Il vino rosso ti provoca il mal di testa? Ecco il motivo
Una nuova ricerca ha scoperto il perchè in alcune persone bere questa bevanda può causare la cefalea
Il vino non è solo un piacere da condividere in compagnia, ma anche una parte importante della nostra tradizione culinaria, e quindi della Dieta Mediterranea. Secondo l’indagine “Mercato Italia - Gli italiani e il vino”, realizzata nel 2019 da Vinitaly "si beve meno (il 26% in meno rispetto a vent’anni fa) ma lo fanno praticamente tutti e in modo più responsabile". "La media - secondo lo studio - è di 2-4 bicchieri a settimana, consumati soprattutto in casa (67%) in particolare (93%) dai baby boomers (55-73 anni), ma è rilevante la quota di tutte le generazioni, con i millennials (18-38 anni) che evidenziano già un tasso di penetrazione pari all’84%.
Tuttavia, per alcune persone bere vino rosso, anche in piccole quantità, non è poi così piacevole perché scatena mal di testa e vampate di calore, sintomi che generalmente compaiono entro 30 minuti o tre ore dopo l’assunzione. Qual è il motivo? Ad averlo scoperto un nuovo studio condotto da un team di ricerca guidato dagli scienziati del Dipartimento di Viticoltura ed Enologia dell'Università della California di Davis e del Dipartimento di Neurologia della sede di San Francisco. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Scientific Reports.
La causa del "mal di testa da vino rosso"
Dopo aver testato diversi composti chimici presenti nel vino rosso, i ricercatori hanno scoperto che un flavonoide, detto quercetina, naturalmente presente in una grande varietà di verdure e frutti, uva compresa, interferisce con il corretto metabolismo dell'alcol e causa mal di testa. La quercetina è un composto di origine vegetale dotato di spiccate proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, e per questo disponibile anche sotto forma di integratore. Tuttavia, se metabolizzato con l’alcol, può essere dannoso per l’organismo.
"Quando entra nel flusso sanguigno - ha spiegato l’autore Andrew Waterhouse, professore presso il Dipartimento di Viticoltura ed Enologia dell'UC Davis - , il corpo lo converte in una forma diversa chiamata quercetina glucuronide, che blocca l'enzima responsabile del metabolismo dell’alcol".
Il composto tossico
Una volta ingerito l'alcol, questo viene convertito in un composto tossico chiamato acetaldeide, che l'ALDH2 o aldeide deidrogenasi (un enzima presente nel fegato che metabolizza l’alcol) trasforma poi in acetato innocuo (fondamentalmente aceto). Alti livelli dell'enzima alcol deidrogenasi, nel fegato e nello stomaco, riescono a smaltire, in un'ora, circa un bicchiere di superalcolico. Se ciò non accade, si accumula acetaldeide dannosa che causa sintomi quali vampate di calore, mal di testa e nausea. I ricercatori hanno dimostrato che la quercetina glucuronide, prodotta in grosse quantità dal vino rosso, blocca indirettamente l'azione di ALDH2, attraverso uno dei suoi stessi metaboliti. La conseguenza è un accumulo di acetaldeide - composto noto per essere tossico, irritante e infiammatorio - che provoca mal di testa.
Risolto un mistero vecchio di millenni
Questo principio è lo stesso del farmaco disulfiram che viene prescritto agli alcolisti per impedirgli di bere. Il farmaco blocca l'ALDH2 e favorisce l'accumulo della sostanza tossica. Pertanto, quando i pazienti tornano a bere alcol avvertono un fortissimo mal di testa che li spinge a smettere. "Noi - ha detto il coautore Morris Levin, professore di neurologia e direttore dell'Headache Center, presso l'Università della California - postuliamo che quando le persone sensibili consumano vino con quantità anche modeste di quercetina, sviluppano mal di testa, in particolare se hanno un'emicrania preesistente o un'altra condizione primaria di mal di testa. Pensiamo di essere finalmente sulla strada giusta per spiegare questo mistero vecchio di millenni. Il prossimo passo è testarlo scientificamente su persone che sviluppano questi mal di testa".
La quercetina è prodotta dalla luce solare
Un altro dato interessante emerso dallo studio è che i livelli di quercetina possono variare notevolmente nel vino rosso in base all’esposizione delle uve alla luce del sole. "La quercetina è prodotta dall'uva in risposta alla luce solare - ha affermato Waterhouse -. Se coltivi l'uva con i grappoli esposti, come fanno nella Napa Valley per i loro cabernet, ottieni livelli molto più alti di quercetina. In alcuni casi, può essere da quattro a cinque volte più alto". Non solo, i livelli di quercetina possono anche variare a seconda di come viene prodotto il vino, compreso il contatto con la buccia durante la fermentazione, i processi di chiarifica e l’invecchiamento.
Le altre teorie sul "mal di testa da vino rosso"
Secondo alcune teorie precedenti sarebbero i solfiti presenti nel vino (conservanti che prolungano la durata di conservazione e mantengono il vino fresco) a causare il mal di testa. Tuttavia, questa tesi viene meno se si considera che il contenuto di solfiti è maggiore nei vini bianchi dolci piuttosto che nei rossi. Un’altra teoria punta il dito contro l'istamina, un ingrediente più comune nel vino rosso che nel bianco o nel rosato, poiché questa sostanza può dilatare i vasi sanguigni nel corpo, il che potrebbe provocare mal di testa. Ma anche su questa ipotesi mancano prove consistenti.
Il prossimo studio
Sebbene questa sia una grande scoperta, rimangono ancora molte incognite sulle cause del mal di testa da vino rosso. Non è chiaro il motivo per cui alcune persone sembrano più sensibili al vino rosso rispetto ad altre. I ricercatori non hanno ancora capito se gli enzimi delle persone che soffrono di mal di testa da vino rosso vengono inibiti più facilmente dalla quercetina o se questa popolazione è semplicemente colpita più facilmente dall'accumulo della tossina acetaldeide. "Se la nostra ipotesi sarà dimostrata, allora avremo gli strumenti per iniziare ad affrontare queste importanti questioni", ha affermato Waterhouse. Pertanto, i ricercatori partiranno tra qualche un mese con un nuovo studio che confronterà su un gruppo di persone gli effetti dei vini rossi che contengono molta quercetina con quelli che ne contengono pochissima.
Il legame tra vino e rischio di cancro
Sebbene siano noti da tempo i numerosi benefici - attribuiti ai flavonoidi - che il vino apporta alla salute in generale e specificatamente sulle malattie cardiovascolari, quest’anno si è scatenato un animato dibattito internazionale sul legame tra alcol e tumori, e la possibilità (ormai archiviata) di etichettare tutte le bevande alcoliche, vino compreso, per sottolinearne la pericolosità per la salute. Nel vino e nelle altre bevande alcoliche sono presenti i flavonoidi, ma anche l’etanolo (o alcol etilico), una sostanza irritante, come abbiamo visto, che una volta ingerita può danneggiare le cellule con cui viene in contatto (da quelle della bocca e dell’esofago, a quelle della mucosa gastrica e dell’intestino), ed essendo inutile per il nostro organismo viene poi degradata nel fegato, dove viene trasformata in acetaldeide, una sostanza considerata cancerogena.
L’International Agency for Research on Cancer, organismo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità dedicato alla ricerca sulle cause del cancro, ha infatti inserito l’etanolo nel cosiddetto gruppo 1A, cioè tra le sostanze di cui è accertata la cancerogenicità. Ad oggi gli esperti non sono in grado di individuare una quantità di alcol "sicura", tuttavia sottolineano che i rischi associati a un consumo contenuto sono oggettivamente molto bassi. L’Istituto Superiore di Sanità raccomanda di non superare 20-40 gr per gli uomini adulti e di 10-20 gr per le donne adulte, e circa 10 gr (1 bicchiere) per chi ha più di 65 anni in assenza di patologie o di controindicazioni.