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Martedì, 23 Aprile 2024
Alimentazione

La dieta Fodmap per alleviare i sintomi del colon irritabile: come funziona

La dieta Fodmap nasce da un’idea del gastroenterologo e ricercatore della Monash University Gibson con l’obiettivo di ridurre i sintomi derivanti dal colon irritabile. Ecco come funziona

La sindrome del colon irritabile è una patologia che colpisce molte persone e richiede una corretta diagnosi tramite cure specialistiche. Tra i sintomi principali troviamo gonfiore, meteorismo, dolore all'addome, crampi, stipsi o diarrea (o alternanza di entrambi). Per ridurre questi malesseri un aiuto importante può esserci dato da una corretta alimentazione. Infatti, ci sono alcuni tipi di alimenti che aiutano a combattere questa condizione ed altri invece che peggiorano il problema. Molti nutrizionisti hanno proposto di provare a ridurre i sintomi del colon irritabile attraverso la dieta Fodmap. Scopriamo in cosa consiste.

La dieta Fodmap

Solitamente la pancia si gonfia in seguito alla fermentazione dei cibi nell'intestino e si è scoperto appunto che i maggiori responsabili di questa condizione sono proprio gli alimenti Fodmap (acronimo inglese che sta per "oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi e polioli fermentabili"), che contengono molecole che, essendo poco assorbibili, vengono fermentate dalla flora intestinale. 

La dieta Fodmap nasce da un’idea del gastroenterologo e ricercatore della Monash University Gibson con l’obiettivo di ridurre i sintomi derivanti dal colon irritabile. A causare questi disturbi sono solitamente dei carboidrati a catena corta scarsamente assorbiti nell’intestino tenue, alimenti ricchi di zuccheri che, una volta digeriti, restano nell’intestino richiamando acqua. È la loro sovra-fermentazione che provoca i fastidiosi disturbi intestinali.

Come funziona

Questo regime alimentare è diviso in tre fasi:

  • la prima è proprio l’eliminazione degli alimenti Fodmap, quindi dei cibi contenenti gli zuccheri che causano malessere e gonfiore.
  • La seconda fase del percorso alimentare inizia dopo circa 6-8 settimane, quando sono stati riscontrati miglioramenti e una riduzione dei sintomi. Solitamente è un processo lungo, durante il quale il nutrizionista reintroduce in modo graduale determinati alimenti sulla base della storia del paziente. L’obiettivo principale è stabilire quali siano gli alimenti che maggiormente contribuiscono alla comparsa dei disturbi. Inoltre, serve a definire la quantità e la frequenza con cui possono essere consumati senza dare fastidi.
  • L’ultima fase è quella che viene definita "lifestyle". Acquisite le conoscenze relative al funzionamento del proprio intestino, individuati gli alimenti dannosi, si costruisce uno stile di vita funzionale al proprio benessere.

I dati della dieta "sgonfia pancia" a basso contenuto di Fodmap (Low-Fodmap) mostrano che l'intestino si normalizza in 8 persone su 10 in un solo mese e nell'80% si segue senza alcuna difficoltà. Ovviamente si tratta di un percorso che deve essere costruito da un esperto e non può basarsi sul "fai da te" per riscontrare dei miglioramenti.

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