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Martedì, 16 Aprile 2024
L'allarme

Batteri multiresistenti trovati nella carne dei supermercati

L'allarme arriva da uno studio spagnolo che ha riscontrato la presenza di germi resistenti a più antibiotici (e pericolosi per l'uomo) nel 40% dei campioni di carne acquistata in alcuni supermercati di Oviedo

L’antibiotico-resistenza rappresenta è una delle principali minacce per la salute pubblica globale. Un uso eccessivo e inappropriato degli antibiotici nella medicina umana, veterinaria e in agricoltura ha consentito ai batteri di diventare nel tempo sempre più forti e resistenti ai farmaci. Oggi si stima che le infezioni antibiotico-resistenti provochino circa 700.000 decessi l’anno (solo in Europa nel 2020 sono morte 36mila persone). Un numero, secondo le previsioni, destinato a crescere e a raggiungere i 10 milioni di decessi entro il 2050, se non verranno intraprese misure urgenti per arginare questa pandemia silenziosa. I batteri multi-resistenti, cioè quelli capaci di resistere all'azione di più antibiotici, possono essere trasmessi all'uomo dagli animali attraverso la catena alimentare, tuttavia ad oggi non sono disponibili dati ufficiali sulla contaminazione degli alimenti da batteri multiresistenti.

Per saperne di più, i ricercatori dell’Università di Santiago di Compostela-Lugo (Spagna), insieme a i colleghi di altri centri di ricerca, hanno effettuato una serie di esperimenti per valutare, nella carne in vendita al supermercato, la presenza di Enterobacteriaceae (un'ampia famiglia di batteri, tra cui Escherichia coli) e il loro livello di resistenza agli antibiotici. Questi batteri sono molto pericolosi perché in grado di causare gravi infezioni nell’uomo, come la sepsi (una risposta infiammatoria eccessiva dell'organismo che danneggia tessuti e organi compromettendone il funzionamento) o infezioni delle vie urinarie. Lo studio ha riscontato la presenza di Escherichia coli multiresistente agli antibiotici nel 40% dei campioni di carne prelevati in alcuni supermercati spagnoli di Oviedo ed esaminati. I risultati della ricerca sono stati presentati al Congresso Europeo di Microbiologia Clinica e Malattie Infettive (ECCMID) in corso a Copenaghen dal 15 al 18 aprile.

Lo studio

I ricercatori hanno analizzato 100 confezioni di carne (25 di pollo, 25 di tacchino, 25 di manzo e 25 di maiale) scelti a caso in alcuni supermercati di Oviedo durante il 2020. Dall’analisi è emerso che la maggior parte dei prodotti (il 73%) conteneva livelli di Escherichia coli che rientravano nei limiti di sicurezza alimentare. Ciononostante, quasi la metà (il 49%) è risultata contaminata da ceppi di E. coli multiresistenti e quindi potenzialmente patogeni. In particolare, i ricercatori hanno isolato e caratterizzato Escherichia coli e Klebsiella pneumoniae (un batterio Gram-negativo) in 10 campioni di carne (sette di pollo, due di tacchino, uno di maiale) su 100 esaminati.

Articolo: Antibiotico-resistenza, guarita la prima paziente italiana con il virus che uccide i batteri 

Pollo e tacchino le carni maggiormente contaminate da batteri multiresistenti

Quaranta dei 100 prodotti analizzati contenevano Escherichia coli multiresistente, compresi ceppi che producevano beta lattamasi ad ampio spettro (ESBL), enzimi capaci di conferire resistenza alla maggior parte degli antibiotici comunemente utilizzati (comprese le penicilline, le cefalosporine e il monobactam aztreonam). Questi batteri multiresistenti sono stati trovati nel 68% dei campioni di tacchino, nel 56% dei campioni di pollo, nel 16% dei campioni di manzo e nel 12% dei campioni di maiale. E’ evidente come il pollame sia risultato il tipo di carne maggiormente contaminato: questo, secondo i ricercatori, è probabilmente dovuto alle differenze di allevamento e di macellazione.

Il 27% delle carne contiene ceppi patogeni a livello extra-intestinale

Il 27% dei campioni di carne analizzati conteneva ceppi di Escherichia coli potenzialmente patogeni a livello extraintestinale (ExPEC). Questi batteri possono causare malattie al di fuori del tratto gastrointestinale, come ad esempio infezioni delle vie urinarie, e sono considerati una delle principali cause di sepsi o batteriemia dell’adulto e la seconda causa più comune di meningite nei neonati.

Un altro 6% dei campioni analizzati conteneva invece ceppi di Escherichia coli, sempre parte delle ExPEC, che possono causare gravi infezioni delle vie urinarie. Infine, l’1% dei campioni di carne conteneva ceppi di Escherichia coli portatrici del gene mcr-1: questo gene conferisce al batterio una certa resistenza alla colistina, un vecchio antibiotico di ultima scelta nel trattamento di infezioni causate da germi resistenti a tutti gli altri antibiotici.

Non solo pollame, anche manzo e maiale possono essere contaminati

In una ricerca precedente, gli autori di questo studio avevano evidenziato elevati livelli di contaminazione con batteri potenzialmente in grado di causare gravi infezioni nell’uomo e resistenti agli antibiotici nel pollo e nel tacchino. Ora, con questo ultimo studio, hanno dimostrato che anche altri tipi di carne, come manzo e maiale, possono essere contaminati e potenzialmente pericolosi. Per questo motivo, si augurano che vengano presto implementati dei regolari controlli dei livelli di batteri resistenti agli antibiotici resistenti (compreso l’ExPEC) nella carne.

Articolo: Qual è il test del sangue che aiuta a limitare l'uso di antibiotici

Come tutelare i consumatori

I consumatori devo essere tutelati con interventi farm-to-fork (dal campo alla tavola). "Ad esempio - ha affermato la dott.ssa Azucena Mora Gutiérrez, autrice dello studio - con la creazione di laboratori di sorveglianza per consentire il rilievo tempestivo di batteri ad alto rischio negli animali da allevamento e nella carne, e per valutare le conseguenze delle restrizioni nell’uso degli antibiotici nella medicina veterinaria, richieste dall’UE. E ancora con l’impiego di vaccini negli allevamenti per ridurre la presenza di specifici batteri multiresistenti e patogeni negli animali da produzione alimentare, che ridurrebbero i rischi per i consumatori".

Anche i consumatori devono fare la loro parte

Ma anche i consumatori giocano un ruolo chiave nella sicurezza alimentate, e devono fare la loro parte. In che modo? Non interrompendo la catena del freddo dal supermercato a casa, cuocendo accuratamente la carne, conservandola correttamente in frigorifero e ricordandosi di disinfettare bene coltelli, taglieri e altri utensili da cucina, prima di utilizzarli per evitare la contaminazione crociata (passaggio diretto o indiretto di microbi patogeni da alimenti contaminati ad altri alimenti in modo indiretto). "Con questi accorgimenti - concludono i ricercatori - mangiare carne diventa un piacere con zero rischi per la salute".

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