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Martedì, 23 Aprile 2024
Senso di fame

Ecco come controllare il senso di fame e dimagrire senza fatica

Un gruppo di ricercatori ha scoperto il meccanismo che regola il comportamento alimentare e sviluppato un approccio terapeutico innovativo che potrebbe rivoluzionare la cura dell'obesità e dei disturbi alimentari

Sovrappeso, obesità e disturbi del comportamento alimentare sono tra le cause più comuni di una varietà di malattie che colpiscono nelle società industrializzate di tutto il mondo, in particolare malattie cardiovascolari con disabilità permanenti o esiti fatali come infarti, diabete o ictus. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità sono sovrappeso (o obesi) il 50% degli adulti e il 30% dei bambini e adolescenti del Pianeta. In Italia sono 18 milioni gli adulti in sovrappeso (35,5%) e 5 milioni (secondo Italian Obesity Barometer Report) quelli obesi. I tentativi fatti finora dai ricercatori per trovare farmaci in grado di controllare il comportamento alimentare si sono rivelati inefficaci. Ora un gruppo di ricercatori della Yale School of Medicine e delle Facoltà di Medicina dell’Università di Colonia e dell'Università di Münster, ha scoperto il meccanismo che spinge ad aprire il frigorifero quando non si dovrebbe, e sviluppato una approccio terapeutico innovativo in grado di tenere sotto controllo il comportamento alimentare. Lo studio è stato pubblicato su Nature Metabolism.

Il meccanismo che regola il senso di fame

E’ noto che il meccanismo che regola il comportamento alimentare sia situato nell’ipotalamo (nella zona centrale interna ai due emisferi cerebrali): qui risiede sia il centro che controlla il senso di fame sia quello che controlla il senso di sazietà. I due centri interagiscono mantenendo un equilibrio e consentono all’organismo di regolare la quantità di calorie assunte in funzione della necessità biologica.

Indagando tale meccanismo, i ricercatori hanno scoperto che alla base di questo equilibrio c’è un gruppo di cellule nervose (i neuroni AgRP) che regolano la quantità di lisofosfatidilcoline (LPC) nel sangue, controllando il comportamento alimentare. Attraverso il trasporto attivo (trasporto di molecole attraverso la membrana plasmatica), le lisofosfatidilcoline (costituenti minori delle membrane cellulari) raggiungono il cervello, dove vengono convertite dall'enzima autotassina (ATX) in acido acido lisofosfatidico (LPA), che è attivo a livello della sinapsi. I segnali sinaptici LPA stimolano a loro volta reti specifiche nel cervello, portando così a un aumento dell'assunzione di cibo.

Lo studio

I ricercatori hanno intuito il meccanismo dopo aver osservato come in un gruppo di topi, dopo un periodo di digiuno, si era verificato un aumento dell'LPC nel sangue che aveva portato ad un aumento dei segnali sinaptici LPA nel cervello. Questi topi avevano, infatti, mostrato un tipico comportamento di ricerca di cibo. Alla luce di quanto osservato, i ricercatori hanno così deciso di somministrare ai topi un farmaco a base di inibitori dell’enzima autotassina al fine di ridurre significativamente l'assunzione eccessiva di cibo dopo il digiuno, e visto che i topi obesi perdevano peso quando questi inibitori venivano somministrati continuamente. 

"Abbiamo assistito - ha spiegato Johannes Vogt, dell’Università di Colonia - a una significativa riduzione dell'assunzione eccessiva di cibo e dell'obesità attraverso l'inibizione farmacologica dell'ATX. La nostra scoperta sull'eccitabilità cerebrale controllata dall'LPA, su cui abbiamo lavorato per anni, svolgono un ruolo centrale anche per il comportamento alimentare”.

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Una scoperta importante per lo sviluppo di nuovi farmaci

Questi risultati sul controllo dell'eccitazione delle reti neuronali nel comportamento alimentare e le nuove possibilità terapeutiche che suggeriscono potrebbero in futuro contribuire non solo al trattamento dell'obesità e dei disturbi alimentari, ma anche delle malattie neurologiche e psichiatriche. “I dati del nostro studio - ha spiegato Robert Nitsch, dell’Università di Münster - mostrano che le persone con una via di segnalazione LPA sinaptica disturbata hanno maggiori probabilità di essere in sovrappeso e soffrire di diabete di tipo II. Questo suggerisce un possibile successo terapeutico degli inibitori dell'ATX, che stiamo attualmente sviluppando insieme all'Istituto Hans Knöll di Jena per l'uso nell’uomo”.

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