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Giovedì, 18 Aprile 2024
La situazione

"Nessuna regione in zona gialla dalla prossima settimana"

L'annuncio del sottosegretario alla Salute Andrea Costa. Le Regioni intanto chiedono un incontro urgente con il governo per parlare di regole e green pass, preoccupati per l'aumento dei contagi

Nessuna regione in zona gialla prossima settimana. L'annuncio arriva dal sottosegretario alla Salute Andrea Costa, anticipando i risultati del monitoraggio settimanale dell'Iss. "Alcune regioni, come il Friuli, il Veneto e le Marche, vanno un po' attenzionate" ma "dai dati al momento la situazione è sotto controllo" e "non ci dovrebbero esser cambiamenti per le Regioni",  ha detto Costa intervenendo a Un giorno da pecora su Rai Radio 1.

Zona gialla e arancione, le parole del sottosegretario Costa

Costa ha parlato anche in merito all'altro grande tema caldo di queste ore, ossia quello di eventuali restrizioni per i non vaccinati sul modello austriaco. "Qualora ci dovesse essere il cambio di colore di una regione e si vada in arancione, visto che la zona arancione prevede in automatico tutta una serie di restrizioni come ad esempio la chiusura dei ristoranti la sera, io credo che possa essere giusto valutare di tenere aperte queste attività e di dare la possibilità di usufruirne solo a chi si è vaccinato", ha detto il sottosegratario. L'augurio, ha specificato, è "che non si arrivi mai a questo scenario", ma "di fronte possibilità di richiudere le attività o di mantenerle aperte dando la possibilità alla stragrande maggioranza dei cittadini italiani che sono vaccinati di poter usufruire di questa opportunità mi pare una riflessione di buon senso". E sull'ipotesi di un lockdown per i non vaccinati come sta avvenendo in Austria, Costa ha risposto netto: "No, quello è qualcosa di diverso e ancora più restrittivo che io non condivido".

Regole e green pass, le Regioni chiedono un incontro urgente con il Governo

La situazione rimane comunque in evoluzione e le incognite sono tante. Il "peggioramento dello scenario di rischio epidemiologico in alcune aree del Paese" preoccupa le Regioni, che chiedono un "incontro urgente" con il governo, come ha fatto sapere il presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga. A preoccupare è chiaramente la "ricaduta che tale situazione potrebbe avere sulla ripresa economica e sulle attività sociali, a pochi giorni dall'avvio della stagione turistica invernale e a poche settimane dalle festività natalizie".

Serve una riunione urgente per una "riflessione comune", dice Fedriga, in modo da valutare la "tenuta delle regole attualmente vigenti che furono adottate in assenza dell'attuale percentuale di vaccinati e dello strumento della certificazione verde". La ministra per gli Affari Regionali Maria Stella Gelmini ha fatto sapere che il governo è "ovviamente disponibile a mettere in agenda a breve un tavolo di confronto". Sia il presidente del Consiglio Mario Draghi sia il ministro della Salute Roberto Speranza sono stati informati della richiesta.  

Restrizioni per i non vaccinati, le voci dei governatori

"Il 90% degli italiani non può essere tenuto in scacco da un 10% che non comprende l'importanza del vaccino. I vaccinati invece potranno continuare ad organizzare la propria vita, il lavoro, la socialità", ha detto il presidente della Liguria Giovanni Toti, che chiede di seguire il modello austriaco con restrizioni in vigore per i non vaccinati. Obiettivo: tutelare la salute dei cittadini e consentite all'economia di riprendersi dopo la crisi. "In Conferenza delle Regioni ho chiesto che la zonizzazione del Paese, quindi la divisione in zona gialla, arancione o rossa, valga soltanto per i non vaccinati - ha detto il governatore - Questo è il momento in cui si programmano le vacanze di Natale e tutta la macchina economica che vi gira intorno, soprattutto dobbiamo dare la certezza ai lavoratori di tutti questi settori che il Paese non richiuderà".

Opinioni opposte a quelle del presidente della Regione Marche Francesco Aquaroli, contrario a ulteriori misure per i non vaccinati. "In questa fase sarei cauto e starei attento nel mettere in campo altre restrizioni che potenzialmente creano ulteriori tensioni distinguendo tra chi è vaccinato e chi non è vaccinato", ha spiegato Aquaroli, ricordando che "seppur ci sia oggi una recrudescenza del virus, è una fase completamente diversa da quella dello scorso anno" e c'è "uno spiraglio di normalità". Altre sarebbero, per Aquaroli, le misure da prendere. "Prima di fare ulteriori restrizioni dovremmo mettere in campo una serie di iniziative per tenere alta l'attenzione – ha spiegato – Vedo troppa gente in giro senza mascherina. Credo che, per esempio, dovremmo potenziare il controllo sul trasporto pubblico locale e dovremmo implementare l'aerazione meccanica negli ambienti pubblici chiusi come le scuole. Dovremmo mettere in campo tutte quelle accortezze che non creino discriminazioni, ma che anzi facciano sì che si riesca a superare la pandemia uniti e compatti senza generare tensioni sociali. Non dobbiamo acuire le distanze e creare un muro contro muro che rischia di spaccare il paese". Le Marche è tra le regioni che più di altre "vedono" in questo momento la zona gialla, ma per Aquaroli quel rischio è lontano. "Già ieri avevamo il numero di posti letto in terapia intensiva occupati da pazienti Covid sotto la soglia del 10% e quelli in area medica inferiori alla metà della soglia critica: 7% contro una soglia del 15%. Ci sono tanti fattori per capire l'andamento della pandemia come i ricoveri e i contagi ma in questo momento escludo perentoriamente la zona gialla".

Il trucco delle regioni sui posti letto per non finire in zona gialla e arancione 

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