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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Oggi si decide su zona rossa e arancione: quali regioni rischiano di cambiare colore

In arrivo il report dell'Istituto Superiore di Sanità e l'ordinanza del ministero della Salute: i territori che rischiano il passaggio da domenica 22 novembre e le province da "liberare" a breve

Abruzzo zona rossa, Liguria che resta arancione e Veneto gialla. Per il Lazio si valuta la possibilità della zona arancione mentre la Puglia è un caso e la Sicilia dovrebbe restare arancione e anche la Basilicata è indiziata. Oggi la Cabina di Regia Benessere Italia analizzerà il report dell'Istituto Superiore di Sanità e del ministero della Salute e gli ormai famosi (o famigerati, secondo le Regioni) 21 indicatori che contano per decidere se un territorio merita la zona rossa, arancione o gialla e, successivamente, il ministro Roberto Speranza potrebbe emanare l'ordinanza del venerdì che dovrebbe entrare in vigore da domenica 22 novembre. 

Oggi si decide su zona rossa e arancione: quali regioni rischiano di cambiare colore

Un passo indietro: ieri il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci ha rivelato di aver parlato con Speranza, il quale gli avrebbe anticipato che i territori che si trovano attualmente in zona arancione dovrebbero rimanere tali: "Ho sentito il ministro Speranza che mi ha anticipato la decisione di rinnovare la propria ordinanza per tutte le zone arancioni in Italia, fissando per la prossima settimana un primo confronto tecnico per una nuova valutazione del rischio-Regione". Ciò nonostante (o forse proprio per evitare provvedimenti da Roma) proprio ieri sera Musumeci ha adottato un'ordinanza destinata a limitare le occasioni di contagio nei giorni domenicali e festivi. Prevista la chiusura delle attività commerciali ad eccezione di farmacie, parafarmacie, tabaccherie ed edicole e del domicilio per i prodotti alimentari, dei combustibili per uso domestico e per riscaldamento.

Ma sono tre le regioni che potrebbero finire oggi in zona rossa. Tra queste c'è sicuramente l'Abruzzo, che ha già anticipato le restrizioni con l'ordinanza n. 102 del presidente Marco Marsilio: secondo Repubblica la Basilicata è un'altra indiziata mentre in Puglia la giunta di Michele Emiliano con il super-assessore alla Sanità Pier Luigi Lopalco chiede la chiusura di due province (Bat e Foggia) proprio per evitare di finirci: "Se la Puglia non ha i numeri da zona rossa — è la linea del ministro della Salute secondo il Corriere della Sera —sarà Emiliano a chiudere alcune province, con il via libera del governo". Sempre il quotidiano dice che per il Lazio si è valutata la possibilità di entrare in zona arancione: "Se volete stringere ancora noi ci siamo", ha detto nella videoconferenza l’assessore Alessio D’Amato, citato a modello da Boccia. Ma poiché i colori scattano in base ai dati sembra difficile che la prima regione dove l’indice Rt è sceso sotto l’1 cambi fascia di rischio. 

Per la prossima settimana invece potrebbero cadere le restrizioni da zona rossa in alcune province del Piemonte e della Lombardia: qui c'è un elenco in base ai numeri della scorsa settimana, da confermare oggi. È possibile, ma soltanto la prossima settimana, che si faccia un percorso "politico" inverso: decretare la zona arancione per entrambe le regioni ma lasciare alcune province - quelle con l'indice di contagio Rt più alto - in rosso. 

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Zone rosse e arancioni: le decisioni su Puglia, Basilicata, Liguria, Lazio, Veneto

Proprio della Puglia ha parlato ieri Boccia: "La situazione dipende dai dati. Fa bene Emiliano a chiedere restrizioni ed essere rigoroso. Se lo chiede per due province, se ci sono le condizioni, ha senso chiederlo per tutta la regione nella prima fase". Ieri il bollettino ha registrato un lieve calo dei contagi con 1263 nuovi casi Covid positivi su 9386 tamponi. Solo nel Barese ci sono 555 nuovi contagiati, 189 nella Bat, 187 in provincia di Taranto, 154 nel Foggiano, 98 nel Leccese e 72 in provincia di Brindisi. La percentuale dei positivi rispetto ai test effettuati ieri è del 13,46%, inferiore ai dati dell’ultima settimana. Il Corriere del Mezzogiorno ricorda che secondo Gimbe, dall’11 al 17 novembre, in Puglia i nuovi contagi da Covid 19 sono aumentati del 32,7%, oltre la media nazionale che è del 24,4%. Un test su quattro è risultato positivo. "Dal nord al sud della Regione la situazione epidemiologicaèdiversa – spiega l’assessore regionale alla Sanità, Pier luigi Lopalco-non tutta la Puglia è ugualmente colpita ed è partita con delle curve epidemiche asincrone".

Da domani ci sarà un tavolo con Brusaferro, i tecnici delle regioni, dell’Iss e della Salute per valutare l’ipotesi di una ponderazione dei dati diversi rispetto ai 21 indicatori: gli enti locali, che li hanno approvati nei mesi scorsi, ora chiedono di utilizzarne soltanto cinque. Il governo ha detto no ma ha aperto un tavolo per le modifiche. Ieri il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia ha detto che non esclude che alcune regioni possano passare in zona rossa: secondo l'agenzia di stampa Ansa si parla di Puglia, Basilicata, Sicilia e Abruzzo, che di fatto già lo è per decisione del presidente Marsilio, con Emilia Romagna e Liguria ancora in bilico. Indiscrezioni che però fonti del ministero della Salute definiscono "del tutto infondate". 

Ieri il governatore della Liguria Giovanni Toti ha messo le mani avanti sulla possibilità che la sua regione finisca in zona rossai:  "Da un punto di vista tecnico scientifico lo escludo nel modo più totale", ha detto nel punto stampa sull'emergenza coronavirus: "Sarebbe totalmente ingiustificabile". "Per la verità noi valuteremmo la Liguria per i dati sia del report sia per i dati puntuali di oggi da ritorno in fascia gialla", ha aggiunto. "Riteniamo - ha spiegato però - che la scelta più corretta dall'analisi dei dati e dalle valutazioni dei nostri esperti è di proseguire almeno alcuni altri giorni sui livelli delle misure attuali". 

Nel frattempo, scrive sempre l'Ansa, sono diverse in Abruzzo, a meno di 48 ore dall'entrata in vigore della zona rossa, le sanzioni elevate dalle forze dell'ordine nei confronti di persone che hanno violato le maggiori restrizioni scattate dalla mezzanotte di mercoledì con l'ordinanza del governatore Marco Marsilio che ha introdotto sul territorio le misure previste dall'articolo 3 del Dpcm del 3 novembre. Protagonista di uno degli episodi è un 41enne pugliese residente a Montesilvano (Pescara), che per ben due volte ha violato l'isolamento, nonostante la positività al virus insieme all'intera famiglia. Ieri sera, l'uomo, insieme al figlio minorenne, è andato al pronto soccorso dell'ospedale di Atri (Teramo) in seguito ad un incidente fatto dopo essere uscito di casa per fare la spesa Per lui è scattata la denuncia. A Sulmona (L'Aquila) è scattata la sanzione amministrativa per tre uomini di 30, 46 e 48 anni. Ieri sera il loro passo incerto ha insospettito la Polizia. Fermati, i tre hanno confessato: la bevuta tra amici costerà loro costerà 400 euro a testa. 

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