Elettrostimolatori: sono davvero utili? Ecco quando usarli

Molte persone ricorrono all’elettrostimolazione per tonificare i muscoli, pensando così di poter superare l’ostacolo della fatica in palestra. In realtà, però, il discorso non è così semplice. L’elettrostimolazione è un processo attraverso il quale vengono utilizzate delle correnti elettriche per stimolare i muscoli, costringendoli a contrarsi. I dispositivi vengono commercializzati con la pretesa di aumentare la massa muscolare e favorire il dimagrimento, ma si tratta di obiettivi dal raggiungimento irrealistico con un semplice apparecchio:per raggiungere l'obiettivo sperato sono necessari piani alimentari e sportivi in cui il corpo partecipi attivamente al miglioramento fisico. 

Tuttavia, l’elettrostimolatore può avere la sua validità per scopi terapeutici. Ad esempio, nel caso della rieducazione muscolare in seguito ad un infortunio: in questo caso, la stimolazione muscolare elettrica viene utilizzata nelle prime fasi della riabilitazione fisica, quando i muscoli sono atrofici perché sono rimasti inutilizzati per troppo tempo. Gli obiettivi, in questo caso, sono il ripristino di un tono di base tramite la contrazione forzata di questi stessi muscoli. 

Un altro uso degli elettrostimolatori è consigliato in caso di osteoartrite: si tratta di una patologia dolorosa e a volte debilitante causata da una degenerazione dei tessuti articolari. L'elettrostimolazione può essere coadiuvante nella cura di pazienti affetti da tale problema.

L’elettrostimolazione, ancora, può essere in grado di ridurre efficacemente il rischio di piaghe da decubito e deformità nei pazienti costretti sulla sedia a rotelle o a letto, dove c’è una pressione costante del corpo su determinate zone. 

Per chi è sano e attivo, invece, i risultati estetici che si possono ottenere in palestra sono di gran lunga superiori all’utilizzo di un qualsiasi macchinario.