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Giovedì, 28 Marzo 2024
Perdere peso

Qual è il farmaco per l’emicrania efficace anche nel sopprimere l'appetito?

Alcuni ricercatori hanno scoperto che la classe di triptani, prescritti comunemente per trattare il mal di testa, sono anche in grado di ridurre il senso di fame e far perdere peso

L’obesità non è la conseguenza di uno stile di vita scorretto, ma una vera e propria patologia. Una malattia cronica multifattoriale che dipende da diversi fattori genetici, ambientali e psicologici, e associata allo sviluppo di malattie croniche come diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari, ipertensione, malattie del fegato e alcuni tipi di tumori. Secondo le stime dell'Organizzazione Mondiale della Sanità sono in obesi (o in sovrappeso) il 50% degli adulti e il 30% dei bambini e adolescenti nel mondo. In Italia sono 18 milioni gli adulti in sovrappeso (35,5%) e 5 milioni quelli obesi, secondo i dati dell'Italian Obesity Barometer Report. La maggior parte dei trattamenti per l'obesità si concentra sulla correzione della abitudini alimentari e l’incremento dell'attività fisica, tuttavia queste strategie si rivelano quasi sempre fallimentari.

Ora alcuni ricercatori dell'UT Southwestern, hanno scoperto che i triptani, una classe di farmaci comunemente prescritti per l'emicrania, possono anche essere utili nel trattamento dell’obesità. Nello studio su topi obesi, la somministrazione di una dose giornaliera di triptano per un mese ha portato gli animali a mangiare meno cibo e a dimagrire. "Abbiamo dimostrato che esiste un potenziale reale per riutilizzare questi farmaci, già noti per essere sicuri, per la soppressione dell'appetito e la perdita di peso", ha affermato il primo autore dello, studio Chen Liu. I risultati sono stati pubblicati sul Journal of Experimental Medicine.

La serotonina e il suo ruolo chiave nell’appetito

Gli scienziati sanno da tempo che la serotonina, nota anche come "ormone del buonumore” (o 5-HT) è un neurotrasmettitore sintetizzato nel cervello e in altri tessuti a partire dall'amminoacido essenziale triptofano che svolge un ruolo chiave nell’appetito. Come tutti i mediatori chimici, agisce interagendo con vari e specifici recettori che percepiscono la serotonina e segnalano alle cellule di cambiare il loro comportamento in risposta. In parole semplici, consideriamo la serotonina come una chiave e i recettori delle serrature: l'interazione tra chiave e le serrature consente l'apertura di porte che presiedono al controllo di diverse funzioni nell'organismo. Detto questo, in precedenza alcuni ricercatori avevano provato ad agire su alcuni specifici recettori della serotonina che controllano l’appetito attraverso alcuni farmaci anoressizzanti, tra cui fen-fen e lorcaserina, che poi però sono stati ritirati dal mercato per hanno mostrato gravi reazioni avverse a carico delle valvole cardiache.

Lo studio

I ricercatori della UT Southwestern hanno ipotizzato che i farmaci triptani, usati di solito per trattare l’emicrania acuta nonché il mal di testa grappolo, prendono di mira un recettore della serotonina, l’1B (Htr1b), e per questo avrebbero potuto avere effetti anche sull’appetito e il peso corporeo. Per testare la loro intuizione, hanno somministrato sei farmaci triptani, soggetti a prescrizione, in topi obesi alimentati con una dieta ricca di grassi per sette settimane. “A differenza di questi farmaci, la classe dei triptani, che sono usati per trattare l'emicrania acuta e il mal di testa a grappolo - ha affermato il dott. Liu - agiscono mirando a un recettore diverso, il recettore della serotonina 1B (Htr1b), che non era stato precedentemente ben studiato nel contesto dell'appetito e della perdita di peso”.

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I risultati

Dopo 24 giorni dall’inizio dell’esperimento, i ricercatori hanno sottoposto i topi ad analisi e scoperto che coloro che avevano assunto una dose di frovatriptan al giorno, un tipo di farmaco triptano, mangiavano di meno e avevano perso il 3,6% del peso corporeo, mentre gli animali che non avevano assunto alcun farmaco triptano avevano guadagnavano in media il 5,1% del peso. 

Il farmaco frovatriptan funziona agendo sul recettore 1B

Per determinare esattamente in che modo frovatriptan influisce sull'assunzione di cibo e sul peso, i ricercatori hanno inibito nei topi i recettori della serotonina Htr1b o Htr2c (recettore preso di mira dai farmaci ritirati dal mercato fen-fen e lorcaserina), e scoperto che nei topi senza Htr1b, frovatriptan non poteva più ridurre l'appetito o causare la perdita di peso, mentre l’inibizione di Htr2c non aveva alcun effetto. Ciò ha confermato che il farmaco frovatriptan funziona perché prende di mira il recettore della serotonina 1B.

I triptani riducono il peso e migliorano il metabolismo del glucosio

I ricercatori hanno così scoperto che questi farmaci, e in particolare il frovatriptan, possono ridurre il peso corporeo e migliorare il metabolismo del glucosio in meno di un mese. “Il che è piuttosto impressionante”, ha affermato il dottor Liu. Secondo lo scienziato gli impatti sull’appetito e sul peso nei soggetti umani che hanno fatto uso di questi farmaci non sono stati mai notati perché i triptani vengono prescritti, solitamente, per periodi brevi, quelli durante i quali si soffre di emicrania. E, probabilmente, le persone che li usano, non hanno mai avuto il tempo per accorgersi degli effetti sul peso a lungo termine.

La scoperta apre la strada allo sviluppo di nuovi farmaci per l’obesità

Questa scoperta potrebbe aprire la strada allo sviluppo di nuovi farmaci efficaci contro l’obesità. ”Non solo abbiamo fatto luce sul potenziale per riutilizzare i triptani esistenti - ha affermato il dottor Liu -, ma abbiamo anche attirato l'attenzione sul recettore Htr1b che potrebbe essere un nuovo candidato per trattare l'obesità e regolare l'assunzione di cibo”. Il team ha, infatti, dimostrato esattamente quali neuroni nel cervello sono più importanti per il ruolo di Htr1b nella mediazione dell'appetito, puntando su un piccolo gruppo di cellule all'interno dell'ipotalamo del cervello.

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