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Giovedì, 25 Aprile 2024
Morbo di Crohn

Morbo di Crohn, quali cibi mangiare e quali evitare: i consigli della gastroenterologa

“Latte, latticini freschi e fibre vanno limitati nella fase acuta, mentre il consumo di carni processate, bevande ad alto contenuto di fruttosio e di zuccheri raffinati dovrebbero essere sempre evitati". L'intervista alla dott.ssa Maria Cappello

Il Morbo di Crohn è un’infiammazione cronica che colpisce l’intestino. Di solito riguarda il tratto finale dell'intestino tenue e il colon, raramente, può interessare anche il duodeno, il cieco, lo stomaco, l’esofago e la bocca. A soffrire di patologie infiammatorie croniche intestinali (MICI) in Italia sono circa 250.000 persone, di questi 180.000 sono affetti dal Morbo di Crohn, ma il dato è sottostimato. Secondo studi epidemiologici, i pazienti affetti da MICI in realtà sarebbero 300.000 e, dato l’incremento di incidenza e prevalenza, si stima che entro il 2030 saranno 500.000.

“Le cause che la determinano – spiega a Today la dott.ssa Maria Cappello dell’UOC Gastroenterologia ed Epatologia del Policlinico di Palermo, e componente CDN AIGO (Associazione Italiana Gastroenterologi ed Endoscopisti Digestivi Ospedalieri) - non sono ancora del tutto chiare, ma si pensa che la patogenesi sia multifattoriale e vi concorrano fattori genetici e fattori ambientali, come il fumo e la dieta, che, attraverso alterazioni del microbiota e della funzione di barriera dell’epitelio intestinale, scatenano una aberrante risposta immunitaria che determina le lesioni dell’intestino”. Essendo, quindi, annoverata tra le malattie autoimmuni, con una certa predisposizione genetica, risulta quasi impossibile prevenirla, ma una dieta mirata può risultare uno strumento utile per ridurre i disturbi ed evitare un peggioramento delle condizioni. Vediamo insieme alla dott.ssa Cappello qual è il tipo di dieta indicata per i pazienti affetti dal Morbo di Crohn.

Dott.ssa Cappello, con quali sintomi si manifesta il Morbo di Crohn?

“Il morbo di Crohn è una malattia infiammatoria cronica intestinale. Una condizione caratterizzata da un decorso cronico-recidivante, ovvero dall’alternarsi di fasi di attività a fasi di remissione. Si presenta generalmente con dolore addominale e diarrea cui possono associarsi dimagramento e febbre. Oltre ai sintomi intestinali, possono esservi manifestazioni cliniche extraintestinali che interessano più comunemente le articolazioni (artrite e spondilite), la cute (eritema nodoso, pioderma gangrenoso), l’occhio (episclerite, uveite)”.

Che tipo di dieta devono seguire i pazienti affetti da Morbo di Crohn?

“Non esiste una dieta specifica per la malattia di Crohn. Tuttavia, il gastroenterologo che ha in carico il paziente, eventualmente con l’aiuto di un nutrizionista esperto, deve saper dare dei consigli dietetici basati sulle evidenze disponibili. Il paziente, se lasciato solo, tenderà ad adottare restrizioni dietetiche anche esasperate che possono condurre a deficit nutrizionali oltre che comportare un peggioramento della qualità della vita e delle relazioni sociali (accettare un invito a cena, partecipare a una colazione di lavoro, ai viaggi). Questa tendenza dei pazienti è stata di recente definita con un acronimo inglese ARFID (Avoidance and Restrictive Food Intake Disorder) ossia la tendenza a volte ossessiva ad evitare alimenti e a sottoporsi a restrizioni. Preoccupanti sono anche le segnalazioni di una maggiore frequenza di anoressia nervosa e bulimia”.

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Quali sono gli alimenti da evitare o ridurre?

“Latte e latticini freschi e le fibre. Questi alimenti vanno limitati in fase acuta. Di recente, un gruppo israeliano ha elaborato un regime alimentare specifico per la malattia di Crohn chiamato CDED (Crohn’s Disease Exclusion Diet) da utilizzare nelle fasi acute del Crohn pediatrico che induce a limitare i grassi animali, gli zuccheri raffinati, i latticini, il frumento, gli additivi come emulsificanti, maltodestrine, carragenine e solfiti. Nei bambini con malattia di Crohn (i casi pediatrici sono purtroppo in aumento) la nutrizione artificiale con alimenti liquidi speciali per alcune settimane è una terapia efficace”.

 Si consiglia di limitare, quindi, tutti i tipi di fibra?

“Le limitazioni si devono adottare in fase acuta, preferendo il consumo di fibre solubili (presenti in legumi e frutta fresca). I pazienti con stenosi intestinale, invece, devono mantenere sempre, anche al di fuori della fase acuta, un regime povero di fibre per ridurre il rischio di occlusione intestinale”.

Dieta in fase acuta e dieta in fase remissiva: quali sono le differenze?

“In fase di remissione, tranne che nei pazienti con stenosi, la dieta deve tornare ad essere varia ed equilibrata e prevedere un regolare apporto di fibre, preferendo le solubili. Anche i latticini possono essere ripresi, in quanto l’intolleranza al lattosio è spesso legata al danno mucosale perché l’enzima che digerisce il lattosio è presente sulla superficie delle cellule intestinali. Il consumo di carni processate, di bevande ad alto contenuto di fruttosio e di zuccheri raffinati invece va scoraggiato sempre”.

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