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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Bellezza

A fianco delle donne vittime di violenza per curare gratuitamente le cicatrici

I risultati ottenuti su Filomena Lamberti e Maria Antonietta Rositani

Un gesto concreto per offrire alle vittime di violenza e a coloro che non possono permetterselo un aiuto. Biodermogenesi - con i suoi centri d’eccellenza sull’intero territorio nazionale -
rinnova il progetto RigeneraDerma, presentato nell’aprile 2022 alla Camera dei
Deputati, in collaborazione con l’Università di Verona, ed offre a 500
persone la cura gratuita per le cicatrici.

Filomena Lamberti: le cicatrici da acido

Testimonial è Filomena Lamberti, la donna salernitana cui, nel 2012, l’ex marito nella
notte versò dell’acido su testa, volto, mani e décolleté. A 10 anni di distanza da quel
tragico episodio, finalmente la donna sta via via riacquistando la sensibilità dei tessuti.
Tanto da riuscire a “sentire nuovamente il vento sul volto”, come lei stessa ha
dichiarato. "L'aggressione con acido, conosciuta anche come "vitriolage" è una forma di violenza
premeditata che consiste nel gettare una sostanza corrosiva sul corpo di un'altra
persona con l'intento di sfigurarla, mutilarla, torturarla o ucciderla - spiega il Dottor Bruno Brunetti, Specialista in Dermatologia e Malattie sessualmente
trasmissibili e titolare del Centro dermatologico Brunetti di Salerno. La gravità del danno
dipende sia dalla concentrazione della sostanza corrosiva utilizzata che dal tempo in cui
essa rimane a contatto con i tessuti. Il comune denominatore degli aggressori è il
desiderio di colpire la faccia. Contro la povera signora Lamberti è stato usato l’acido
solforico, uno degli agenti più aggressivi: ha ricevuto danni gravissimi alle palpebre,
labbra, naso, orecchie. La signora ha dovuto subire numerosi interventi di chirurgia
plastica che non sono riusciti a restituirle completamente né l’aspetto né la funzione"

"La metodologia Biodermogenesi è in grado di recuperare la funzionalità del
microcircolo cutaneo, migliorando la qualità della matrice extracellulare e moltiplicando
la produzione di collagene e fibre elastiche in tutte le alterazioni cutanee, in particolare
sulle cicatrici", sottolinea la Dottoressa Anna Maria Minichino, Medico
Chirurgo e Responsabile dermoestetico del Centro dermatologico Brunetti di Salerno.
"Seduta dopo seduta ho notato un livellamento delle cicatrici che reso la pelle più
liscia, compatta ed uniforme; le rughe si sono attenuate ed anche il diverso colore
delle cicatrici si è presentato sempre più simile a quello della pelle sana. Alla palpazione di volto e collo effettuata dopo i trattamenti i cordoni cicatriziali presenti sono
notevolmente migliorati, divenendo più morbidi ed elastici permettendo alla paziente di
poter finalmente inclinare e ruotare la testa senza limitazioni e dolore. L’aspetto
professionale per me più gratificante nel dedicarmi alla signora Lamberti è stato quello di
averle migliorato la qualità della vita, grazie ad un importante miglioramento delle sue
cicatrici, sia funzionale con il recupero della sensibilità delle pelle del volto, che
estetico, dando sollievo e speranza ad una paziente così emotivamente provata".

Maria Antonietta Rositani: le cicatrici da ustione

Dopo i risultati sorprendenti ottenuti nella cura della signora Filomena Lamberti, il cui
caso è stato pubblicato sulla rivista specialistica Bioengeneering e, grazie all’impegno dei suoi specialisti, ha
iniziato il percorso terapeutico Maria Antonietta Rositani, la donna calabrese scampata
al tentativo di omicidio da parte dell’ex marito che nel 2019 provò a ucciderla dandole
fuoco.

L’uomo evase dai domiciliari che stava scontando nel Napoletano e si presentò a Reggio
Calabria da lei. Maria Antonietta riportò ustioni sul 50 per cento del corpo. In seguito
all’aggressione trascorse 20 mesi in ospedale tra terapia intensiva e decine di
interventi chirurgici. Allo stato attuale la Signora Rositani presenta ustioni diffuse sugli arti inferiori, con
fibrosi estese, rilevanti e profonde che le rendono difficile il movimento delle gambe e
che determinano un rapido affaticamento ed indolenzimento semplicemente stando in
piedi.

"Sono diventata simbolo della lotta contro la violenza sulle donne", racconta "Ma le vittime vanno
aiutare concretamente. Ho da sempre
lasciato da parte il vittimismo, mostrandomi come una donna che ce l'ha fatta. Ma questo
approccio fa sì che spesso non venga capita e la mia condizione sottovalutata.
Paradossalmente in ospedale ero protetta e curata. Una volta fuori, invece, curarmi
adeguatamente con la pensione di invalidità è quasi impossibile. Nel male però ho
scoperto l'altro lato della medaglia: il mondo è al contempo un posto meraviglioso. Ho
ricevuto l'affetto e il sostegno di tante persone che si sono strette intorno a me. Grazie a
loro ho ancora la possibilità di sognare una vita normale e sperare che le mie cicatrici
non degenerino", racconta la Signora Rositani.

Marafioti_Rositani_Busoni

La metodologia 

"A differenza delle altre tecnologie che determinano un danno ulteriore stimolando la
riparazione tissutale, Biodermogenesi agisce favorendo direttamente la rigenerazione
cutanea erogando tre tipi di stimolazioni (vacuum, campi elettromagnetici ed una
leggerissima stimolazione elettrica), riesce a riattivare il circolo cutaneo, favorendo il
recupero del normale calibro dei capillari, con conseguente ossigenazione del
tessuto", afferma Maurizio Busoni, Ricercatore, Docente presso il Master di Medicina Estetica
dell’Università di Roma Tor Vergata e dell’Università di Barcellona e Responsabile del
Progetto RigeneraDerma. "Contemporaneamente i campi elettromagnetici favoriscono la formazione di
nuove fibre elastiche e di collagene che permettono di rimodellare il tessuto cutaneo,
avvicinandolo alla sua forma migliore. Logicamente, la rigenerazione della pelle della
signora Rositani, ustionata e coperta di cicatrici e fibrosi profonde, sarà molto più
complessa di quanto normalmente avviene con le normali cicatrici che abbiamo trattato
sino ad oggi. L’obiettivo è un miglioramento funzionale del tessuto ustionato, con una
progressiva riduzione delle fibrosi ed un ammorbidimento che dovrebbero permettere
una migliore funzionalità e motilità degli arti inferiori. In precedenti esperienze
abbiamo assistito ad una regressione delle fibrosi da ustione, con un ammorbidimento del
tessuto cutaneo ed un recupero della motilità, seppur in presenza di ustioni meno gravi e
meno diffuse. Nel caso specifico il nostro obiettivo è replicare tali esiti, anche se
probabilmente dovremo impiegare più tempo ed un maggior numero di sedute". 

"È mia convinzione che la vera nobiltà della medicina consista nel migliorare la
qualità della vita delle persone", ribadisce Busoni. "Quello che viene fatto in tal senso assume un valore
profondo con uno scambio reciproco tra professionisti, ricercatori e medici, da un lato
e pazienti dall’altro. Biodermogenesi permette quindi la creazione di valore per tutti i
protagonisti della sua filiera: il paziente innalza i propri standard quotidiani e migliora la
propria vita, mentre i professionisti che lo hanno assistito vivono un momento di
gratificazione professionale e di crescita umana estremamente appaganti e motivanti per
continuare il percorso intrapreso". 

Chi può aderire al progetto

Oltre alle donne vittime di violenza, il progetto è aperto anche a persone di entrambi i
sessi, economicamente svantaggiate. Per tutti, le terapie saranno erogate interamente
pro-bono con il medical device Bi-one LifeTouchTherapy presso i Center of Therapeutic
Excellence Biodermogenesi (CTE) che aderiranno all’iniziativa.

Non potranno essere coinvolti:
- Pazienti affetti da dismorfofobia;
- Pazienti psicologicamente non stabili;
- Pazienti non sani;
- Pazienti con reddito medio, medio/alto o alto.


 

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