Dieta a punti: il regime alimentare "matematico" utile per dimagrire
Il dietologo italiano, nel tentativo di creare un sistema dimagrante ben applicabile, ha stilato una lista di alimenti ai quali corrisponde un punteggio: in base al proprio fabbisogno calorico, quest'ultimo non dovrebbe mai essere superato
La dieta a punti è un regime alimentare ideato negli anni Settanta dal dott. Guido Razzoli con l'obiettivo principale di dimagrire. Essenzialmente si basa su una riduzione marcata dei carboidrati e ad ogni 100 grammi di alimento viene assegnato un punteggio. Viene lasciata libertà di comporre il proprio menù giornaliero, rispettando il vincolo che la somma complessiva dei punti corrispondenti a quanto mangiato sia compreso tra un massimo di 40 e 60.
Il dietologo italiano, nel tentativo di creare un sistema dimagrante comprensibile e ben applicabile, ha stilato una lista di alimenti ai quali corrisponde un punteggio (stimato sulla quantità di grassi, sulle calorie e sulla porzione); quindi, secondo questo principio per garantire un dimagrimento dovrebbe essere sufficiente rispettare la copertura del proprio punteggio soggettivo, sommando tutti gli alimenti consumati durante la giornata e suddividendoli in almeno 4 pasti (colazione-spuntino o merenda-pranzo-cena).
Cosa mangiare?
Nella dieta a punti è possibile mangiare una grande varietà di alimenti, non ci sono particolari restrizioni, l'importante è non superare il punteggio assegnato: frutta, ortaggi, carne, latticini e uova, pesce, pane, patate e riso, legumi, pasta, dolci (gelato, marmellata), pizza, usare condimenti come olio extravergine di oliva e bevande come acqua, infusioni di erbe, tè, caffè. Sono consentiti anche gli sgarri con alimenti più calorici (vino, Coca Cola, salse varie) ma senza esagerare. Ma che punteggio viene assegnato ad ogni alimento? Ecco qualche esempio:
- 100 grammi di cocco fresco corrisponde a 7 punti;
- 150 grammi di pasta e fagioli corrisponde a 5 punti;
- 50 grammi di cotechino corrisponde a 6 punti;
- 1 porzione di ravioli al burro corrisponde a 8 punti;
- 1 porzione di pasta alla carbonara corrisponde a 8 punti;
- 1 cotoletta di vitello alla milanese corrisponde a 11 punti;
- 1 pizza margherita da 250 grammi corrisponde a 14 punti;
- 1 bicchiere di latte scremato corrisponde a 2 punti;
- 4 cucchiaini di corn-flakes corrisponde a 2 punti;
- 100 grammi di pasta con le verdure corrisponde a 3 punti;
- 2 cucchiaini di olio extravergine d'oliva corrisponde ad 1 punto;
- 2 yogurt bianchi scremati corrispondono ad 1 punto;
- 120 grammi di tonno fresco corrisponde a 4 punti;
- gli spinaci valgono 0 punti;
- 2 fette di pane tostato corrispondono a 2 punti;
- 4 biscotti integrali corrispondono a 2 punti;
- 5 cucchiai di legumi cotti corrispondono a 3 punti;
- 15 ciliegie corrispondono ad 1 punto;
- Melanzane 0 punti.
Prima di seguire e costruire il programma alimentare si fa una stima del fabbisogno calorico sulla base del sesso e del peso corporeo:
- Donne: fino a 70 kg da 18 a 24 punti; da 70 a 80 kg da 20 a 25 punti; da 81 a 90 kg da 22 a 27 punti; da 91 a 100 kg da 24 a 29 punti.
- Uomini: fino a 80 kg da 22 a 26 punti; da 81 a 90 kg da 24 a 29 punti; da 91 a 100 kg da 26 a 30 punti; da 100 a 110 kg da 28 a 32 punti.
Controindicazioni
Oltre allo svantaggio e la poca comodità nel dover fare continui calcoli, è bene osservare che la dieta a punti può essere facilmente fraintesa e risultare oggetto di vari squilibri nutrizionali, dunque consigliamo sempre di rivolgervi ad un esperto nutrizionista prima di intraprendere qualsiasi tipo di dieta.
Fonte punti my-personaltrainer.it