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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Per un italiano su tre lo sport è ossessione: l'indagine e i rischi per la salute

Un italiano su tre, anche se a livello dilettantistico, non vive più lo sport come un semplice hobby, al contrario sembra esserne ossessionato: questo disturbo prende il nome di vigoressia e i rischi per la salute non sono da sottovalutare

Praticare sport in modo regolare apporta numerosi benefici sia al fisico che alla mente, ma farlo in maniera compulsiva può trasformarlo in una dipendenza patologica. Avevamo già parlato di questo disturbo che prende il nome di vigoressia, e oggi dei dati ci mostrano come una buona percentuale di italiani ne soffra realmente.

Oggi, un italiano su 3 (28%), anche se a livello dilettantistico, non vive più lo sport come un semplice hobby, al contrario sembra esserne ossessionato. Quando non è possibile allenarsi le persone con questa dipendenza vanno incontro ad un intenso malessere psicologico (79%) e cambiamenti nel tono dell’umore (74%), come fosse una vera e propria crisi di astinenza. Come afferma il British Journal of Sports Medicine, si tratta di sintomi legati non solo alla quantità di attività fisica svolta e al tempo dedicatole, ma anche alle conseguenze sulla vita lavorativa, familiare e sociale della persona.

L'indagine

Questo è quanto emerge da un’indagine promossa da Nutrimente Onlus, associazione per la prevenzione e la conoscenza dei disturbi del comportamento alimentare, condotta su circa 1200 italiani tra uomini e donne di età compresa tra i 18 e i 65 anni, realizzata con metodologia Woa (Web Opinion Analysis) e su un panel di 40 esperti nel campo della psicologia e della medicina interna, per analizzare il rapporto che hanno gli sportivi con il proprio corpo.

In ambito agonistico, gli sportivi e gli atleti sono sottoposti quotidianamente ad allenamenti intensi e seguono diete personalizzate per raggiungere una prestanza fisica che consenta l’eccellenza sportiva. Negli ultimi anni però, queste pratiche si sono diffuse a livelli dilettantistici aumentando il rischio di compromettere salute fisica e psicologica.

Ma quali sono i campanelli d’allarme da tenere in considerazione? Un forte segnale di allarme si riscontra quando le persone rifiutano le occasioni di convivialità (78%), ad esempio un pranzo con gli amici (53%), con i colleghi di lavoro (45%), un aperitivo con il partner (42%) o una cena tra parenti (39%).

Come leggiamo su fitnesstrend.com, i motivi per cui questo avviene sono molteplici: non si vuole sgarrare con la dieta personale (72%), perché il giorno dopo ci si deve allenare duramente (62%) o perché non si vuole cadere in tentazioni (58%). Secondo gli esperti, bisogna monitorare in modo particolare l’intensità della pratica sportiva (72%), soprattutto chi ha sofferto in passato di un disturbo alimentare come l’anoressia e la bulimia e non trascurare le relazioni (61%).

Le dipendenze di tipo comportamentale sembrano essere più comuni tra gli adolescenti ed essere legate ad altre psicopatologie. A confermare questa tesi sono alcuni studi sul tema riportati dalle riviste scientifiche Scandinavian Journal of Medicine e Science e Psychiatry Research Clinical Journal of Medicine.  

I soggetti maggiormente “a rischio” sono i maschi e la fascia di età maggiormente colpita è quella dei 25-35 anni (24%), seguita da quella tra i 18 e i 24 (21%). Tuttavia, non manca la presenza anche di una fascia di persone più adulte, gli over 40 (16%).

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