Le diete a basso contenuto di grassi riducono il testosterone del 10-15%
Secondo uno studio condotto presso l’Università di Worcester, le diete a basso contenuto di grassi riducono i livelli di testosterone degli uomini del 10-15%: ecco perché
Livelli sani di testosterone sono importanti per la salute generale dell'uomo perché proteggono dall'insorgenza di diverse patologie. Inoltre, sono fondamentali per le prestazioni atletiche, la salute mentale e la salute sessuale. Diverse prove scientifiche dimostrano infatti come bassi livelli di testosterone siano collegati ad un rischio maggiore di malattie cardiache, diabete e morbo di Alzheimer.
Molto curioso è che dagli anni '70 ad oggi c’è stata una diminuzione dei livelli medi di testosterone negli uomini. I tassi di ipogonadismo (testosterone basso) sono aumentati, e come leggiamo in un articolo su medicomunicare.it, a cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, specialista in Biochimica Clinica, le strategie dietetiche a basso rischio potrebbero essere un trattamento utile per il basso livello di testosterone.
Secondo uno studio condotto presso l’Università di Worcester, infatti, le diete a basso contenuto di grassi riducono i livelli di testosterone degli uomini del 10-15%. La ricerca ha combinato i risultati di 6 studi ben controllati con un totale di 206 partecipanti.
Il testosterone
Il testosterone è il principale ormone maschile. Esso viene sintetizzato maggiormente nelle cellule di Leydig interstiziali dei testicoli a partire da molecole di colesterolo e poi trasformato nel fegato in altre sostanze ormonali o decomposto e smaltito tramite i reni.
Tra le sue funzioni principali ricordiamo che:
- in collaborazione con altri ormoni e neurotrasmettitori regola funzioni metaboliche e sessuali, in particolare aumenta l'anabolismo e diminuisce l'insulinoresistenza, diminuendo quindi il rischio di contrarre diabete mellito di tipo 2.
- Migliora le facoltà cognitive diminuendo il rischio di depressione e demenza.
- Aumenta l'anabolismo dell'osso diminuendo il rischio di osteoporosi.
- Migliora la circolazione sanguigna diminuendo il rischio di avere malattie cardiovascolari.
- Migliora la circolazione peniena e favorisce l'erezione.
La sintesi testosteronica è notevolmente variabile con l'età: dalla nascita fino all'età di dieci anni è a un livello basso; nell'adolescenza maschile tra i dieci e vent'anni aumenta rapidamente, mentre diminuisce lentamente dai trent'anni alla fine della vita. Inoltre, a causa di "sfasamenti" di processi metabolici di sintesi e di smaltimento, c'è una grande variazione giornaliera (circadiana). Il testosterone ha delle funzioni fisiologiche (assieme ad altri ormoni e fattori) prevalentemente metaboliche e sessuali.
Lo studio
"Questi studi hanno prima sottoposto gli uomini a una dieta ricca di grassi (40% di grassi), quindi li hanno trasferiti a una dieta a basso contenuto di grassi (20% di grassi) e hanno scoperto che i loro livelli di testosterone sono diminuiti del 10-15% in media. Particolarmente 'cattive' erano le diete vegetariane a basso contenuto di grassi che causavano diminuzioni del testosterone fino al 26%. Gli autori hanno collegato i loro risultati a studi simili condotti su esseri umani e topi." Al contrario, un’elevata assunzione di grassi monoinsaturi, come ad esempio quelli presenti nell’olio d’oliva, negli avocado e nelle noci può aumentare la produzione di testosterone. "Tuttavia, i grassi polinsaturi omega-6 presenti prevalentemente negli oli vegetali, possono danneggiare la capacità delle cellule di produrre testosterone. Questo perché i grassi altamente insaturi come i grassi polinsaturi sono più inclini all’ossidazione, che causa danni alle cellule".
Negli ultimi anni le diete ad alto contenuto di grassi hanno dimostrato di diminuire i trigliceridi, abbassare la pressione, aumentare il "colesterolo buono" e ora anche aumentare i livelli di testosterone. Tutto ciò dipende proprio dalla base biochimica dei cibi e il processo è scritto sui testi di Medicina: sono i carboidrati ad essere convertiti in colesterolo e trigliceridi attraverso il metabolismo intermedio (acetil-coenzima A), e non viceversa.
Nonostante ciò, gli autori dello studio hanno affermato che sono necessarie ulteriori ricerche in questo importante settore per indagare nel dettaglio il meccanismo di questo fenomeno.
Fonte medicomunicare.it