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Giovedì, 18 Aprile 2024
Reni in salute

Cosa mangiare per salvaguardare la salute dei reni

Uno studio italiano ha sviluppato una terapia nutrizionale, a basso contenuto di proteine, sodio e fosforo, capace di rallentare l'evoluzione di una disfunzione renale e ritardare il più possibile la dialisi o il trapianto

Quando si verifica una riduzione progressiva della funzione renale, cioè della capacità dei reni di filtrare e depurare il sangue, si parla di Malattia Renale Cronica (MRC). A soffrire di questa patologia in Italia sono quasi 4,5 milioni di persone, di cui la metà ha un’insufficienza renale, ovvero una malattia in stadio medio o avanzato (stadio 3b-4-5). E la sua incidenza è in costante crescita a causa del progressivo invecchiamento della popolazione e dell’aumento di altre malattie croniche come il diabete, l’ipertensione, l’obesità e le malattie cardiovascolari. Ad oggi non esiste una cura definitiva per la MRC, ma con una diagnosi precoce e un trattamento mirato si può prevenire o ritardare sia una condizione di insufficienza renale acuta o cronica, sia la comparsa di complicanze cardiovascolari a cui spesso è associata. Un ruolo fondamentale rallentare il decorso della malattia e posticipare l’inizio della dialisi è svolto dalla dieta che è, dunque, la prima prevenzione. Questa deve essere prescritta da un esperto nutrizionista o un nefrologo al fine di mantenere o raggiungere da un lato un peso ideale e dall’altro ridurre l’apporto di sodio (sale), per tenere sotto controllo la pressione arteriosa, e/o di altre sostanze (minerali), senza creare malnutrizione o carenze nutritive.

A tal proposito, un recente studio italiano, guidato da Vincenzo Bellizzi, nefrologo all'Ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona di Salerno e vicepresidente di Ern (European Renal Nutrition Working Group di Era, la European Renal Association), ha analizzato l'impatto di un trattamento nutrizionale ipoproteico, studiato ad hoc per i pazienti con una MRC in stadio medio o avanzato, in termini di spesa e di sopravvivenza. La ricerca, presentata al Congresso Grandangolo 2022 di Nefrologia Dialisi e Trapianto, ha dimostrato che questa terapia nutrizionale può rallentare il decorso della malattia e ritardare il più possibile la dialisi o il trapianto.

Le funzioni dei reni

I reni oltre a depurare il corpo dalle sostanze inutili e dannose (attraverso la pipì), e regolare la quantità di acqua e di sali presenti nell’organismo, contribuiscono anche ad altre importanti funzioni quali il controllo della pressione arteriosa, la formazione del sangue (ematopoiesi) e il metabolismo osseo. Quando non funzionano correttamente le sostanze di scarto tendono ad accumularsi nel sangue provocando uno stato di intossicazione e di squilibrio che possono causare altri importanti problemi di salute. La perdita completa della funzione renale porta, infine, al trattamento dialitico (in Italia oggi per la dialisi si spendono oltre 2.0 miliardi di euro l’anno, quasi il 2% del fondo sanitario nazionale) o a un trapianto renale.

Lo studio

I ricercatori hanno seguito per 5 anni un gruppo di pazienti a cui hanno prescritto una dieta ipoproteica (caratterizzata da un ridotto apporto di proteine: circa 0,6 grammi per chilo di peso o anche meno), confrontandolo con un gruppo di controllo di oltre 120 uomini e donne con le medesime caratteristiche a cui non hanno prescritto alcuna dieta. Lo studio aveva tre obiettivi: 1) valutare l’inizio della dialisi dei pazienti, 2) stimare la sopravvivenza dei pazienti, 3) calcolare i costi della dialisi (che oscillano dai 400 a oltre 4.000 euro al mese) comprensivi delle spese per l’assistenza, delle terapie sostenute dal Sistema Sanitario Nazionale, e in generale dei costi sociali che gravano sul paziente. 

La terapia nutrizionale ha rinviato l'inizio della dialisi di 20 mesi

Lo studio ha mostrato che la dieta ipoproteica, più correttamente detta "terapia nutrizionale", ha consentito di rinviare l'inizio della dialisi di 20 mesi, aumentato la sopravvivenza di 20 mesi e consentito un risparmio di 8.400 euro per paziente all’anno (-25%). Si è dimostrato, dunque, prezioso il ricorso ad alimenti ipoproteici e il consulto di dietisti renali. “Questo tipo di terapia nutrizionale, testata nel nostro studio - ha sottolineato il dott. Bellizzi -, ha prodotto un guadagno di vita e di qualità di vita considerevole per chi è malato, e anche risparmio per il sistema sanitario. Abbiamo calcolato - ha chiarito il medico - che se solo il 20% dei nuovi pazienti che entrano in dialisi ogni anno in Italia seguissero una alimentazione ipoproteica, il SSN risparmierebbe oltre 60 milioni di euro all’anno".

Quanto caffè bere al giorno per proteggere la salute dei reni 

La dieta che salvaguarda la salute dei reni

La prima regola per aiutare i pazienti con insufficienza renale soprattutto quando questa è avanzata, è seguire una dieta a basso contenuto di proteine, sodio e fosforo. Ma l'alimentazione è uno degli elementi essenziali anche per prevenire disfunzioni renali. Vediamo su quali principi si basa la dieta che salvaguarda la salute dei reni:

  • Consumare almeno 5 porzioni di frutta e/o di verdura fresche ogni giorno, preferendo i prodotti di stagione. In questo modo si riduce l’assunzione di conservanti come il fosforo, che è un killer per i reni;
  • Ridurre il consumo di proteine animali. Quando queste sono in eccesso e consumate per lunghi periodi di tempo, possono alterare i flussi di sangue nei glomeruli renali (i gomitoli di capillari arteriosi che filtrano il sangue) finendo per danneggiarli col tempo. "Assumere anche 150 grammi al giorno di proteine - ha sottolineato Bellizzi - significa andare incontro a una compromissione della funzione renale col tempo. La dose giusta di proteine è tra 0,8 e 1.2 grammi per chilo corporeo, e non solo per la salute dei reni ma per la salute in genere. Il che significa che una persona di 75 chili dovrebbe assumere tra 60 e 90 grammi al giorno di proteine, animali e vegetali";
  • Aumentare il consumo di proteine vegetali. A differenza di quelle animali, le proteine vegetali contengono meno fosforo e, inoltre, il fosforo 'vegetale' è meno assorbibile dall'intestino. “Quindi - ha riassunto Bellizzi - sì a frutta e verdura fresche e a tutte le proteine, come poi è previsto dalla Dieta mediterranea, ma aumentando la quota quelle di origine vegetale, che sono presenti soprattutto nei legumi, come lenticchie, fagioli, piselli, ceci e soia”;
  • Bere secondo la propria sete, cioè non limitarsi né rimandare l'assunzione di acqua. In linea di principio, in caso di Malattia Renale Cronica, vanno preferite le acque con basso residuo di minerali e in qualche caso acque iposodiche. "Nel caso di insufficienza renale grave, però, - ha sottolineato Bellizzi - viene via via persa la capacità di eliminare acqua. In questi casi quindi il medico può indicare una restrizione al consumo di acqua, ma sia chiaro che parliamo di malattia renale in fase molto avanzata”.
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