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Giovedì, 28 Marzo 2024
Alimentazione

Cibi e scadenze: ecco quando buttare o conservare gli alimenti

Consigli utili per capire se e quando è il caso di affidarsi alla data stampata sulle confezioni oppure sia possibile 'trasgredire' e mangiare comunque i prodotti più diffusi sulle tavole italiane

Per fare chiarezza sul dubbio che spesso sovviene riguardo le date stampate sulle confezioni degli alimenti, sull'interrogativo che possano o meno essere intese come ordini tassativi o meri suggerimenti, il Corriere della Sera ha stilato 5 punti che ben si prestano a chiarire come, se e quando fare pulizia nella dispensa e nel frigorifero. 

Innanzitutto, le scadenze vere e proprie si riconoscono dal tono perentorio (“consumare entro”) e vanno prese seriamente perché riguardano la sicurezza di ciò che si mangia, a differenza dell’avverbio “preferibilmente" che rimanda al “termine minimo di conservazione” (Tmc) molto meno rigoroso e, secondo alcuni, più utile come scudo legale per le industrie produttrici che come strumento al servizio dei consumatori. 

Fermo restando che è sempre il buonsenso la bussola migliore per orientarsi nei singoli casi, ecco alcune informazioni da tenere sempre ben in mente prima di decidere cosa farne dei che restano.

- Uova. La data riportata sulla confezione delle uova (“consumare preferibilmente entro”) non può superare il ventottesimo giorno dalla deposizione. L’agenzia per la sicurezza alimentare europea (Efsa) ha bocciato la proposta di allungare questo periodo per contenere il rischio salmonella e molti esperti consigliano anche di anticipare il consumo a 20 giorni.

- Latte. Può essere ancora buono un giorno o due dopo la data consigliata per il consumo, a patto che sia arrivato dal produttore alla tavola senza interruzioni significative nella catena del freddo. Nei mesi estivi, però, può essere una buona idea anticipare anziché posticipare il consumo di questo e altri alimenti delicati, come ricotta e robiola.

- Pasta secca e riso hanno una durata consigliata variabile (24-30 mesi) ma possono essere mangiati tranquillamente anche qualche mese più tardi. Non si corre alcun rischio nemmeno con biscotti e cracker che al massimo perdono in croccantezza.

- Carne fresca e pesce fresco possono essere venduti senza una data di scadenza, ma il grado di deperibilità di questi alimenti non è omogeneo: un hamburger ad esempio va consumato prima di una bistecca o di un taglio di carne più piccolo confezionato sottovuoto. Il pesce azzurro dura meno di spigole e orate, mentre i surgelati possono essere mangiati anche in ritardo rispetto alla data consigliata, purché siano cotti. 

- Insalate lavate e vendute in busta sono alimenti rapidamente deperibili, perciò oltre a rispettare la data di scadenza bisognerebbe consumarli entro due giorni dall’apertura della confezione.

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