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Giovedì, 25 Aprile 2024
Dieta

Vegetariana o Pescataria, qual è la dieta più salutare?

Secondo una nuova ricerca, le diete vegetali sono le più sostenibili dal punto di vista ambientale, ma la pescataria è quella più sana in assoluto

Le nostre scelte alimentari influiscono fortemente sul cambiamento climatico, una minaccia crescente per la salute individuale e quella del Pianeta. Pertanto, i ricercatori stanno studiando da anni i diversi sistemi alimentari per capire qual è il loro impatto sul cambiamento climatico ed individuare quelli che maggiormente supportano la salute e la sostenibilità ambientale. Più studi hanno già dimostrato che le diete a base vegetale, come la vegetariana o la vegana, siano responsabili di minori emissioni di gas serra (GHGE) rispetto alle diete a base di carne. Ora un team di ricerca della Tulane University School of Public Health and Tropical Medicine (in Louisiana) ha esaminato per la prima volta anche l'impatto sull'ambiente delle diete paleolitica (basata sull'esclusivo consumo dei cibi che l'essere umano consumava prima che apprendesse le tecniche avanzate di pesca, l'allevamento, l'agricoltura e i metodi di lavorazione degli alimenti) e chetogenica (caratterizzata da un consumo ridotto di carboidrati e un maggior consumo di proteine e grassi), due regimi alimentari che hanno guadagnato grande popolarità negli ultimi anni.

Dal confronto tra le sei diete più popolari al mondo, è emerso che la chetogenica e la paleolitica sono quelle meno sostenibili e meno salutari. "Il cambiamento climatico - ha affermato l'autore dello studio, Diego Rose - è senza dubbio uno dei problemi più urgenti del nostro tempo e molte persone vorrebbero passare a una dieta a base vegetale. Secondo i nostri risultati, questo passaggio ridurrebbe l’impatto ambientale e migliorerebbe la salute individuale. Tuttavia, la ricerca mostra anche che esiste un modo per ottenere gli stessi risultati non rinunciando del tutto alla carne". I risultati dello studio sono stati pubblicati sull'American Journal of Clinical Nutrition.

Lo studio

I ricercatori hanno valutato la qualità nutrizionale di sei tipi di diete (onnivora, vegetariana, pescataria, vegana, chetogenica e paleolitica) in base ai dati di oltre 16.000 adulti americani, raccolti dal National Health and Nutrition Examination Survey dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC). Alle singole diete sono stati assegnati valori in punti basati sull'indice federale di alimentazione sana, e calcolati i punteggi medi per ciascuna dieta. "Mentre i ricercatori hanno precedentemente esaminato l'impatto sulla salute delle diete cheto e paleo, questo è il primo studio a misurare l'impronta di carbonio di ciascuna dieta, e a confrontarla con l’impronta delle altre diete più comuni nel mondo", ha affermato Rose.

Chetogenica e paleolitica sono le diete meno sostenibili

I ricercatori hanno stimato che la dieta chetogenica, che privilegia elevate quantità di grassi e basse quantità di carboidrati, generi quasi 3 kg di anidride carbonica ogni 1.000 calorie consumate. A seguirla è la dieta paleolitica - una versione modificata della dieta chetogenica che evita cereali e fagioli a favore di carne, noci e verdure - che ha dimostrato anch'essa una bassa qualità nutrizionale (seppur migliore della chetogenica) e un alto impatto ambientale (i ricercatori hanno stimato che generi quadi 2,6 kg di anidride carbonica per 1.000 calorie consumate).

Le diete vegetali sono le più sostenibili, ma la pescatria è la più salutare

D’altra parte, la dieta vegana è risultata essere la meno impattante sul clima, generando 0,7 kg di anidride carbonica per 1.000 calorie consumate (meno di un quarto dell'impatto della dieta chetogenica). A seguirla, in termini di impatto ambientale, è la dieta vegetariana e poi quella pescataria (una sorta di dieta vegetariana che include pesce o altri animali acquatici). E' interessante notare che quest’ultima ha ottenuto il punteggio più alto in termini di qualità nutrizionale rispetto alle altre diete, superando anche la vegetariana e quella vegana (che la seguono nella classifica).

E la dieta onnivora?

La dieta onnivora - la più comune (a seguirla è l'86% dei partecipanti al sondaggio) - si è posizionata esattamente al centro della classifica sia in termini qualità nutrizionale che di sostenibilità. Sulla base dei risultati dello studio, se un terzo degli onnivori seguisse una dieta a base vegetale, come la dieta Mediterranea (o una dieta che limita il consumo della carne grassa), per un solo giorno, si avrebbe una riduzione delle emissioni di gas serra equivalenti all'inquinamento di 340 milioni di auto. Se questo cambiamento fosse sostenuto per un anno, si potrebbero addirittura raggiungere gli obiettivi stabiliti nell'Accordo di Parigi: ridurre le emissioni di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.

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Il 34% delle emissioni di gas serra è generato dalla produzione alimentare

Uno studio del 2021 promosso dalle Nazioni Unite ha rilevato che il 34% delle emissioni di gas serra proviene dalla produzione alimentare, con la carne bovina responsabile di emissioni 8-10 volte superiori rispetto alla produzione di pollo e oltre 20 volte superiori rispetto alla produzione di noci e legumi. Sebbene l'impatto ambientale di alimenti specifici sia stato ampiamente studiato, Rose ha affermato che questo studio è importante perché "considera il modo in cui le persone selezionano diete popolari composte da un'ampia varietà di alimenti".

"Ora - ha concluso Rose -, bisogna capire come incoraggiare le persone a seguire diete più sane e rispettose dell'ambiente, e in che modo la politica può aiutarci in questo".

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