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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Le regioni in zona rossa o arancione con l'ordinanza di Speranza e il decreto legge di Draghi

Sedici aree cambiano colore a partire dal 15 marzo con le nuove regole e il Report #43 dell'Iss. Di fatto un lockdown in Italia che durerà oltre Pasqua e Pasquetta e con nuove restrizioni diversificate da territorio a territorio: scuola in DaD, ristoranti e bar a rischio chiusura, via la deroga per visitare amici e parenti

Quasi tutte le regioni italiane rischiano di finire in zona rossa o arancione a partire da lunedì 15 marzo con l'ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza prevista per oggi, venerdì 12 marzo, dopo il report #43 dell'Istituto Superiore di Sanità e del ministero che certificherà la crescita dell'indice di contagio Rt in tutto il paese. Se i dati del Comitato tecnico scientifico sull'andamento del contagio verranno confermati Valle d'Aosta, Sicilia, Sardegna e forse Calabria - si manterranno fuori dall'area sottoposta a maggiori limitazioni mentre per tutte le altre scatteranno o verranno inasprite le regole previste dal Dpcm 2 marzo. E sarebbero sedici, secondo i pronostici, le regioni che potrebbero finire in zona rossa con i nuovi parametri. Ultimissime: Alle ore 13 e 12 è arrivato l'ok del Cdm al decreto legge 12 marzo: Italia in zona rossa dal 3 al 5 aprile.

Ultime notizie regioni zona rossa e arancione (aggiornamento 18,49): il Ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della Cabina di Regia, firmerà nuove ordinanze che andranno in vigore a partire da lunedì 15 marzo. Passano in area rossa le regioni Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Veneto e la Provincia autonoma di Trento che si aggiungono a Campania e Molise che restano in area rossa. Tutte le altre regioni saranno in area arancione per gli effetti del decreto legge approvato stamane. È in corso una verifica sui dati della Basilicata. La sola Sardegna resta in area bianca. La provincia di Bolzano passa in area arancione alla luce dei dati aggiornati relativi all'incidenza.

Le regioni in zona rossa o arancione con l'ordinanza di Speranza e il decreto legge di Draghi

Ultime news regioni zona rossa e arancione: Secondo l'agenzia di stampa Dire andranno o sono già in zona rossa, zona arancione e zona gialla le seguenti regioni:

  • zona rossa: Provincia autonoma di Trento, Basilicata (ma è in corso una verifica dei dati), Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Piemonte, Veneto, Marche, Molise. 
  • zona arancione: Abruzzo, Calabria, Liguria, Toscana, Provincia autonoma di Bolzano, Puglia, Sicilia, Umbria, Valle d'Aosta;
  • zona gialla: nessuna regione;
  • zona bianca: Sardegna.

Otto regioni e una provincia autonoma (Trento, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Veneto) vanno quindi in zona rossa e sette vanno in zona arancione (Provincia autonoma di BolzanoCalabria, Lazio, Liguria, Puglia, Sicilia e Valle d'Aosta) oltre a quelle che non hanno cambiato colore (Abruzzo, Basilicata, Campania e Sardegna). Ma sulla Basilicata è in corso una verifica dei dati. 

Il REPORT 43 della Cabina di Regia di Iss e ministero della Salute

La soglia di 250 casi per 100.000 abitanti, che impone il massimo livello di mitigazione possibile, è già stata superata dalle seguenti Regioni/PPAA: Provincia Autonoma di Trento, Provincia Autonoma di Bolzano, Emilia-Romagna, Marche, Friuli Venezia-Giulia, Piemonte e Lombardia. Lo rileva la bozza di monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute. Sono 4 le regioni e PA (Calabria, PA Bolzano, Sardegna e Umbria) con Rt puntuale settimanale sotto 1. La Sicilia si ferma a 1. Le altre 16 hanno un indice di trasmissibilità sopra 1. Il valore più alto è in Basilicata con 1.53 e in Campania con 1.5. Il Friuli Venezia Giulia registra un Rt di 1.39, l'Emilia-Romagna 1.34, il Piemonte 1.41, il Lazio 1.31 e la Lombardia a 1.3. Nello scorso monitoraggio le regioni con Rt sopra 1 erano 10. 

L'espansione della pandemia in Italia, con l'aumento del numero di Regioni in zona rossa e in zona arancione, fa crescere a dismisura il numero di alunni costretti alla didattica a distanza al punto che, secondo alcuni calcoli, ben 9 su 10 da lunedì non frequenteranno più le loro scuole almeno fino a dopo Pasqua. Un lockdown quasi totale per la scuola, dunque, simile a quello di un anno fa, se è vero che oltre 7,6 milioni di studenti su 8,3 milioni in totale saranno a casa e solo in pochissime Regioni gli istituti vedranno ancora suonare la campanella.

Sette regioni e una provincia autonoma in zona rossa, altre sette in zona arancione 

Sedici Regioni/PPAA hanno un Rt puntuale maggiore di uno. Tra queste, otto (Campania, Piemonte, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Basilicata, Lombardia, Lazio, Veneto) hanno un Rt con il limite inferiore superiore a 1,25, compatibile con uno scenario di tipo 3. Quattro Regioni hanno un Rt nel limite inferiore compatibile con uno scenario di tipo 2. Le altre Regioni/PPAA hanno un Rt compatibile con uno scenario di tipo uno. Lo evidenzia il monitoraggio settimanale Iss-ministero della salute. Tutte le Regioni/PPAA tranne sette hanno riportato allerte di resilienza. Quattro di queste - Campania, Lazio, Puglia e Veneto - riportano molteplici allerte di resilienza.  Questo il quadro complessivo dell'indice di contagio Rt per le regioni italiane nel report #43 dell'Istituto Superiore di Sanità sull'emergenza coronavirus: 

  • Abruzzo 1,05 (0,99-1,09), rischio moderato;
  • Basilicata 1,53 (1,31-1,76), moderato;
  • Calabria 0,83 80,72-0,95), moderato;
  • Campania 1,5 (1,41-1,6), alto con molteplici allerte di resilienza;
  • Emilia-Romagna 1,34 (1,32-1,38), alto;
  • Friuli-Venezia Giulia 1,39 (1,33-1,47), alto;
  • Lazio 1,31 (1,27-1,36), alto con molteplici allerte di resilienza;
  • Liguria 1,13 (1,08-1,18), moderato ad alta probabilita' di progressione;
  • Lombardia 1,3 (1,28-1,32), alto; Marche 1,08 (0,99-1,18), alto;
  • Molise 1,07 (0,83-1,33), moderato ad alta probabilità di progressione;
  • Piemonte 1,41 81,36-1,45), alto;
  • Bolzano 0,61 (0,57-0,65), moderato;
  • Trento 1,04 (0,99-1,1), moderato ad alta probabilità di progressione;
  • Puglia 1,23 (1,2-1,27), alto con molteplici allerte di resilienza;
  • Sardegna 0,89 (0,78-1), basso;
  • Sicilia 1 (0,95-1,06), moderato;
  • Toscana 1,23 (1,2-1,26), alto;
  • Umbria 0,82 (0,76-0,86), moderato ad alta probabilità di progressione;
  • Valle d'Aosta 1,4 (1,1-1,75), moderato;
  • Veneto 1,28 (1,26-1,32), alto con molteplici allerte di resilienza. 

Con questi numeri la Sardegna resta in zona bianca per la seconda settimana consecutiva e si avvia, senza mutare colore, verso la terza anche se i numeri della curva epidemiologica mostrano un leggero aumento, seppure al di sotto delle sogle definite dalla cabina di regia. Secondo i dati della bozza del monitoraggio dell'Iss, l'Isola mostra un indice di trasmissibità (Rt puntuale) pari a 0.89 nella settimana tra l'1 e il 7 marzo, mentre in quella precedente (22-28 febbraio) l'Rt era allo 0.67.

"L'elevata incidenza, l'aumento della trasmissibilità e il forte sovraccarico dei servizi ospedalieri richiedono di anticipare l'innalzamento/rafforzamento delle misure di mitigazione nazionali accompagnati da puntuali interventi di mitigazione/contenimento nelle aree a maggiore diffusione". È quanto si legge nella bozza dell'ultimo Report sull'andamento dell'epidemia, relativo al periodo dall'1 al 7 marzo, redatto dall'Istituto superiore di Sanità e dal ministero della Salute e sulla base del quale saranno decisi i nuovi colori delle Regioni. "Si ribadisce, anche alla luce del continuo aumento sostenuto della prevalenza di alcune varianti virali a maggiore trasmissibilità - prosegue il Report - di mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone e della mobilità. Analogamente a quanto avviene in altri paesi Europei, si raccomanda il rafforzamento/innalzamento delle misure su tutto il territorio nazionale". È dunque "fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo, che non siano strettamente necessarie, e di rimanere a casa il piu' possibile", conclude il Report.

La bozza del decreto legge 12 marzo

Aggiornamento ore 10,13: il governo ha fatto sapere agli enti locali che dal 3 al 5 aprile tutta Italia sarà in zona rossa, compresi quindi i giorni di Pasqua e Pasquetta. L'orientamento alla zona rossa per la Pasqua era già emerso in precedenza come ipotesi e il summit di oggi starebbe dunque confermando in maniera operativa questa opzione. Le violazioni della zona rossa saranno punite con multe dai 400 ai 3000 euro. La ministra degli Affari Regionali Mariastella Gelmini ha fatto sapere che oggi si approverà un decreto legge e non un Dpcm: ""Subito dopo questo incontro ci sarà un Consiglio dei ministri, nel quale verrà approvato un decreto legge, e non un Dpcm, per nuove misure anti-Covid. Il premier Draghi e questo governo ritengono importante coinvolgere il Parlamento e avere un confronto con tutte le forze politiche. Il nuovo provvedimento, con ogni probabilità, entrerà in vigore dalla giornata di lunedì 15 marzo". Questo è il testo della bozza del decreto legge 12 marzo: 

La bozza del decreto legge 12 marzo

Un'altra novità è che nel decreto legge del governo Draghi scenderà la soglia dell'indice di contagio Rt per entrare in zona rossa da 1,50 a 1,25. "Nei giorni di sabato 3, domenica 4 e lunedì 5 aprile disponiamo di una zona rossa di carattere nazionale, naturalmente eccetto le Regioni in zona bianca", ha detto il ministro Speranza durante l'incontro con le regioni. Ma cambierà anche altro: "Nelle prossime settimane, dal 15 marzo al 6 aprile, le zone gialle vengono portate in arancione. Si rende più tempestivo l'ingresso in area rossa: tutte le regioni che hanno incidenza settimanale superiore a 250/100mila verranno inserite nell'area con le misure più severe attraverso lo strumento delle ordinanze del Ministro della Salute".

In più sarà prevista la facoltà per le regioni di poter individuare, quando si è in arancione, aree ulteriori da portare in zona rossa, quando l'incidenza" di Covid-19 "supera la soglia dei 250 casi su 100mila nella settimana, oppure quando si riscontra una presenza di varianti tale da dover prevedere misure più restrittive". E anche la possibilitàper le regioni di poter individuare, quando si è in arancione, aree ulteriori da portare in zona rossa, quando l'incidenza supera la soglia dei 250 casi per 100mila abitanti nella settimana oppure quando si riscontra una presenza di varianti tale da dover prevedere misure più restrittive.

Oggi, venerdì 12 marzo, alle 11,30 è inoltre convocato un consiglio dei ministri che ha all'ordine del giorno un decreto legge con "misure urgenti per fronteggiare rischi sanitari", ovvero sul lockdown in Italia a Pasqua e Pasquetta e oltre: saranno implementate il sabato e la domenica misure da fascia arancione con bar e ristoranti chiusi e il divieto di uscire dal proprio comune ma il decreto prevederà un calendario di divieti mirati negli ultimi giorni di marzo e da sabato 3 aprile a lunedì 5 aprile. Limitati al massimo gli spostamenti, non saranno consentiti pranzi, incontri con più persone non conviventi, gite. E non è escluso — così come avvenuto a Natale — che si decida di chiudere del tutto bar e ristoranti in tutta Italia, mentre per la scuola si profila la Didattica a Distanza. Intanto è appena iniziato l'incontro informale in videoconferenza tra governo-Regioni-ANCI-Upi sulle nuove misure anti-Covid. Per l'esecutivo partecipano i ministri Maria Stella Gelmini e Roberto Speranza. Presenti anche Agostino Miozzo, Silvio Brusaferro e Franco Locatelli. 

Il report #43 dell'Iss invece fornirà il dato dell'indice di contagio e il coefficiente di occupazione delle terapie intensive, dati ad oggi decisivi per portare le regioni italiane in zona rossa o arancione (con Rt a 1 si passa in arancione, con 1,25 in fascia rossa). Secondo le indiscrezioni delle ultime ore sarebbero 14 o addirittura 16 le regioni che rischiano di andare in zona rossa: tra queste la Lombardia, il Lazio, il Veneto, il Piemonte, il Friuli-Venezia Giulia mentre la Toscana vede il suo Rt ancora a 1,22 ma le terapie intensive soffrono e l'Emilia-Romagna ha già parte del suo territorio nelle aree a maggiori restrizioni e anche per la regione di Stefano Bonaccini potrebbe arrivare il momento del rosso. L'Istituto Superiore di Sanità, in attesa del pre report, ha comunicato alla Regione Piemonte il dato dell'Rt, che è salito all'1,41. Attualmente, In base alle ordinanze del ministero della Salute del 5 marzo 2021 e del 27 febbraio 2021 sono attualmente ricomprese:

  • nell'area bianca: Sardegna; 
  • nell'area gialla: Calabria, Lazio, Liguria, Puglia, Sicilia, Valle d’Aosta;   
  • nell'area arancione: Abruzzo, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Provincia Autonoma di Bolzano, Provincia autonoma di Trento, Umbria, Veneto; 
  • nell'area rossa: Basilicata, Campania, Molise.

Oggi con il nuovo report potrebbe cambiare molto: Puglia e Liguria rischiano invece di finire in zona arancione. L'indice di contagio Rt della Liguria è "appena superiore all'1" mentre l'occupazione dei posti letto -1200 in media intensità e 250 in Intensiva - è del 43,8% per la prima e al 26,8% per la seconda, percentuale calcolata sui dati degli ospedalizzati di ieri. il presidente della Puglia Michele Emiliano ieri ha anticipato il rischio di cambio di colore: "La collocazione in zona gialla della regione Puglia mi ha indotto a chiedere qualche giorno fa ai miei collaboratori di anticipare le valutazioni che sarebbero state rese al Governo nei prossimi giorni. I dati così ottenuti sono allarmanti per il crescente numero di contagi che ormai rileviamo da giorni. I dati aggiornati ad oggi relativi al flusso aggregato della Protezione civile rappresentano un valore di incidenza settimanale regionale pari a 222 casi per 100.000 abitanti, aumentati del 22% rispetto ai 7 giorni precedenti. Solo due settimane fa il valore era di 135 casi per 100.000 abitanti". 

L'ultimo report della Cabina di Regia per le regioni in zona gialla, arancione e rossa

Il bollettino della Protezione Civile di ieri, intanto, conferma il trend in crescita: 25.673 nuovi contagi e 373 morti, tasso di positività al 6,9% (20% se calcolato sul totale dei casi testati e non dei tamponi effettuati). Aumentano ancora le degenze: +365 posti letto occupati nei reparti Covid ordinari (totale 23.247), + 32 terapia intensiva (2.859). 

Zona rossa e arancione: Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Lazio e le altre regioni verso il cambio di colore dal 15 marzo

Il Lazio invece rischia il doppio salto, ovvero di passare dalla zona gialla a quella rossa. Ieri l'assessore alla Sanità della Regione Alessio D'Amato lo ha anticipato: "Il valore RT del Lazio è a 1,3. La zona rossa è possibile per il superamento del valore 1,25, anche se l'incidenza è sotto soglia e anche i tassi di occupazione dei posti letto sono entro la soglia di allerta"."I dati del contagio- aveva comunicato poco prima l'Unità di crisi della Regione- sono in aumento e raggiungono i livelli di due mesi fa, con un trend di crescita rispetto alle due settimane precedenti. Lo scenario è previsto in netto peggioramento, bisogna mantenere altissimo il livello di guardia. Non è possibile concedersi nessuna distrazione, il virus con le sue varianti sta riprendendo vigore, la priorità è quella di interrompere ora la catena di trasmissione". Oltre all'indice di trasmissione del virus RT, che sette giorni fa segnava 0.98, vicinissimo a quell'1 che fa scattare il cambio di fascia, c'è l'occupazione dei posti letto. Il 9 marzo il Lazio ha superato la soglia del 30% imposta dal ministero della Salute per le terapie intensive: 31%. E i ricoveri continuano a crescere da almeno una settimana. Per i pazienti non critici, invece, al momento siamo intorno al 35%, in linea con la soglia del 40%, ma si tratta di dati in costante aumento. Analizzando la tabella dei nuovi casi, ciò che risulta evidente è che in tre settimane i contagi sono raddoppiati. Oggi Nicola Zingaretti ha ufficializzato la zona rossa per il Lazio:  "È possibile guardando i dati. È forse la regione italiana che di più è stata in zona gialla, però queste varianti sono molto invasive e pericolose, quindi sono giuste le nuove regole se arriveranno. Continuo a fare un appello: è il tempo di tornare davvero a una responsabilita' individuale dei comportamenti, le regole danno indicazioni ma siamo noi a fare la differenza. Deve tornare alta l'attenzione, perche' le varianti sono pericolose".  Anche la Valle d'Aosta va verso la zona arancione a partire dalla prossima settimana: lo hanno anticipato alla regione esponenti del governo. 

Per le regioni che cambiano colore scatteranno le regole previste dal dpcm 2 marzo e, insieme, anche quelle del decreto legge 12 marzo che il governo approverà oggi subito dopo la cabina di regia con le regioni. Nel testo rispetto al dpcm 2 marzo ci sarà l'assoggettamento automatico al regime delle zone rosse nei territori in cui l'indice di trasmissibilità sia superiore a 250 contagi per 100mila residenti. Con la possibilità nei weekend di far scattare ulteriori misure da 'zona rossa rafforzata' o super zona rossa, come era stata chiamata nei giorni scorsi. Sia il decreto legge che l'ordinanza del ministero della Salute entreranno in vigore da lunedì 15 marzo. Il primo effetto ci sarà sulle scuole. Nelle zone rosse sarà sospesa l'attività didattica in presenza negli istituti di ogni ordine e grado, comprese scuole dell'infanzia, elementari e medie. Resta garantita la possibilità di svolgere attività in presenza per gli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali. Tra i punti considerati acquisiti ci sono: 

  • l'automatismo per far scattare la zona rossa una volta superata l'asticella dei 250 contagi ogni centomila abitanti; 
  • una nuova proroga al divieto di spostamento tra le regioni, al momento in scadenza il 27 marzo; 
  • una stretta agli spostamenti dai comuni di residenza; 
  • l'anticipo del coprifuoco alle 19 o alle 20.

Il governo guarda comunque al modello Natale per affrontare il periodo di Pasqua: zone rosse nei festivi e prefestivi per contenere i movimenti che in quei giorni potrebbero inevitabilmente diventare veicolo di contagio. Ma ci sarà una differenza significativa: dovrebbe cadere, in zona rossa e forse anche in arancione, la deroga per vedere amici e parenti una volta al giorno rispettando gli orari del coprifuoco. Nel provvedimento entrerà il criterio in base al quale con un'incidenza settimanale di 250 casi ogni 100mila abitanti si entra automaticamente in zona rossa - bocciato a gennaio dai governatori ma sul quale c'è una sostanziale condivisione in tutto il governo - e la stretta per Pasqua come già è stato fatto a Natale, dunque tutta Italia in rosso dal venerdì santo al giorno di Pasquetta. Discussione ancora aperta invece sulla possibilità di abbassare la soglia dell'Rt con il quale si entra in zona arancione (ora è all'1).

Il decreto legge 12 marzo del governo Draghi: verso il lockdown a Pasqua e Pasquetta in Italia

Il decreto legge 2 marzo del governo Draghi e le nuove regole per la zona rossa, arancione e gialla

L'agenzia di stampa Ansa scrive che l'ipotesi che circola da ieri sera in ambienti di governo è che da lunedì sedici delle venti regioni italiane finiscano in "zona rossa". Solo domani, spiegano dal governo, si faranno le valutazioni finali per tutte le Regioni alla luce dei dati. Secondo questa previsione a Basilicata, Campania e Molise, già rosse da una settimana, si aggiungeranno quasi sicuramente Piemonte (Rt a 1,41), Lombardia (Rt a 1,3), Emilia Romagna (incidenza oltre 400) , Friuli-Venezia Giulia (Rt a 1,3) e Marche (incidenza sopra 250) e, con ogni probabilità, Veneto, che ha un Rt sopra 1,25 e uno scenario in netto peggioramento, provincia di Trento e Bolzano, che hanno un'incidenza sopra i 300 casi. Il Lazio è al limite tra l'arancione e il rosso, mentre Umbria e Calabria dovrebbero rimanere in arancione. Alle misure nazionali si affiancheranno poi quelle locali e saranno i presidenti di regione a dover adottare - come già fatto per la chiusura delle scuole - le ordinanze quando province o comuni superano la soglia di 250 casi ogni 100mila abitanti. Aumenteranno anche i controlli: fino ad oggi le forze di polizia si sono concentrare ad evitare gli assembramenti nelle zone della movida e sulle grandi arterie stradali, non potendo certo controllare migliaia di cittadini che coerentemente con la normativa in vigore si spostavano all'interno di città e comuni, ma da lunedì potranno effettuare verifiche più mirate, soprattutto negli spostamenti nei territori regionali e fra le diverse Regioni, visto che la mobilità sarà di fatto molto ridotta. Ovvero mezza Italia sarà in lockdown. 

Secondo Repubblica invece sono quattordici le regioni italiane che rischiano la zona rossa: il quotidiano scrive che da lunedì ad avere numeri tali da consentire l’apertura di bar e ristoranti dovrebbero rimanere solo la Sicilia (unica regione a resistere in giallo) e la Sardegna che rischia però di abbandonare il primato della zona bianca per tornare in giallo.

Per il resto la cartina d’Italia si tinge di scuro con ben 11 regioni in rosso e 7 in arancione. E 37 milioni di abitanti, quasi i due terzi della popolazione, costretti a tornare sostanzialmente in lockdown, con bar, ristoranti e negozi chiusi sempre, ma soprattutto con le scuole, questa volta di ogni ordine e grado, di nuovo serrate e bambini e ragazzi in didattica a distanza. 

Ma nella valutazione dei passaggi di zona influirà inevitabilmente il nuovo parametro dell’incidenza settimanale dei nuovi contagi su 100ma abitanti che sarà il cardine del decreto legge che il consiglio dei ministri approverà domani e che dovrebbe prevedere un mini-lockdown nazionale dalla vigilia di Pasqua a Pasquetta compresa: niente pranzi al ristorante e divieto di spostamenti e riunioni di famiglia. La Stampa scrive che rischiano seriamente di finire in zona rossa ben 12 regioni e gli oltre 40 milioni di italiani che le abitano: Abruzzo, Emilia, Fvg, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Trentino. Tra l’arancione e il rosso c'è il Veneto, che ha un Rt comunque sotto l’1,25. Campania, Molise e Alto Adige in rosso lo sono già, mentre la Basilicata se confermerà i miglioramenti della scorsa settimana potrebbe essere promossa alla fascia arancione. La Puglia resta colorata di arancione ma non le provincie di Bari e Taranto. 

Anche per i pochi che resteranno in giallo la libertà di movimento non sarà più quella di prima, perché la bozza di decreto vieta in tutta Italia, indipendentemente dal colore di appartenenza, le visite a parenti e amici, anche nel limite di due persone e di una sola volta al giorno come fino ad oggi previsto. Una stretta ulteriore suggerita dal Cts e subito recepita dall’ala rigorista del governo per prevenire le tipiche adunate di familiari e amici sotto le feste, che a Natale hanno contribuito non poco ad alimentare la terza ondata.

Per il Corriere della Sera invece rischiano di andare in zona rossa la Lombardia, il Piemonte, il Veneto, le Marche, il Trentino Alto Adige e il Friuli-Venezia Giulia mentre il Lazio potrebbe passare dal giallo al rosso così come la Calabria. Per la Liguria si profila la zona arancione, così come per la Puglia. La Toscana e l'Abruzzo sono in bilico, ma il presidente della Regione Eugenio Giani, intervenendo a Mattino Cinque su Canale 5, pronostica il mantenimento della zona arancione: "A mio giudizio sta funzionando il sistema dei colori, che differenzia fra zona e zona. La Toscana che aveva avuto una situazione molto critica a ottobre, con una seconda ondata molto pesante, in questo momento sta reggendo una situazione generalizzata di arancione con delle chiusure locali. Oggi decidero', sulla base dei dati che mi stanno preparando. Probabilmente in zona rossa ci potranno essere alcune province come Prato, Pistoia, forse Arezzo e altri Comuni in cui si e' vista l'evidenza del focolaio". La Sardegna potrebbe tornare zona gialla. Intanto sempre più regioni italiane sono classificate zone rosso scuro nella nuova mappa del Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie (Ecdc) sul quadro della diffusione del Covid nel Continente. Nel dettaglio, risultano in rosso scuro Lombardia, Emilia-Romagna, Marche, Friuli-Venezia Giulia, Campania e le province autonome di Trento e Bolzano. Unica zona gialla nel Paese è la Sardegna.

Regioni in zona rossa e arancione: il lockdown in Italia da lunedì 15 marzo

E torna a parlare anche Walter Ricciardi, consigliere del ministro Speranza che aveva chiesto a gran voce il lockdown totale subito dopo l'arrivo del governo Draghi: "Se si fosse adottata una 'strategia no covid', come quella impiegata da paesi la Nuova Zelanda o l'Australia, e se le cose si fossero fatte nel modo giusto, se nelle varie fasi i miei avvertimenti fossero stati seguiti, la terza ondata l'avremmo potuta evitare e oggi staremmo in una condizione di normalità", ha detto ieri durante il webinar "Obbligati a crescere. Vaccino, come ricominciare". Lì dove è stata adottata una strategia no covid, "non solo si ha una vita normale, ma il tasso di mortalità è 100 volte minore del nostro", ha detto Ricciardi. Per operare in questo modo "intanto bisogna avere una strategia, e pensare alla zona da liberare dal virus. Ad esempio in Nuova Zelanda e Australia è stato tutto il paese. Poi serve una campagna di motivazione e comunicazione, per convincere tutti quanti ad operare per uno sforzo comune per liberarsi del virus nel giro di 5-6 settimane".

Normalmente basterebbe "un lockdown di 2-3 settimane, ma per una situazione di circolazione intensa come la nostra, ne servirebbe uno di 5-6 settimane, da fare fare ovviamente con misure di supporto del reddito", prosegue Ricciardi. Per mantenere le zone protette libere dal virus, bisogna poi convertire tutti gli alberghi e le strutture che accolgono turisti per la quarantena e isolamento, dove mettere tutti i turisti e chi arriva da fuori, come fatto in in Nuova Zelanda". La strategia no covid "richiede forti investimenti iniziali - ha concluso Ricciardi - ma è molto più vantaggiosa rispetto a quella a yo-yo, con parziali chiusure e riaperture, morti e impoverimento economico. L'Europa non lo capisce, servirebbe una decisione convinta dei governi. In mancanza si può ipotizzare anche un percorso dal basso, promosso da città e regioni".

 La situazione "sarà sempre più critica nelle prossime settimane'' secondo Il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell'ospedale Galeazzi di Milano, parla l'evoluzione dell'epidemia in Lombardia, che parla oggi con il Corriere della Sera e sostiene che "sono le varianti, soprattutto quella inglese, ad essere responsabili dei più di mille casi al giorno nelle due province più colpite. In aumento anche i ricoveri in terapia intensiva: ieri + 28 per 645 letti occupati, numeri 'pesanti' anche per le lunghe degenze che questi ricoveri comportano. A questo si sommano i 5.849 nuovi casi sempre di ieri. Tutti gli indicatori ci dicono che nell'ultimo mese il Covid-19 ha ripreso forza e il muro del vaccino purtroppo è costruito solo in parte. Ai lombardi dico: evitate tutti i contatti interpersonali non indispensabili''. Quanto agli allarmi per i lotti di AstraZeneca, Pregliasco afferma che "se consultiamo il sito dell'Agenzia Italia del Farmaco quasi ogni giorno ci sono ritiri di lotti. I dati confermano valori irrisori, 30 casi di tromboembolia su 5 milioni di somministrazioni, e mi auguro che questo 'allarme' non abbia conseguenze sulle decisioni dei cittadini: i lombardi si sono dimostrati estremamente responsabili, lo dimostra la vasta adesione alla campagna da parte degli anziani''. "Il passaggio al rosso dalla prossima settimana dovrebbe agevolare la campagna vaccinale - prosegue il virologo - al netto dei problemi logistici e di forniture: qualsiasi manuale di virologia dice che quando si vaccina bisognerebbe 'chiudere tutto' per togliere terreno al virus. La zona rossa è oramai inevitabile: solo nel bresciano le intensive sono occupate al 90 per cento. Una situazione oggettivamente troppo rischiosa. In questa fase, come ho già ricordato, l'epidemia si muove molto rapidamente in comunità; consideriamo anche la grande quantità di asintomatici che 'sfuggono' alle statistiche, in una regione con dieci milioni di abitanti''. 

Quando potremmo vedere un cambiamento in positivo? ''Molto dipende dai tempi della vaccinazione di massa - precisa - in questo momento concentrerei gli sforzi per concludere le vaccinazioni di tutte le categorie fragili; e appena possibile somministrerei alla fascia 70-79, sempre molto colpita dall'infezione. Oggi la fascia d'età più a rischio è senza dubbio quella dei giovani proprio per lo stile di vita, comportamenti tipici dell'età ma oggi molto pericolosi. A Milano i casi continuano a salire ma per il momento restano sotto il livello di guardia. Di certo la metropoli sarà favorita dalla zona rossa: occorre ridurre sensibilmente la circolazione delle persone. L'alta densità abitativa è un'alleata di ogni virus. Una buona notizia è senz'altro il via libera della Giunta lombarda alla delibera per le somministrazioni anti Covid19 anche nelle aziende, ma stiamo un po' rincorrendo il virus: purtroppo siamo sotto il milione di vaccinazioni a livello regionale, più o meno si tratta del dieci per cento, la stessa percentuale che abbiamo sul nazionale. Ancora troppo poco per avere ricadute di massa positive''.

E infine ieri i ministri Gelmini, Speranza e Stefani, il commissario straordinario all’emergenza Covid Figliuolo e il capo della Protezione civile Curcio hanno illustrato alle regioni il piano vaccinale di massa del governo Draghi: si passerà dal criterio per categorie a quello sostanzialmente anagrafico. Completata la prima fase di vaccinazione degli operatori sanitari, sociosanitari e degli ospiti delle Rsa, in via di attuazione la fase 2 degli ultraottantenni, del personale scolastico, delle carceri, dei luoghi di comunità e delle forze dell’ordine, è ora di pianificare la fase tre. I primi a ricevere le dosi (“categoria 1”) saranno i cittadini con “elevata fragilità e disabilità grave” suddivisi in 16 categorie di rischio; quindi le persone in età compresa tra i 70 e i 79 anni, quelle tra 60 e 69, i minori di 60 anni con comorbilità fuori dai casi contemplati nella “categoria 1”. Infine toccherà al resto della popolazione sotto i 60 anni. 

Le regioni che vanno verso la zona rossa e arancione dopo l'ultimo report dell'Iss

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