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Venerdì, 19 Aprile 2024
Pancia gonfia

Pancia gonfia, cosa mangiare e cosa evitare per combatterla

"Per prevenire il disturbo può tornare utile assumere un mix di pro e prebiotici, masticare correttamente ed utilizzare tisane ad effetto carminativo, cioè che favoriscano l’espulsione dell’aria in eccesso". L'intervista al nutrizionista Fabio Mariniello

La pancia gonfia è un disturbo gastrointestinale piuttosto comune che affligge sia gli uomini che le donne. Si stima che circa due persone su dieci abbiano sofferto di addome gonfio, ne soffrano o ne soffriranno nel corso della vita. Questo sintomo così fastidioso dipende dalla presenza di un’eccessiva tensione addominale provocata da accumuli gassosi nello stomaco e nell'intestino, ed è spesso accompagnata da alterazioni della frequenza di evacuazione (stipsi o diarrea), crampi addominali, flatulenza ed eruttazione. 

Solitamente è un fastidio temporaneo e passeggero, ma in alcuni casi può essere sintomo di altre patologie, derivare da cattive abitudini alimentari (come mangiare in maniera frettolosa, parlare durante il pasto, bere troppe bevande gassate, ecc.) o dall’assunzione di cibi la cui composizione provoca una maggior fermentazione intestinale da parte della flora batterica. Le scelte alimentari possono, quindi, influire fortemente sulla su comparsa. Il nutrizionista Fabio Mariniello suggerisce alcuni consigli utili per migliorare la funzionalità dell'intestino e prevenire la formazione di gas intestinali.

Dott. Mariniello, quali possono essere le cause della pancia gonfia?

“La pancia gonfia può avere numerose cause, talmente tante che è necessario procedere per esclusione, ragionando e sperimentando con logica. Volendo fare un elenco rapido delle potenziali cause, dovremmo citare innanzitutto una cattiva alimentazione in tutte le sue accezioni, l’abuso di edulcoranti di sintesi, l’intolleranza al lattosio, la celiachia, il colon irritabile, una disbiosi (a sua volta con molteplici cause scatenanti), un’infezione enterica persistente. Possiamo poi avere manifestazioni più subdole di altre patologie gastro-intestinali, o associate ad altri distretti. Premetto sempre che nessuno dovrebbe essere il medico di sé stesso. Fare autodiagnosi è un modo eccellente per peggiorare la situazione. Affidatevi, dunque, ad un professionista che interpreti i dati in modo oggettivo”.

Anche i soggetti magri ne soffrono?

“Ovviamente sì, perché la pancia gonfia non è un problema strettamente associato al tessuto adiposo, ma all’organo enterico. Anche le persone con un regolare peso-forma sperimentano problematiche simili. Quasi sempre è tutto riconducibile al microbiota, ovvero all’insieme di specie microbiche (batteri, virus e lieviti) che popolano l’intestino. Il numero e la distribuzione di queste specie è variabile, costituisce un fragile equilibrio. L’alimentazione e lo stato di salute psicofisico di un individuo modificano continuamente questa condizione, in meglio o in peggio. Quando gli stimoli chimico-fisici provocano una drastica modifica del microbiota, la pancia gonfia è uno dei primi sintomi a comparire ma certamente non il più grave. Le sue implicazioni iniziali si limitano alla sfera dell’estetica e del malessere lieve generalizzato”.

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Quanto influisce l’alimentazione su questo disturbo?

“È sempre la prima causa da indagare. Le prime domande che ogni gastroenterologo vi farà sono: come mangi? Che regime alimentare segui? Segui qualche filosofia particolare? Quanta acqua bevi? Mangi fibre? Mangi i legumi? Inquadrata e/o esclusa la componente alimentare, il medico potrà procedere con altre domande ed indagini. Pur restando nel dubbio, il primo approccio è comunque legato alla sfera alimentare. In base alla gravità della situazione si potrà procedere con piccole modifiche correttive o con un piano alimentare specifico e rigido. Qui entrano in gioco i nutrizionisti ed i dietisti che, sulla base della diagnosi emessa dal medico, creano un protocollo alimentare con effetti terapeutici sul gonfiore addominale”.

A quali alimenti bisogna fare attenzione?

“Dipende chiaramente dal problema scatenante. Se il problema deriva da una celiachia, sarà il glutine a dover scomparire dalla dieta in modo pressoché definitivo. Se la causa è una disbiosi, dapprima bisogna comprenderne l’origine (antibiotici, abuso di carne, abuso di fibre) e correggere la dieta e/o la terapia in tal senso. Se il problema deriva da un colon irritabile, gli alimenti da rimuovere saranno quelli indicati nel protocollo FODMAP, quindi frutti come mele e pere, verdure come le crucifere, i legumi, i dolcificanti artificiali, alcuni cereali ricchi in fruttani (lista molto riduttiva). Qualora a provocare il gonfiore fosse un’intolleranza al lattosio (diagnosticata correttamente con un breath test), bisogna sospendere o ridurre il consumo di prodotti latteo/caseari freschi. Ricordo che quelli molto stagionati e secchi sono tendenzialmente sicuri”.

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Quali sono, invece, gli alimenti che alleviano il disturbo?

“Rispondere a questa domanda è difficile, poiché in base al disturbo cambia la lista degli alimenti. Paradossalmente nessun cibo dovrebbe generare un simile fastidio, e tecnicamente anche gli alimenti più innocui possono farlo su soggetti predisposti o malati”.

Qualche buona regola da seguire quotidianamente per prevenire la pancia gonfia?

  1. “Fatevi visitare da un medico specialista, che con le opportune analisi potrà dirvi la probabile causa del problema o escluderne altri. Non è mai bello andare per tentativi, sperimentando cure che poi non ottengono i risultati sperati. Piuttosto che fidarsi dei rimedi “della nonna”, affidatevi al medico.
  2. Ripristinate il microbiota con la giusta combinazione di probiotici, specialmente in caso di disbiosi. Non comprate probiotici a caso, ma adeguati al trattamento dei sintomi specifici. A questi poi è bene associare i prebiotici: i migliori effetti si ottengono con un mix di pre e probiotici.
  3. Masticate sempre correttamente, poiché la masticazione rende il cibo più o meno attaccabile dagli enzimi digestivi. Se parti di cibo che giungono nell'intestino non vengono digerite bene, si tenderà più facilmente a fermentare. Non a caso, una soluzione molto utile nei casi recidivanti è quella di utilizzare integratori a base di enzimi digestivi. In questo modo si  andrà a compensare ciò che il tratto gastroenterico non è riuscito a fare.
  4. Un’altra valida soluzione è utilizzare tisane con effetto carminativo, ovvero che favoriscano l’espulsione dell’aria in eccesso. Si può optare per quelle al finocchio, all’anice, alla menta, al cumino, alla camomilla. A qualcuno basteranno, ad altri serviranno soluzioni più incisive.
  5. Come ultima spiaggia si può provare con il carbone vegetale, il suo utilizzo in molte persone allevia il fastidio, ma non risolve definitivamente il problema”.

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