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Giovedì, 25 Aprile 2024
Sprechi alimentari

Niente più data di scadenza, per capire se il latte è buono basta annusarlo

Il suggerimento arriva dalla catena dei Supermercati Morrisons, che ha deciso di sostituire la dicitura “da consumare entro” con “da consumare preferibilmente entro” sulle confezioni del latte con l’obietto di ridurre gli sprechi alimentari

Un terzo della produzione alimentare globale (circa 1,6 miliardi di tonnellate) viene sprecato, ogni anno, senza neanche arrivare in tavola (dati FAO 2021). Se questa quantità di cibo fosse prodotta da una sola nazione, questa sarebbe la terza responsabile di emissioni di gas serra al mondo (contribuendo per circa l’8% al totale mondiale), sorpassata solo da Cina e Stati Uniti. L’Istituto di consulenza statunitense Boston Consulting Group ha previsto che di questo passo per il 2030 ci sarà un aumento degli sprechi alimentari del 40%, cioè arriveremo a gettare 2,1 miliardi di tonnellate di cibo all’anno. Al problema ambientale, poi, si aggiunge una questione etica: mentre i Paesi ad alto reddito buttano via il cibo, oltre 820 milioni di persone al mondo (l'11% della popolazione mondiale, ovvero 1 persona su 10) soffrono per la fame o la malnutrizione. In effetti, vi sono risorse sufficienti per sfamare l’intera popolazione mondiale, ma bisognerebbe cambiare i metodi di redistribuzione del cibo e i modelli alimentari “insostenibili” di una minoranza ricca. Se guardiamo l’Italia, ciascun cittadino getta in media oltre 25 kg di cibo all’anno. Considerando l’intera popolazione si arriva poi a un dato allarmante: 1.526.400 tonnellate di cibo ogni anno sprecate nel nostro Paese (dati 2020 dell’Osservatorio Waste Watcher). Più di un terzo del cibo prodotto per il consumo viene sprecato per cattiva conservazione in ambito domestico, come ad esempio il latte: sono 4,8 i litri di latte per persona sprecati all'anno in Italia.

I consumatori buttano via il cibo perché pensano sia andato a male o perché credono possa essere andato a male. In realtà, tra gli alimenti catalogati come "deperibili", c'è il latte pastorizzato che potrebbe essere consumato anche oltre la data si scadenza indicata sul'etichcetta. A sottolinearlo una recente ricerca condotta dalla catena dei Supermarkets Morrisons, che ha deciso di sostituire la dicitura “da consumare entro” con “da consumare preferibilmente entro” sulle confezioni del latte con l’obietto di ridurre gli sprechi di questo alimento.

L’iniziativa della catena di Supermarkets Morrisons

L'iniziativa della catena di Supermercati Morrinos nasce con l'obittivo di ridurre gli sprechi alimentari puntanto quanto più possibile all'inquinamento zero. Secondo l'Organizzazione benefica britannica WRAP, il latte è il terzo alimento più sprecato in casa (dopo patate e pane), per un totale di circa 490 milioni di pinte sprecate ogni anno. Di queste, si stima che circa 85 milioni di pinte di latte di scarto possano essere dovute all'osservazione della dicitura "consumo entro". Su questi dati, la catena Morrisons ha calcolato un risparmio di 7 milioni di pinte all'anno grazie a questa nuova mossa, e alla conseguente "rieducazione della clientela".

Il latte di buona qualità e ben conservato ha una buona vita di pochi giorni dopo le normali date di scadenza, e "pensiamo - ha spiegato Ian Goode, responsabile manager di settore presso Morrisons - che dovrebbe essere consumato, non rovesciato nel lavandino”. "Le date di scadenza sul latte rimarranno le stesse - ha affermato il supermercato -, è ciò che chiediamo ai clienti che sta cambiando. E cioè, di evitare con un piccolissimo impegno sforzi inutili da parte dei nostri agricoltori e emissioni di carbonio non necessarie nell'atmosfera".

“Consumare entro”

La dicitura “Consumare entro" fa riferimento alla data, indicata dai produttori, entro la quale deve essere consumato il prodotto. Oltre tale data, anche se l'alimento continua ad avere un bell'aspetto e un buon odore, potrebbe far male alla salute, quindi non essere sicuro. Questa data è il frutto di un'analisi scientifica che ha determinato per quanto tempo il prodotto può essere conservato prima che eventuali microbi pericolosi possano raggiungere livelli tali da causare danni alla salute, se ingeriti. Generalmente compare su prodotti che non possono essere conservati troppo a lungo, come carni cotte e prodotti caseari freschi.

“Da consumare preferibilmente entro”

La dicitura "Da consumare preferibilmente entro" indica per quanto tempo si può conservare qualcosa prima che il prodotto inizi ad avere un sapore meno fresco o a diminuire di qualità. Ma questo non significa che il prodotto non sia sicuro da mangiare dopo questa data. E’ utilizzata normalmente per alimenti non particolarmente deperibili, che si possono consumare anche dopo la data sull'etichetta, ma che potrebbero non essere, oltre la data indicata, in condizioni ottimali (come ad esempio il pane o cibi in scatola o surgelati). In sintesi, quindi, la prima dicitura si basa sulla “sicurezza” del cibo mentre quest’ultima sulla “qualità” dello stesso. 

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La pastorizzazione garantisce la sicurezza del latte

Sulle confezioni del latte compare solitamente la dicitura "consumare entro”, ma in realtà - come suggerisce Morrisons - si potrebbe sostituire con la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro”, perché il prodotto rimane sicuro per i consumatori anche oltre la data indicata, grazie al processo della pastorizzazione cui è sottoposto prima del confezionamento. Durante questo processo, il latte viene riscaldato ad almeno 72 gradi per 15 secondi per renderlo igienicamente sicuro e poterlo mantenere tale in frigorifero per almeno quattro giorni. La pastorizzazione uccide gli agenti patogeni che possono essere presenti nel latte crudo e causare infezioni nell’uomo, mentre non uccide altri batteri lattici che però non possono svilupparsi in certe condizioni di refrigerazione entro il termine di scadenza. Per questo motivo il latte viene conservato a bassa temperatura (in frigorifero), per rallentare la crescita di questi microbi rimanenti. Tuttavia, questi continuano a crescere, ed è la crescita di questi batteri non nocivi che causa il deterioramento del latte. 

Come conservare correttamente il latte fresco

Sapere come conservare il latte è importante per mantenerlo in buono stato il più a lungo possibile ed evitare gli sprechi. Una volta acquistato, il latte fresco va subito messo in frigorifero. Prima dell’apertura può essere conservato sempre in frigorifero all’incirca per 6 giorni. Dopo l’apertura, invece, deve essere consumato entro 48 ore. Altra cosa a cui fare attenzione è la collocazione nel frigorifero: il più delle volte, lo si sistema nello scompartimento dello sportello insieme alle bottiglie. E’ una mossa sbagliata! Questo settore è quello meno freddo del frigorifero e pù soggetto a frequenti sbalzi di temperatura. L’ideale è riporre i cartoni o le bottiglie del latte nella parte centrale del frigorifero insieme a yogurt, formaggi e altri latticini. Attenzione poi a non far stare le confezioni a contatto con il fondo del frigorifero, altrimenti si rischia che si congelino.

E il latte a lunga conservazione?

Il latte a lunga conservazione viene sottoposto a un processo di sterilizzazione: veine riscaldato a 135-150 gradi per 3-10 secondi e poi rapidamente raffreddato a temperatura ambiente e confezionato in sterilità. In questo modo il latte può essere conservato a temperatura ambiente fino a tre mesi dalla produzione. Con questa procedura il danno termico alle componenti nutrizionali è più elevato, ma si eliminano praticamente tutte le componenti microbiche presenti. Può essere conservato in dispensa o comunque a temperatura ambiente per circa due mesi, considerando sempre la data indicata sull’etichetta o direttamente sulla confezione. Dopo l’apertura è possibile conservarlo in frigorifero e consumarlo entro 3 giorni.

La prova dell'annusamento del latte

Per capire se il latte è ancora buono, Morrisons ha consigliato di utilizzare "la prova dell’annusamento". Se, una volta annusato, non si rilevano tracce di deterioramento (odore troppo forte e sgradevole), il latte si può bere in sicurezza. Se non si vuole annusare il latte, si può versare una piccola quantità in una tazza di acqua bollente e girarlo: se si mescola normalmente può essere utilizzato, se assume una consistenza cagliata sta iniziando a deteriorarsi. In questo caso, se lo si beve non avrà sicuramente un buon sapore, ma lo si può tranquillamente riciclare come sostituto del latticello, dello yogurt o della panna acida in alcune ricette. Chiaramente se il latte è avariato (appare ingiallito, ha un odore troppo forte tale da nauseare, risulta denso), deve essere buttato via.

Bilanciare la data di scadenza con il buon senso per ridurre gli sprechi

Attenzione! La prova dell’annusamento vale solo per il latte pastorizzato. Questo perchè il latte crudo può ancora contenere agenti patogeni e non deve mai essere consumato oltre la data di scadenza. Inoltre, poiché cibi diversi contengono diversi tipi di microbi, questo consiglio (la prova dell'annusamento) non può essere esteso anche ad altri alimenti. Quindi, in generale, il consiglio è di attenersi alla data di scadenza. Ma quando si tratta di latte pastorizzato, possiamo valutare se è il caso di consumarlo o no oltre la data di scadenza, bilanciando la data di scadenza con il nostro buon senso, riducendo in questo modo l'impatto degli sprechi alimentari sull'ambiente. 

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