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Venerdì, 19 Aprile 2024
I colori delle regioni

Le Regioni che rischiano la zona gialla a fine novembre e l'ipotesi del Green Pass "tagliato"

Occhi puntati su 3 Regioni e sulla provincia autonoma di Bolzano: si trasferiscono pazienti nelle cliniche private e si allontana anche così il cambio colore. Fedriga: "In Friuli possibili restrizioni prima di fine mese". Zaia: "Il Veneto non rischia". Per il monitoraggio Iss di domani decisivi i dati di oggi sui ricoveri. Speranza ventila la possibile modifica del certificato verde da 12 a 9 mesi

Ieri in Italia ci sono stati ufficialmente 7.891 casi e 60 vittime per Covid. Il tasso di positività sale all’1,6%. Lombardia (1.073), Veneto (931) e Lazio (814) le regioni con il maggior numero di casi. Numeri in lieve aumento anche negli ospedali, ma davvero nulla di paragonabile a quanto sta accadendo, ad esempio, in Germania, dove sono stati confermati 40 mila contagi in 24 ore, la Baviera è in piena emergenza Covid e la linea morbida delle scorse settimane sarà rapidamente modificata. L'Italia è invece tutta in zona bianca, ma fino a quando? E sulla terza dose e Green Pass, quali saranno le prossime mosse? Procediamo con ordine.

Le Regioni che rischiano la zona gialla a fine novembre 2021

"Se dovessero proseguire i numeri di contagi come stiamo vedendo oggi, c'è il rischio che noi entro fine mese, probabilmente anche prima, andremo in zona gialla". Non usa giri di parola il presidente del Friuli-Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga: "Vuol dire che apriremo le porte alla zona arancione. E se andiamo in zona arancione vuol dire che penalizziamo le realtà economiche. E non ce lo possiamo permettere. Non possiamo pagare il prezzo di persone che inseguono menzogne. Il mio appello è accorato. Malgrado gli insulti che mi sto prendendo per questa posizione di razionalità e di buon senso non mi fermo. I pasdaran no vax, i pasdaran delle menzogne sappiano che con me non troveranno terreno fertile" ha concluso Fedriga.

Le Regioni che intravedono la zona gialla e la previsione sul picco (prima frenata sullo stato di emergenza nel 2022)

Sempre a Nordest, più tranquillo il Veneto. "Il rischio di un cambio di colore e del ritorno delle restrizioni è dietro l'angolo, ma nel breve periodo non ci sono rischi per un passaggio del Veneto in zona gialla. L'appello, però, è a non abbassare la guardia". Così Luca Zaia, presidente del Veneto. "La domanda ricorrente è se torna o meno il lockdown, con questi dati no. Abbiamo dati del 3% di occupazione, ma non siamo sopra soglia - ha aggiunto al punto stampa con i giornalisti -. Però, a forza di battere la testa sul muro, qualcuno abbatte il muro - ha aggiunto - quindi l'appello è mettersi al sicuro, indossare le mascherine, senza abbassare la guardia".

Ma quali sono, in soldoni, le regioni che rischiano la zona gialla ben prima di Natale? Il passaggio dalla zona bianca a quella gialla avviene sulla base di tre parametri: l’incidenza settimanale di nuovi positivi deve superare i 50 casi ogni 100mila abitanti, il tasso di occupazione in area medica deve essere oltre il 15%, il tasso di occupazione in terapia intensiva deve essere oltre il 10%. L'impianto è stato confermato, e con una variante contagiosa come Delta il dato dell'incidenza schizza oltre 50 molto presto in caso di ripresa dell'epidemia.

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Zona gialla, occhi puntati su 3 Regioni più Bolzano

Gli occhi sono puntati su 3 Regioni e sulla provincia autonoma di Bolzano. Marche e Friuli-Venezia Giulia hanno superato la soglia per quel che riguarda le terapie intensive, ma il numero ancora contenuto di ricoveri ordinari le mette in salvo da eventuali restrizioni. Calabria e Bolzano, al contrario, rischiano per quel che riguarda i ricoveri ordinari (anche se sono entrambe ancora sotto la soglia del 15%), ma hanno numeri bassi in terapia intensiva. In tutti e quattro i territori l'incidenza è ben oltre i 50 casi ogni 100mila abitanti.

In Friuli-Venezia Giulia negli ultimi sette giorni i casi sono quasi raddoppiati passando da 1445 a 2650, un +83% che potrebbe avere presto conseguenze negli ospedali. L'incidenza settimanale a livello regionale sale a 221 casi per centomila abitanti. Trieste naviga appena sopra quota 500 e rimane di gran lunga il territorio italiano con maggior circolazione virale. Difficile comunque fare previsioni sull'ingresso in zona gialla, dal momento che sono necessari ancora quasi 70 ricoverati in più.

Il professor Umberto Lucangelo, primario della Terapia intensiva del Cattinara di Trieste, al Corriere della Sera non nasconde le difficoltà: "Abbiamo la terapia semi intensiva piena, gente in pronto soccorso in attesa di essere collocata e l’intensiva con 11 posti occupati. Se si superano i 18 bisogna ridurre gli interventi programmati" spiega il primario, "siamo tornati allo schieramento di forze della seconda ondata con l’aggravante che non c’è il lockdown perché la città lavora, la vita scorre com’è giusto che sia e la gente si fa male, ci sono gli infarti, gli ictus, gli incidenti...". I nuovi pazienti Covid “hanno un’età media di 60 anni ma ce ne sono anche di 30. Il 90% non ha fatto il vaccino, naturalmente fra di loro c’è anche chi non poteva farlo”.

Bolzano intanto attiva posti letto Covid nelle cliniche private (22 pazienti non gravi sono stati trasferiti in una struttura privata nei giorni scorsi): in tal modo svuota gli ospedali pubblici (unici che contano per le norme sul cambio colore) e consente di allontanare sensibilmente la zona gialla. Il numero dei ricoveri ordinari è destinato a scendere. Una strategia praticata da diverse regioni in passato, nessuno scandalo e nessuna novità.

Nessuna regione rischia la zona gialla dalla fine di questa settimana. Sono infatti i dati di oggi, per quel che riguarda i ricoveri (nei reparti ordinari e intensivi) e l'incidenza, quelli che poi vengono elaborati e utilizzati per il monitoraggio dell'Iss ogni venerdì. A brevissimo quindi nessuna restrizione in arrivo: non servono particolari poteri divinatori per sapere cosa accadrà, almeno per la prossima settimana. Ma se il trend in aumento non si arresterà, è possibile che intorno alla fine di novembre-inizio di dicembre alcune Regioni si troveranno in una situazione molto scomoda.

Cosa cambierebbe da zona bianca a zona gialla

Scenari e ipotesi a parte, cosa cambierebbe, concretamente, in caso di passaggio in zona gialla? Le principali novità riguarderebbero il ritorno dell’obbligo di mascherina all’aperto (si può togliere solo per le consumazioni al bar o al ristorante o per praticare sport) e la minore capienza per i locali al chiuso.

La scuola resta senza in presenza al cento per cento. Non cambia nulla per gli spostamenti (sempre consentiti all'interno della regione e nel resto del Paese, per qualsiasi motivo) e non è previsto alcun coprifuoco o divieto di apertura per le attività economiche. Parrucchieri e barbieri non subiscono alcuno stop: nelle zone gialle lavorano senza vincoli particolari, così come le altre attività. Per bar e ristoranti, è consentito consumare al tavolo all’interno (sempre con Green Pass), ma torna il limite di quattro commensali, di più in caso di conviventi.

Cambierebbero però nettamente le capienze per eventi e spettacoli. Stando alle regole estive (le ultime modifiche introdotte il 7 ottobre, che hanno ampliato le capienze - portandole al cento per cento per cinema, mostre e teatri - sono riferite solo alla zona bianca), in zona gialla la capienza consentita non può essere superiore al 50% di quella massima autorizzata e il numero massimo di spettatori non può comunque essere superiore a 2.500 per gli spettacoli all’aperto e a 1.000 per gli spettacoli al chiuso. Per le manifestazioni sportive: la capienza consentita non può essere superiore al 25% di quella massima autorizzata e, comunque, il numero massimo di spettatori non può essere superiore a 2.500 per gli impianti all’aperto e a 1.000 al chiuso.

Green Pass, la durata sarà ridotta?

Dal primo dicembre, 15 milioni di italiani quarantenni e cinquantenni saranno chiamati a fare la terza dose. Il ministro alla Salute Roberto Speranza spinge i booster, e lo ha fatto sapere ieri pomeriggio durante un question time parlamentare. Speranza ha proposto alla Cabina di regia del governo di introdurre, con una legge, l’obbligo di terza dose per gli operatori della sanità e delle Rsa, ai quali per lavorare sono già imposte le prime due somministrazioni. Queste categorie non stanno rispondendo come sperava l'esecutivo alla chiamata per la terza dose, visto che per ora solo il 50% avrebbe ricevuto la nuova iniezione.

Dopo i 17 milioni di vaccinati over 60 già invitati alla terza dose - finora l’hanno fatta in 2,5 milioni - il Governo dunque ha deciso di bruciare le tappe e, primo Paese in Europa (e non solo) apre il nuovo round di vaccinazioni anche a tutti gli over 40: nel resto del mondo a parte Israele con i richiami si è arrivati infatti al massimo agli over 50.

Non solo, Speranza ipotizza anche una modifica della validità del Green Pass nel caso si presentassero nuove evidenze scientifiche che provino il calo della copertura data dal primo ciclo vaccinale. Oggi dura 12 mesi ma prima erano 9. "L’estensione del Green Pass fino a 12 mesi potrà essere rivista in futuro se emergeranno nuovi dati o studi - ha detto - Ogni settimana l’Istituto superiore di sanità presenta un rapporto sull’efficacia dei vaccini e i dati consentono di aggiornare le indicazioni. Da settembre sono stati osservati i primi segnali di perdita di efficacia per cui è raccomandata una dose aggiuntiva per alcune categorie".

Speranza ha quindi annunciato che se ce ne sarà bisogno potrebbe di nuovo essere ridotta la durata del green pass a 9 mesi come in principio. Dopo l'estate il Parlamento aveva allungato la vita dei nostri green pass che conquistano 3 mesi in più e dunque dureranno 12 mesi invece dei nove previsti finora. Per completezza, ricordiamo che la normativa vigente prevede che la durata della validità del green pass per i soggetti guariti da Covid-19 è di 6 mesi; la durata della validità del green pass per i soggetti vaccinati è di 12 mesi. La durata della validità del green pass per i soggetti vaccinati è di 12 mesi. Il regolamento (UE) 2021/953 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 14 giugno 2021 ha stabilito che i certificati di guarigione possono avere una durata massima di 180 giorni dal primo test molecolare positivo.

Resta da capire quando e come sarà eventualmente ridotta la durata del Green Pass. Molto dipenderà dall'andamento dell'epidemia entro la fine dell'anno. A proposito del certificato verde, ieri è stata confermata la fiducia, chiesta dal governo, sul decreto green pass, approvato dal Senato con 199 voti favorevoli e 38 contrari, nessuna astensione. Il provvedimento, varato dall'esecutivo il 21 settembre scorso, disciplina le modalità per estendere l'obbligo della certificazione vaccinale nei luoghi di lavoro del settore pubblico e privato. Sarà ora trasmesso alla Camera per la conversione definitiva in legge.

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