dopo il monitoraggio dell'Iss di oggi e la cabina di regia, arriveranno le ordinanze del ministero della Salute. Ieri i contagi quotidiani sono arrivati a 26.109, un numero che non si raggiungeva da 9 mesi. Il governo rivendica la stretta sui viaggi e non esclude entro fine mese ulteriori misure restrittive se la situazione dovesse peggiorare, a cominciare dalla possibilità di introdurre l’obbligatorietà del tampone anche per i vaccinati che vogliono andare a vedere le partite in stadi e palazzetti, entrare in discoteca o assistere a un concerto. In quasi tutta Europa i nuovi casi aumentano: in Gran Bretagna 88.376 casi (146 morti), in Francia nelle ultime 24 ore sono stati registrati 60.866 casi di coronavirus (166 decessi). In Spagna 28.900 nuovi positivi, dato record da luglio. Intanto l'Rt in Italia è in lieve calo, a 1,13.

Zona gialla si allarga: le regioni che cambiano colore

Da lunedì 20 dicembre circa 12 milioni di italiani saranno in zona gialla. Mentre il dato sull'incidenza era ormai alle stelle da settimane, sono stati i nuovi dati sull’occupazione dei posti letto nei reparti e nelle terapie intensive da parte dei malati Covid sopra le soglie di sicurezza (il 10% per la terapia intensiva e il 15% per i reparti ordinari) a fare la differenza: passano in zona gialla a meno di stravolgimenti dell'ultimo minuto la Liguria, il Veneto, le Marche e la Provincia di Trento. Sono già in zona gialla Friuli Venezia Giulia,  Calabria e provincia di Bolzano.

In bilico due grandi regioni come Emilia-Romagna e Lombardia. La grande disponibilità di posti letto ordinari per la prima e l'occupazione non al 10 per cento nelle intensive per la seconda dovrebbero evitare restrizioni dal 20 dicembre. Ma per il 27 dicembre il passaggio in zona gialla sembra scontato. Non sono buoni neanche i numeri del Lazio, che però sta vivendo un miglioramento. Su tutte le regioni italiane incombe l’incognita della variante Omicron.

Tra bianco e giallo le differenze, va detto, sono pochissime: l'uso obbligatorio delle mascherine all'aperto, ma in molti Comuni e nella stessa Roma è già disciplinato anche in zona bianca; e poi il divieto di essere più di 4 seduti a tavola al ristorante.

L’unica a rischiare la fascia più alta, arancione, è tra una o due settimane il Friuli Venezia Giulia che ha i reparti ospedalieri più in affanno rispetto a tutte le altre regioni. La Provincia di Trento dovrebbe evitare l'arancione grazie al gran numero di posti letto disponibili nei reparti di degenza ordinaria.

zona gialla 20 dicembre-4

Grafico Twitter/Nicoletta

Da lunedì prossimo 20 dicembre le Marche passeranno in zona gialla: "Questo passaggio - spiega il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli -, in base all`andamento dell`incremento dei ricoveri in area medica, era previsto per lunedì 27, ma nelle giornate di mercoledì e di ieri si è registrata una forte accelerazione dell`incidenza, superando il fatidico 15% che ci consentiva di restare in zona bianca. In due giorni abbiamo registrato un incremento superiore a quello di una settimana intera".

"Ricordo a tutti i cittadini che con la normativa attuale nella zona gialla è obbligatorio indossare sempre la mascherina, anche all'aperto, non ci sono limiti agli spostamenti e non c'è il coprifuoco. Raccomando a tutti di prestare sempre la massima attenzione e di rispettare le regole di distanziamento e corretta igiene delle mani, soprattutto in questa fase di aumento dei contagi", conclude Acquaroli.

Monitoraggio oggi: Rt a 1,13, è in lieve calo

Nel periodo 24 novembre-7 dicembre 2021, l'Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,13 (range 1,09 - 1,19), leggermente in diminuzione rispetto alla settimana precedente (era a 1,18), ma al di sopra della soglia epidemica. E' stabile, ma ancora sopra la soglia epidemica, l'indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero (Rt = 1,09 (1,06-1,14) al 7/12/2021 vs Rt = 1,07 (1,03-1,11) al 29/11/2021). E' quanto emerge dai dati del monitoraggio settimanale della Cabina di regia di Ministero della Salute e Istituto superiore di Sanità.

L'incidenza settimanale a livello nazionale, si spiega ancora, è in netto aumento: 241 per 100.000 abitanti (10/12/2021 -16/12/2021) vs 176 per 100mila abitanti (03/12/2021-09/12/2021), dati flusso Ministero Salute. Una Regione/PA è classificata a rischio alto, 18 Regioni/PPAA risultano classificate a rischio moderato. Tra queste, tre Regioni/PPAA sono ad alta probabilità di progressione a rischio alto mentre per una Regione non è stato possibile valutare la progressione. Due Regioni/PPAA sono classificate a rischio basso. Tredici Regioni/PPAA riportano un'allerta di resilienza; una Regione/PA riporta molteplici allerte di resilienza.

In Italia è in forte aumento il numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (42.675 vs 37.278 della settimana precedente). La percentuale dei casi rilevati attraverso l'attività di tracciamento dei contatti è in diminuzione (31% vs 34% la scorsa settimana). È in aumento la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (43% vs 40%), mentre è stabile la percentuale di casi diagnosticati attraverso attività di screening (26% vs 26%).

Non basta il green pass, tamponi anche ai vaccinati?

A Trento e provincia da oggi addio niente caffè al banco per i non vaccinati. Ormai, come racconta oggi Repubblica, "tra sindaci e governatori, è corsa a ordinanze sempre più restrittive nell’assai complicato tentativo di chiudere le porte alla variante Omicron. Non sarà il Natale che era stato promesso agli italiani: si spengono le luci dei mercatini, si cancellano spettacoli di Capodanno e feste di piazza, si annullano concerti e manifestazioni. E lì dove non si chiude, dagli stadi alle discoteche, dai palazzetti dello sport ai concerti (dove è già richiesto il Super Green Pass) si pensa di introdurre il doppio filtro del tampone". La proposta è del presidente del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del Cts Franco Locatelli: "Tampone ai vaccinati per l’accesso a grandi eventi: è un’ipotesi da considerare se la situazione epidemiologica dovesse peggiorare. Va tutelato il vantaggio che è stato accumulato dal nostro Paese e soprattutto vanno protette le vite degli italiani". Si deciderà nei prossimi giorni. 

"Ci sta assolutamente come forma cautelativa", commenta il virologo Fabrizio Pregliasco, docente della Statale di Milano, che approva l'ipotesi avanzata dal presidente del Consiglio di superiore di sanità. Una decisione che, secondo l'esperto, non sminuisce il valore del vaccino o del super Green pass: "Il super Green pass serve, ma già la variante Delta, e ora la Omicron che è ancora peggio - precisa Pregliasco - può creare una situazione pesante, quindi io credo che assolutamente sia importante questo come precauzione ed è fondamentale la prospettiva di una stretta".

Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive all'ospedale Policlinico San Martino di Genova, boccia invece l'ipotesi: "Pensare questa ipotesi - evidenzia Bassetti - vorrebbe dire che la strategia del Green pass e del super Green pass è stata una stupidaggine. In pratica, è come dire che il fatto che ti sei immunizzato non serve a niente perché ti devi fare il tampone. Spero che questa misura non passi - auspica - perché sarebbe un unicum a livello europeo e mondiale. I grandi eventi si possono fare lasciando l'ingresso ai vaccinati e a chi ha fatto la malattia. Ma pensare di portarsi avanti dicendo che per i grandi eventi ci vuole un tampone è minare la strategia del Governo italiano".

Per capodanno stanno intanto saltando tanti concerti programmati da tempo e grandi feste in piazza. Cancellati quelli di Roma al Circo Massimo e di Trento in piazza Duomo, ma anche il concertone di Capodanno a Bologna, in piazza Maggiore e concerti da Mantova a Rapallo, da Treviso a Madonna di Campiglio, da Venezia a Palermo fino a Olbia.

La chat tra i sindaci alle prese con mercatini di Natale da cassare e ordinanze per le mascherine da indossare all’aperto, è sempre più rovente. «Siamo in continuo contatto — dice a Repubblica il primo cittadino di Bari e presidente dell’Anci, Antonio Decaro — per darci consigli. Ci preoccupa il picco di contagi previsto per gennaio, quando dopo le feste riapriranno le scuole visto che la vaccinazione ai bambini non sarà veloce. Anche per questo stiamo cercando di evitare eventi che richiamino le folle. Persino l’accensione dell’albero, l’8 dicembre, è passata in sordina in moltissime città. A Bari a differenza di altri comuni ci sarà il concertone di Capodanno: sarà mandato in onda da Canale5. Sarà il countdown tv di Mediaset. Ma tutti avranno un posto a sedere all’aperto, entreranno col Green Pass e il numero degli spettatori sarà contingentato".

Il professor Massimo Galli, "da medico" ammette alla Stampa "che alcuni vaccinati non sono protetti", commentando il fatto che la durata del Green Pass è sempre di 9 mesi quando l'immunità data dai vaccini inizia a calare dopo 5? "Eccezioni a parte, si tratta soprattutto di anziani e fragili a cui non a caso è stato proposto subito il richiamo". E dopo la terza dose vanno sempre bene 9 mesi di Green pass? "Mi pare un'altra mediazione comprensibile tra due scuole di pensiero. Una più ottimistica, non priva di motivazioni, afferma che la terza dose duri a lungo. Una più pessimistica tiene conto della capacità di variare del virus non escludendo richiami più o meno annuali". Tra seconda e terza dose o tra terza e quarta non si rischia di rimanere scoperti? "Se si rispettano i tempi delle dosi il rischio è minimo, anche se sulla base di dati recenti suggerirei di anticipare la terza dose a chi ha fatto AstraZeneca e Johnson&Johnson".

Le soglie per zona gialla, arancione e rossa 

Si finisce in zona gialla, arancione o rossa quando si superano a livello regionale contemporaneamente tre parametri. Per la zona gialla incidenza oltre i 50 casi ogni centomila abitanti, 15 per cento di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti ordinari, e 10 per cento di posti letto occupati nelle terapie intensive Covid. Per la zona arancione, incidenza superiore ai 150 casi ogni centomila abitanti, 30 per cento di posti letto occupati nei reparti ordinari e 20 per cento nelle terapie intensive. Per la zona rossa, incidenza sempre superiore ai 150 casi ogni centomila abitanti, 40 per cento di posti letto occupari nei reparti ordinari e 30 per cento nelle terapie intensive. 

La zona gialla comporta l'obbligo di mascherina all'aperto ovunque (mascherina all'apetto che è comunque obbligatoria anche in zona bianca in casa di assembramenti). La zona arancione comporterebbe una distinzione netta tra la vita di chi ha il super green pass e quella di chi invece ha quello base o non lo ha. Per tutti i non vaccinati scatterebbero sostanzialmente le restrizioni della zona arancione, mentre le attività resterebbero tutte aperte per chi ha la certificazione verde rafforzata.

A livello locale, altri cinque Comuni in Sicilia vanno in "zona arancione", fino al 27 dicembre. I Comuni di Castrofilippo (in provincia di Agrigento), Marianopoli (Caltanissetta), Motta Sant`Anastasia (Catania), Terme Vigliatore e Scaletta Zanclea (Messina) da sabato 18 a lunedì 27 dicembre saranno in "zona arancione". Lo prevede l`ordinanza appena firmata dal presidente della Regione Nello Musumeci, su proposta del dipartimento regionale Asoe. Il provvedimento - spiega la Regione - "è stato preso a causa dell`alto numero di positivi in rapporto ai vaccinati". Le misure restrittive antiCovid sono attualmente in vigore (fino al 20 dicembre) anche a San Michele di Ganzaria e Militello in Val di Catania (nella provincia etnea) e Itala, nel Messinese.

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