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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Corsa veloce: le fasi fondamentali e le tecniche di allenamento per migliorare le prestazioni

Per le discipline come la corsa veloce nelle quali è indispensabile il controllo assoluto del gesto tecnico, la sensibilità propriocettiva è una caratteristica fondamentale. Ecco che allora esistono delle specifiche tecniche di allenamento utili a migliorare questo tipo di prestazioni

La velocità è un settore delle corse piane dell'atletica leggera le cui distanze arrivano fino ai 400 metri, cioè un giro completo dell'anello di pista. Le gare di velocità praticate all'aperto sono: 100, 200 e 400 metri piani. Le gare che si disputano al coperto sono: 60, 200 e 400 metri piani. Più precisamente si definiscono gare di velocità pura i 100 m e i 200 m, di velocità prolungata i 400 m.

Il contributo energetico è stato stimato del 100% anaerobico per quanto riguarda la gara dei 100 m, ovvero 50% anaerobico alattacido e 50% anaerobico lattacido; del 63% anaerobico lattacido, del 30% anaerobico alattacido e del 7% aerobico nei 200 m; e del 63% anaerobico lattacido, 24% aerobico e 13% anaerobico alattacido relativamente alla gara dei 400 m.

I meccanismi non fisiologici maggiormente sollecitati in queste gare, dunque, sono quelli di tipo anaerobico, cioè potenza anaerobica alattacida, potenza lattacida e capacità lattacida con importanza percentuale decrescente per quanto riguarda la potenza anaerobica alattacida, e crescente per quanto riguarda la capacità lattacida andando dai 100 m ai 400 m.

Partenza

La partenza si effettua sempre dai blocchi di partenza. I concorrenti si devono posizionare dietro i blocchi, sistemati dagli stessi atleti a seconda delle loro caratteristiche fisiche, aspettando la chiamata del giudice di partenza (starter) che procederà in tre successivi momenti:

  • ai vostri posti: gli atleti si posizionano sui blocchi; l'atleta, per disporsi correttamente, non dovrà né sovrapporsi né tantomeno superare la linea di partenza con le mani o i piedi. Quest'ultima è inclusa nel percorso di gara mentre quella d'arrivo è esclusa; l'atleta ha in questo momento 5 appoggi: tutt'e due le mani, un ginocchio ed entrambi i piedi.
  • Pronti: gli atleti si sollevano su 4 appoggi (viene sollevato il ginocchio) in posizione di massima tensione ed equilibrio.
  • Colpo di pistola: gli atleti si proiettano correndo il più velocemente possibile verso il traguardo.

Queste modalità sono uguali in tutte le distanze; ciò che cambia è la posizione dei blocchi. Nei 100 metri sono tutti in linea, mentre nei 200 e 400 sono scalati in maniera tale da garantire la percorrenza della medesima distanza indipendentemente dalla corsia.

L'atleta che corre in prima corsia (la più interna) partirà a metà anello (ovvero nel punto esatto di confluenza tra rettilineo opposto a quello d'arrivo e curva seguente), mentre dalla seconda corsia in poi l'atleta sarà più avanzato rispetto a chi lo precede proprio per compensare il maggior raggio di curva e, dunque, l'altrimenti aumentata distanza dalla linea d'arrivo.

Problematiche della velocità

Esistono fattori fisiologici decisamente condizionanti (ma non sufficienti) a fare di una persona un velocista. I presupposti per i quali un individuo può correre più velocemente di un altro sono essenzialmente due:

  • qualità intima delle fibre muscolari, ovvero la capacità di contrarsi più o meno velocemente;
  • la capacità di reazione del sistema nervoso.

Per le discipline come la corsa veloce nelle quali è indispensabile il controllo assoluto del gesto tecnico, la sensibilità propriocettiva è una caratteristica fondamentale. Ecco che allora esistono delle specifiche tecniche di allenamento utili a migliorare questo tipo di prestazioni.

Allenamento per corsa veloce

L'allenamento dovrebbe essere basato su esercitazioni che inducono la muscolatura a reagire utilizzando il pieno funzionamento di tutte le aree d'informazione, affinché ci sia un'appropriata risposta motoria alla nuova situazione posturale.

Il miglioramento dell'equilibrio passa attraverso l'allenamento finalizzato al mantenimento della posizione voluta, unito ad un'elevata capacità di correzione degli sbilanciamenti, questo tende a stimolare in maniera crescente i sistemi propriocettivi ed i centri nervosi dai quali dipende la regolazione dell'equilibrio posturale.

Allenamento propriocettivo

A caratterizzare principalmente questa tipologia di allenamento sono una serie di movimenti instabili, volti a migliorare la nostra capacità di gestire i segnali propriocettivi provenienti dai recettori del nostro sistema neuro-muscolare. Utili a proteggerci da traumi e infortuni, ma anche per controllare il nostro corpo in modo efficace, gli esercizi propriocettivi ci aiutano ad avere una maggiore consapevolezza della percezione che abbiamo di forza, velocità e accelerazione e di altre informazioni meccaniche sul funzionamento di muscoli, tendini e articolazioni, oltre ad usarli meglio; infatti, l'obiettivo è quello di migliorare la comprensione e il controllo degli stimoli derivanti da tali recettori. Per scoprirne di più clicca qui.

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