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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Dove sono le zone rosse già attive in Italia

Con l'aumento dei contagi in alcuni Comuni sono state istituite misure più stringenti per cercare di bloccare la diffusione del coronavirus. Ecco dove

Dopo aver annunciato nel nuovo Dpcm la possibilità per i sindaci di chiudere vie e piazze cittadine alle ore 21 in caso di assembramenti, il riferimento è sparito nella norma definitiva pubblicata in Gazzetta Ufficiale. Ne abbiamo parlato qui. Una cosa è certa: l'onda lunga del coronavirus spaventa sindaci e governatori, tanto che in alcune zone d'Italia sono tornate alcune "zone rosse", aree in cui sono state istituite misure più stringenti per cercare di bloccare la diffusione del coronavirus. Vediamo dove.

Dove sono le zone rosse attive in Italia

Per cercare di arginare la diffusione della malattia, in Sicilia sono in vigore restrizioni fino al 7 novembre a Sambuca di Sicilia (piccolo centro di circa seimila abitanti in provincia di Agrigento) e a Mezzojuso (in provincia di Palermo) fino al 24 ottobre. In questi due Comuni è vietata la circolazione, a piedi o con qualsiasi mezzo pubblico o privato, all'interno del territorio comunale, fatta eccezione per indifferibili esigenze lavorative o situazioni di necessità e motivi di salute. Per l'acquisto o il consumo di generi alimentari e l'acquisto di beni di prima necessità si potrà uscire una sola volta al giorno.

A Sambuca di Sicilia e Mezzojuso la principale modalità di lavoro sarà lo smart-working, con la promozione, da parte dei datori di lavoro pubblici e privati, della fruizione di ferie e congedi per i propri dipendenti. Stop alle lezioni nelle scuole di ogni ordine e grado, così come ai servizi dell’infanzia. Chiusi musei, biblioteche e luoghi di cultura, inoltre sono vietati banchetti e feste private di qualunque tipo.

La foto della colonna di ambulanze a Sambuca di Sicilia come a Bergamo

Nei due centri, inoltre, sono sospesi tutti gli eventi sportivi, (incluse le attività di allenamento), le manifestazioni culturali, ludiche e religiose (grandi eventi,cinema, teatri, pub, scuole ballo, sale giochi, discoteche, ecc.). Sospese altresì le cerimonie civili e religiose, ad eccezione dei funerali a cui potranno partecipare massimo 15 persone. Negli esercizi commerciali delle due comunità è consentito l'accesso a una sola persona per volta e sempre con l'utilizzo dei dispositivi di protezione individuale.

Chiusura anche a Galati Mamertino, in provincia di Messina (dal 12 fino al 20 ottobre). Sempre in Sicilia, 97 positivi sono stati accertati attraverso il tampone molecolare e altri sessanta con quello rapido a Randazzo, in provincia di Catania. È la quarta zona rossa nell’isola, con i carabinieri che presidiano le vie del paese. Il provvedimento resterà in vigore fino alle 24 del 26 ottobre.

È (quasi) lockdown anche in un Comune in Sardegna

A seguito degli ultimi casi riscontrati di coronavirus, in Sardegna è scattato il lockdown a Paulilatino, comune in provincia di Oristano, dove da lunedì 19 (e fino a nuova comunicazione) chiudono scuole di ogni ordine e grado, negozi, esercizi pubblici e i residenti potranno uscire di casa solo per le urgenze e le esigenze primarie. Il provvedimento è stato adottato alla luce di alcune valutazioni con le autorità sanitarie. Nel paese sinora sono stati registrati solo due casi di positività al coronavirus, ma nella ricostruzione della catena di contatti si teme che un gran numero di persone possano essere a rischio. È stato il sindaco Domenico Gallus ad annunciare la nuova ordinanza restrittiva con una diretta social.

Coronavirus, le zone rosse in Liguria

In Liguria, a Genova, sono state istituite quattro zone rosse della città, secondo l’ordinanza di giovedì 15 ottobre del presidente della Regione Giovanni Toti: dalle 12 di quel giorno è scattato il divieto assoluto di assembramento negli spazi pubblici. Le aree interessate dalla misura "anti contagio" sono un'ampia zona del centro storico a ovest di via San Lorenzo, molte vie e piazze della parte bassa di Sampierdarena, e poi Cornigliano e Certosa (Rivarolo).

Tre Comuni diventati zona rossa in Valle d'Aosta

In Valle D’Aosta sono tre i Comuni diventati zona rossa: si tratta di Verrayes, Saint-Denis e Chambave. Renzo Testolin, presidente della Regione, ha disposto un'ordinanza di chiusura che, si legge in una nota, "consentirà di evitare un'ulteriore espansione del contagio e l'esecuzione di tamponi a tutta la popolazione, a eccezione dei bambini in età pediatrica, in modo da definire i livelli di contagio e le prossime azioni da intraprendere". Nelle zone isolate per emergenza sanitaria "si possono continuare a svolgere le attività che erogano beni e servizi di prima necessità, le attività agricole e di allevamento, così come quelle connesse alla filiera agro-alimentare, le attività dei presidi sociosanitari e quelle veterinarie".

Le zone rosse per coronavirus in Calabria

Tornando alle regioni del Sud, in Calabria sono state istituite zone rosse su decisione di Nino Spirlì, il presidente facente funzioni della regione dopo la morte della governatrice Jole Santelli, per i Comuni di Sant'Eufemia d'Aspromonte, nel reggino, e per Torre di Ruggiero, nel catanzarese. Anche la tendopoli dei migranti a San Ferdinando a Rosarno, in provincia di Reggio Calabria, è stata dichiarata zona rossa. Il provvedimento è stato firmato il 17 ottobre scorso da Spirlì, prendendo atto "dell’incidenza dei casi confermati nella comunità presente nella tendopoli, che si attesta su livelli significativi, atteso che quasi il 50% dei soggetti sottoposti a test sono risultati positivi".

Sempre in Calabria sono state istituite due zone rosse nei comuni di Celico e Casali del Manco, in provincia di Cosenza, con la limitazione agli spostamenti e lo screening alle persone nei due comuni. Dal 19 ottobre chiuse tutte le attività commerciali, produttive, scolastiche, ad eccezione di quelle ritenute "essenziali". Imposto anche il divieto di allontanamento delle persone residenti nei due comuni, di ingresso e uscita e di spostamento, tranne per gli spostamenti ritenuti essenziali.

Il caso di Arzano in provincia di Napoli

Scuole ed esercizi commerciali chiusi fino al 23 ottobre, ad eccezione dei negozi di generi di prima necessità: è il mini lockdown deciso dalla commissione straordinaria di Arzano, in provincia di Napoli, alla luce "dell'altissimo numero di contagiati presenti sul territorio". Nei giorni scorsi alcuni commercianti sono scesi in strada per protestare contro le chiusure.

Un monitoraggio della task force istituita dal sindaco di Napoli Luigi de Magistris e dall'assessore Francesca Menna ha portato a una mappatura della città per zone. Nell’ultimo periodo esaminato (4-10 ottobre), come zona rossa è stata identificata "un’area calda" (Municipalità 3,4,7) caratterizzata da alta prevalenza dei contagi e alimentata dall’elevato incremento percentuale dei casi. Sempre in provincia di Napoli è stata dichiarata zona rossa la frazione Ticciano di Vico Equense, sulla penisola sorrentina. E sono scattati i tamponi per verificare quanti degli ottocento abitanti abbiano contratto il coronavirus.

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