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Giovedì, 25 Aprile 2024
Alimentazione

Dieta a punti: il regime alimentare "matematico" utile per dimagrire

Il dietologo italiano, nel tentativo di creare un sistema dimagrante ben applicabile, ha stilato una lista di alimenti ai quali corrisponde un punteggio: in base al proprio fabbisogno calorico, quest'ultimo non dovrebbe mai essere superato

La dieta a punti è un regime alimentare ideato negli anni Settanta dal dott. Guido Razzoli con l'obiettivo principale di dimagrire. Essenzialmente si basa su una riduzione marcata dei carboidrati e ad ogni 100 grammi di alimento viene assegnato un punteggio. Viene lasciata libertà di comporre il proprio menù giornaliero, rispettando il vincolo che la somma complessiva dei punti corrispondenti a quanto mangiato sia compreso tra un massimo di 40 e 60.

Il dietologo italiano, nel tentativo di creare un sistema dimagrante comprensibile e ben applicabile, ha stilato una lista di alimenti ai quali corrisponde un punteggio (stimato sulla quantità di grassi, sulle calorie e sulla porzione); quindi, secondo questo principio per garantire un dimagrimento dovrebbe essere sufficiente rispettare la copertura del proprio punteggio soggettivo, sommando tutti gli alimenti consumati durante la giornata e suddividendoli in almeno 4 pasti (colazione-spuntino o merenda-pranzo-cena).

Cosa mangiare?

Nella dieta a punti è possibile mangiare una grande varietà di alimenti, non ci sono particolari restrizioni, l'importante è non superare il punteggio assegnato: frutta, ortaggi, carne, latticini e uova, pesce, pane, patate e riso, legumi, pasta, dolci (gelato, marmellata), pizza, usare condimenti come olio extravergine di oliva e bevande come acqua, infusioni di erbe, , caffè. Sono consentiti anche gli sgarri con alimenti più calorici (vino, Coca Cola, salse varie) ma senza esagerare. Ma che punteggio viene assegnato ad ogni alimento? Ecco qualche esempio:

  • 100 grammi di cocco fresco corrisponde a 7 punti;
  • 150 grammi di pasta e fagioli corrisponde a 5 punti;
  • 50 grammi di cotechino corrisponde a 6 punti;
  • 1 porzione di ravioli al burro corrisponde a 8 punti;
  • 1 porzione di pasta alla carbonara corrisponde a 8 punti;
  • 1 cotoletta di vitello alla milanese corrisponde a 11 punti;
  • 1 pizza margherita da 250 grammi corrisponde a 14 punti;
  • 1 bicchiere di latte scremato corrisponde a 2 punti;
  • 4 cucchiaini di corn-flakes corrisponde a 2 punti;
  • 100 grammi di pasta con le verdure corrisponde a 3 punti;
  • 2 cucchiaini di olio extravergine d'oliva corrisponde ad 1 punto;
  • 2 yogurt bianchi scremati corrispondono ad 1 punto;
  • 120 grammi di tonno fresco corrisponde a 4 punti;
  • gli spinaci valgono 0 punti;
  • 2 fette di pane tostato corrispondono a 2 punti;
  • 4 biscotti integrali corrispondono a 2 punti;
  • 5 cucchiai di legumi cotti corrispondono a 3 punti;
  • 15 ciliegie corrispondono ad 1 punto;
  • Melanzane 0 punti.

Prima di seguire e costruire il programma alimentare si fa una stima del fabbisogno calorico sulla base del sesso e del peso corporeo:

  • Donne: fino a 70 kg da 18 a 24 punti; da 70 a 80 kg da 20 a 25 punti; da 81 a 90 kg da 22 a 27 punti; da 91 a 100 kg da 24 a 29 punti.
  • Uomini: fino a 80 kg da 22 a 26 punti; da 81 a 90 kg da 24 a 29 punti; da 91 a 100 kg da 26 a 30 punti; da 100 a 110 kg da 28 a 32 punti.

Controindicazioni

Oltre allo svantaggio e la poca comodità nel dover fare continui calcoli, è bene osservare che la dieta a punti può essere facilmente fraintesa e risultare oggetto di vari squilibri nutrizionali, dunque consigliamo sempre di rivolgervi ad un esperto nutrizionista prima di intraprendere qualsiasi tipo di dieta.

Fonte punti my-personaltrainer.it

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