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Giovedì, 25 Aprile 2024
Digestione

Quanto tempo bisogna aspettare per fare il bagno dopo mangiato?

"Non esiste una regola assoluta. La durata della digestione dipende dal pasto che si è consumato e può variare dalle 2 alle 4-5 ore. In spiaggia raccomandiamo dunque di evitare pasti abbondanti e ricchi di grassi, e di preferire frutta e verdura, più rapidi da digerire". L'intervista alla dott.ssa Vita Antonella Di Stefano del Consiglio Direttivo della SIP

Sin da piccoli siamo stati abituati dai nostri genitori a non fare il bagno a mare o in piscina subito dopo mangiato. Ma è una giusta precauzione aspettare quelle lunghe e canoniche tre ore prima di tuffarsi o è semplicemente un mito da sfatare? Ne abbiamo parlato con la dott.ssa Vita Antonella Di Stefano del Consiglio Direttivo della SIP (Società Italiana di Pediatria), che ci ha svelato alcune delle regole tenere a mente per affrontare il momento del bagno in completa sicurezza, sia in età adulta che infantile.

Dott.ssa Di Stefano, non fare il bagno subito dopo mangiato è una giusta precauzione o un mito da sfatare?

“In realtà non esiste una vera e propria regola che stabilisca quanto tempo aspettare prima che un bambino possa immergersi in acqua. Bisogna infatti considerare vari fattori: l’età del bambino, quello che ha mangiato e la temperatura dell’acqua. L’attesa può dunque avere un senso se il bambino è piccolo, ha mangiato un pasto abbondante, soprattutto se ricco di grassi, e se l’acqua è fredda”.

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Quando l’acqua è troppo fredda si può rischiare una congestione digestiva o un’indigestione?

“Sì, esattamente. È per questo motivo che è consigliabile immergersi in acqua gradualmente, bagnandosi prima polsi e caviglie e successivamente addome e tempie. Andrebbero anche evitati i tuffi subito dopo il pasto in quanto espongono il bambino ad un rapido sbalzo termico”.

Cosa si intende per congestione digestiva?

“Con il termine congestione digestiva si indica un blocco della digestione provocato da un rapido abbassamento della temperatura addominale. Normalmente, circa 20-30 minuti dopo il pasto, ha inizio la digestione che consiste in un accumulo di sangue, in termini medici “vasodilatazione”, nell’apparato gastrointestinale. Il sangue porta all’intestino ossigeno e nutrienti perché avvenga la digestione. Quando però esponiamo il nostro intestino a basse temperature, come quelle dell’acqua del mare, il flusso di sangue si riduce bruscamente (“vasocostrizione”) e la digestione si blocca. Una congestione va sospettata quando il bambino lamenta improvvisamente debolezza, mal di testa, capogiri, confusione, mal di pancia, nausea e/o vomito in seguito all’immersione in acqua in corso di digestione. Nei casi più gravi ci può essere una perdita di coscienza che può comportare un annegamento. Bisogna quindi prestare attenzione quando il piccolo inizia a presentare brividi o colorazione bluastra delle labbra per evitare di trovarci di fronte ad una congestione”.

Cosa fare in caso di congestione?

“Se il piccolo è cosciente, bisognerebbe farlo distendere in un ambiente asciutto e ventilato e coprire, magari con un telo da mare, l’addome per innalzare la temperatura. Attenzione a non porre un oggetto caldo sull’addome in quanto questo innalzerebbe troppo bruscamente la temperatura addominale. Inoltre, se il piccolo riferisce di voler bere, somministrare bevande a temperatura ambiente e non fredde. Nel caso in cui i sintomi non passino entro pochi minuti o se il piccolo è incosciente bisgona allertare immediatamente il 118”.

Quanto ci vuole per digerire un pasto?

“Non esiste una regola assoluta. La durata della digestione dipende dal pasto che si è consumato e può variare dalle 2 alle 4-5 ore. In spiaggia raccomandiamo dunque di evitare i pasti abbondanti e ricchi di grassi e di preferire frutta e verdura, più rapidi da digerire. L’idratazione del piccolo è, inoltre, fondamentale, evitando l’assunzione di bevande ghiacciate o bollenti”.

È vero che si digerisce anche in acqua?

“Si può digerire anche in acqua ma se l’età del bambino, la temperatura dell’acqua ed il pasto consumato lo consentono”.

Questi suggerimenti valgono per i bambini come per gli adulti?

“Certamente. In età pediatrica la cautela è maggiore in quanto la fisiologia del bambino può comportare tempi di digestione più lunghi. Inoltre il bambino piccolo non sa dirci che ha male da qualche parte o avverte una sensazione di malessere per cui potremmo accorgerci troppo tardi che è in corso una congestione digestiva”.

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