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Venerdì, 19 Aprile 2024
Integratori alimentari

Quali sono gli integratori alimentari contaminati da prodotti farmaceutici nascosti

Secondo un'indagine della Food and Drug Administration, molti integratori alimentari da banco, in particolare quelli per la disfunzione sessuale e la perdita di peso, contengono principi attivi 'pericolosi' non riportati sull'etichetta

Secondo la ricerca “Il valore sociale dell'integratore alimentare” realizzata dal Censis, sono 32 milioni gli italiani che consumano integratori alimentari (prodotti assunti per via orale che contengono un “ingrediente dietetico" destinato a integrare la dieta). Lo fanno abitualmente più di 18 milioni (tutti i giorni o qualche volta alla settimana) e più di 4 milioni qualche volta al mese. A consumarli maggiormente sono le persone tra i 35 e i 64 anni, e le donne (il 60,5%). Sono numeri questi che descrivono un consumo di massa trasversale rispetto a genere, età, livello di scolarità, e condizione economica. L'uso degli integratori alimentari è, quindi, una tendenza molto diffusa, basata sul concetto della prevenzione e della tutela della salute, in cui il medico e il farmacista sono riconosciuti come riferimenti nella scelta e nell’utilizzo. Il 57,3% degli italiani ha, infatti, ricevuto il consiglio di utilizzare integratori alimentari dal medico (di medicina generale o specialista) o dal farmacista.

Questa tendenza in crescita presuppone che i consumatori, come anche i medici e i farmacisti, mostrino un certo livello di fiducia nella qualità e nella sicurezza di questi prodotti. Tuttavia, uno studio recente suggerisce che numerosi integratori alimentari contengono principi attivi sintetici non riportati sull’etichetta che potrebbere essere potenzialmente nocivi per la salute. E’ quanto emerge dall’indagine della Food and Drug Administration statunitense, e pubblicata sul Journal of Clinical Pharmacologysecondo cui molti integratori alimentari da banco, in particolare quelli utilizzati per la disfunzione sessuale e la perdita di peso, sono ‘contaminati’ da ingredienti farmaceutici non riportati in etichetta. 

Quali integratori consumano di più gli italiani

Secondo un’indagine realizzata dalla società di ricerche di mercato Ipsos per conto di VitaVi (startup italiana specializzata nella vendita online di integratori) nel 2020 il consumo di vitamine, minerali, immunostimolanti e probiotici, anche a causa della pandemia, è aumentato del 28%. Secondo lo studio, basato su un campione statisticamente rappresentativo compreso tra i 18 e i 56 anni, ben il 65% degli italiani ha acquistato integratori nell'ultimo anno. Tra le ragioni, prevale l’esigenza di migliorare il benessere fisico generale (52%), seguito dal bisogno di combattere la stanchezza (48%) e di placare sensazioni di stress, irritabilità, ansia e nervosismo (30%). C’è anche chi li consuma per risolvere disturbi legati al sonno (27%) e allo stomaco (26%). L’indagine svela anche che nell’ultimo anno i consumatori sono cresciuti del 9%, e la quantità consumata è aumentata nel 39%. A crescere, però, è anche l’attenzione per la qualità: il 24% degli intervistati predilige integratori contenti ingredienti sicuri supportati da studi scientifici. Ma non sempre sule etichette vengono riportati tutti i principi attivi utilizzati nelle formulazioni.

Gli integratori alimentari contaminati

La Food and Drug Administration statunitense ha creato nel 2007 il Tainted Dietary Supplement Database con l’obiettivo di identificare gli integratori alimentari adulterati con ingredienti farmaceutici attivi (API). Analizzando i dati raccolti, i ricercatori hanno scoperto che 1.068 integratori alimentari commercializzati tra il 2007 e il 2021 contenevano principi attivi utilizzati nelle formulazioni dei farmaci da prescrizione o ritenuti troppo pericolosi per essere assunti dalle persone. Tra gli integratori alimentari contaminati, il 54% era per la disfunzione sessuale e il 35% per la perdita di peso.

Le sostanze nocive contenute negli integratori per la perdita di peso

In molti degli integratori alimentari contaminati per la perdita di peso, i ricercatori hanno trovato il principio attivo sibutramina, che la FDA ha raccomandato di rimuovere dal mercato statunitense nel 2010 dopo che la ricerca ha dimostrato che aumentava il rischio di infarto e ictus. Ma anche la fenolftaleina, rimossa dai prodotti lassativi da banco nel 1999 quando la FDA l'ha riclassificata come "non riconosciuta come sicura ed efficace”. Questo ingrediente, come è emerso da alcuni studi, può infatti danneggiare il DNA delle persone e aumentare il rischio di cancro.

Le sostanze nocive contenute negli integratori per la disfunzione erettile

L’indagine ha anche identificato la presenza di ingredienti approvati solo per le formulazioni dei farmaci da prescrizione. Questi includono sildenafil e tadalafil, che vengono utilizzati nei farmaci per la disfunzione erettile approvati dalla FDA come il Viagra e il Cialis. Poiché i principi attivi di questi farmaci comportano rischi come la perdita della vista o il priapismo o l'erezione prolungata del pene, consumi incontrollati di questi integratori possono essere molto pericolosi per la salute. In particolare, uno studio ha scoperto che più di un ingrediente attivo trovato nei farmaci per la disfunzione erettile è stato combinato in modi che non sono mai stati testati per accertarne la sicurezza.

Il rischio delle interazioni farmacologiche

Un altro motivo per cui i principi attivi nascosti sono problematici è legato al fatto che possono essere assunti con altri farmaci: alcune interazioni farmacologiche sono, infatti, molto pericolose per la salute. Ad esempio, se o principi attivi presenti nei farmaci per la disfunzione erettile vengono utilizzati in presenza di ipertensione o con farmaci per la prostata come nitrati e alfa-1 bloccanti, possono verificarsi cali della pressione sanguigna pericolosi. Allo stesso modo, due degli integratori alimentari identificati nello studio contenevano flibanserina, il principio attivo di un farmaco da prescrizione che è usato per trattare la disfunzione sessuale femminile, che è generalmente sicuro ma, se consumato insieme ad alcol, può abbassare molto la pressione sanguigna. Per questo motivo, prima di prescrivere o consigliare integratori, medici e farmacisti sono molto attenti a controllare ed evitare eventuali interazioni farmacologiche. Tuttavia, se alcuni ingredienti non vengono divulgati nelle etichette, prevenire effetti collaterali causati da interazioni farmacologiche indesiderate risulta molto più difficile.

L’appello ai consumatori

Secondo le normative della FDA, tutti gli ingredienti devono essere dichiarati sull'etichetta di un integratore alimentare. Per legge (DSHEA), inoltre, il produttore è responsabile di garantire che i suoi integratori alimentari siano sicuri prima della loro commercializzazione. Ma a differenza dei prodotti farmaceutici che devono essere dimostrati sicuri ed efficaci per l'uso previsto prima della commercializzazione, non ci sono disposizioni nella legge che consentano alla FDA di "approvare" gli integratori alimentari per la sicurezza o l'efficacia prima che raggiungano il consumatore.

Sempre in base alla DSHEA, se un integratore alimentare commericializzato non è "sicuro", la FDA ha la responsabilità di dimostrarlo prima di limitarne l'uso o rimuoverlo dal mercato. Ma si tratta di una proceduta difficile da applicare quando ci sono oltre 29.000 integratori alimentari venduti negli Stati Uniti, oltre al fatto che il processo di valutazione da parte dell'agenzia è profondamente sottofinanziato. Per tale motivo, e mentre tenta di rimuovere gli integratori alimentari riconosciuti come ‘contaminati’ dal mercato, la FDA lancia un appello a tutti i consumatori: “Se il prodotto che stai pensando di utilizzare è in quell'elenco, evitalo. Tuttavia, se il tuo prodotto non è incluso nel database, potrebbe semplicemente significare che non è stato ancora valutato”.

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