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Venerdì, 19 Aprile 2024
Alimentazione

Mangiare piccante può allungare la vita: ecco perché

Uno studio pubblicato sul British Medical Journal ha rilevato la correlazione tra l’assunzione di spezie piccanti e la riduzione fino al 14% del rischio di morte

Una ricerca condotta da un team internazionale coordinato dall’Accademia cinese di scienze mediche e pubblicata sul British Medical Journal suggerisce che consumare ogni giorno spezie piccanti riduce del 14% il rischio di morte, per quanto gli scienziati siano ancora cauti nel raccomandare a tutti una dieta basata su peperoncino, curry e altre spezie dal gusto ‘hot’.

Lo studio ha coinvolto 487.375 persone dai 30 ai 79 anni, arruolati nella China Kadoorie Biobank dal 2004 al 2008 e seguiti per un tempo di circa 7 anni. Tutti avevano completato un questionario che indagava le condizioni generali di salute, vari parametri fisici e il consumo di cibi piccanti, carne rossa, vegetali e alcol. L’analisi ha escluso chi aveva alle spalle una storia di cancro, malattie cardiache e ictus e ha corretto il possibile impatto di fattori come età, stato civile, grado di educazione e attività fisica. 

Durante il periodo di osservazione sono stati registrati 20.224 decessi e rispetto a chi mangiava piccante meno di una volta a settimana e a chi lo faceva 1-2 giorni a settimana, si è mostrata una riduzione del 10% del rischio di morte. Per chi invece consumava spezie piccanti da 3 a 5-6 giorni su 7 il pericolo calava del 14%. 

La correlazione “più piccante-meno morti” è risultata simile negli uomini e nelle donne e più forte in coloro che non bevevano alcol, mentre il consumo frequente di questo tipo di cibo si associava anche a un minor pericolo di decessi per cancro, malattie cardiache ischemiche e patologie respiratorie, con una particolare evidenza nelle donne. Il peperoncino fresco o secco è risultata la spezia preferita da chi mangiava piccante più spesso e l’uso della varietà fresca sembra legato a un minor rischio di morte per tumori, ischemia cardiaca e diabete.

La ricercatrice Nita Forouhi dell’Università di Cambridge ha osservato come siano note molte delle virtù del peperoncino e in particolare della capsaicina, l’alcaloide che è responsabile della sua piccantezza, ma la prudenza è alta: “Occorre un’ulteriore ricerca per stabilire se il consumo di cibo piccante è in grado di migliorare la salute e ridurre il tasso di mortalità in modo diretto o se è solo il segno esterno di altri fattori concernenti le abitudini dietetiche e lo stile di vita” hanno precisato gli esperti.

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