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Venerdì, 19 Aprile 2024
I benefici di camminare

Camminare a passo svelto o veloce: qual è l'attività migliore per allungare la vita

Secondo una ricerca inglese, una camminata veloce quotidiana porta indietro l’età biologica di almeno 16 anni rispetto a chi cammina piano o conduce una vita sedentaria

Camminare è un’attività fisica semplice e praticabile a tutte le età, che apporta innumerevoli benefici per la salute sia fisica che mentale. In particolare, studi l’hanno associata a una migliore forma fisica e a un ridotto rischio di malattie cardiovascolari e mortalità per tutte le cause, coi camminatori veloci che hanno un’aspettativa di vita fino a 20 anni in più rispetto ai camminatori lenti. In effetti, è stato dimostrato che il ritmo della camminata (passo veloce o lento) è associato maggiormente, rispetto alla 'quantità' di attività fisica o alla dieta, a una migliore sopravvivenza senza malattie, quindi risulta un potenziale promotore della salute. Ma non solo, è anche un importante indicatore dell’età biologica (non intesa come età anagrafica del soggetto ma come grado di invecchiamento delle cellule), poiché questo tipo di attività è direttamente condizionato dai fattori, quali il controllo motorio, la salute muscolo-scheletrica, l'idoneità cardiorespiratoria e la capacità polmonare, la motivazione, e la salute mentale. Pertanto, è possibile che il ritmo del cammino agisca sia come indicarore che come modulatore dell'età biologica. 

Ma se la gran parte di questi studi si sono focalizzati sulla ‘quantità’ della camminata, pochi hanno indagato sulla ‘qualità’ (es. ritmo). Ad aver condotto un recente studio, tra i primi nel suo genere, sulla correlazione tra i semplici movimenti quotidiani, come la camminata e l’invecchiamento, un team di studio dell'Università di Leicester presso il Centro di ricerca biomedica di Leicester del National Institute for Health Research (NIHR). I ricercatori, in particolare, hanno indagato su come il ritmo e l’intensità del passo della camminata possono impattare sull’aspettativa di vita, e scoperto che un passo svelto per tutta la vita può ringiovanire di ben 16 anni la propria età biologica entro la mezza età. Lo studio è stato pubblicato su Communications Biology.

Camminare a passo svelto allunga la vita di 20 anni

I ricercatori dell'Università di Leicester avevano già precedentemente dimostrato che chi cammina a passo svelto ha un'aspettativa di vita fino a 20 anni in più rispetto a chi cammina lentamente o è sedentario. Con questo nuovo studio hanno voluto indagare, in particolare, il nesso causale tra la camminata veloce e la lunghezza dei telomeri dei leucociti (LTL), un indicatore dell'età biologica. "Anche se in precedenza - ha dichiarato Tom Yates, autore senior presso l'Università di Leicester - abbiamo dimostrato che il ritmo della camminata è un predittore molto forte dello stato di salute, non siamo stati in grado di confermare che l'adozione di un'andatura veloce provoca effettivamente una salute migliore. In questo studio abbiamo utilizzato le informazioni contenute nel profilo genetico delle persone per dimostrare che è probabile che un passo più veloce porti a un'età biologica più giovane, misurata dai telomeri”.

Ma cosa sono i telomeri?

I telomeri sono i "cappucci" posti all'estremità di ciascun cromosoma contenenti sequenze ripetitive di DNA non codificante che proteggono il cromosoma dai danni, in modo simile al modo in cui il cappuccio posto all'estremità di un laccio ne impedisce lo srotolamento. Questi biomarcatori si riducono naturalmente man mano che invecchiano ("senescenza replicativa”), ma la ricerca ha dimostrato che possono anche essere ridotti più rapidamente dalla mancanza di sonno sufficiente, da lavori impegnativi e dallo stress. Inoltre, nonostante la relazione tra la lunghezza dei telomeri e l’insorgenza di malattie non sia ancora stata completamente compresa, si ritiene che l'accumulo di queste cellule senescenti contribuisca a una serie di sintomi che associamo all'invecchiamento, come la fragilità e le malattie legate all’età. Pertanto, gli scienziati considerano LTL un forte indicatore di "età biologica", indipendentemente dalla data di nascita dell'individuo.

Lo studio inglese

I ricercatori hanno effettuato un’analisi genetica dei dati di 405.981 partecipanti di mezza età alla biobanca britannica, e raccolto misurazioni sull’intensità del movimento con cui questi soggetti passeggiavano attraverso dispositivi indossabili di auto-segnalazione e di monitoraggio del fitness. Tale misurazione dell’intensità è importante poiché, essendo l’intensità influenzata da tutta una serie di fattori, dalla capacità polmonare e dal controllo motorio alla salute mentale e ai livelli di motivazione, è qualcosa che i medici potrebbero considerare come un indicatore della salute generale. “I dati dei dispositivi di rilevamento dell’intensità dell’attività - hanno spiegato i ricercatori - hanno dimostrato un correlazione più forte tra l'intensità dell'attività abituale (ad es. camminare) e la lunghezza dei telomeri. Ciò suggerisce - ha affermato Paddy Dempsey, autore principale dello studio - che misure come una velocità di deambulazione abitualmente più lenta sono un modo semplice per identificare le persone a maggior rischio di malattie croniche o invecchiamento malsano e che l'intensità dell'attività può svolgere un ruolo importante nell'ottimizzazione degli interventi”.

Quanti passi al giorno devi fare per vivere più a lungo 

Un passo svelto per tutta la vita può far ringiovanire di ben 16 anni 

I ricercatori hanno scoperto che un passo più veloce, indipendentemente dalla “quantità” di attività fisica, era associato a telomeri più lunghi. In particolare, una camminata veloce quotidiana (anche di solo 10 minuti) riduce l’età biologica di almeno 16 anni rispetto a chi cammina piano o conduce una vita sedentaria. Se gli autori già precedentemente  avevano collegato il passo svelto a un aumento dell'aspettiva di vita fino a 20 anni, ora hanno anche scoperto che questa aspettativa di vita più lunga può derivare da un minimo di 10 minuti di camminata al giorno, e confermando il nesso causale tra questa specifica attività fisica e la lunghezza dei telomeri. “Camminare non richiede formazione e attrezzature speciali - hanno dichiarato i ricercatori - per questo suggeriamo che possa essere utilizzato più spesso nei trattamenti come un modo per migliorare la salute, ove appropriato".

Fare le pulizie di casa riduce il rischio di malattie cardiovascolari e di morte

Tra gli ultimi studi pubblicati in letteratura sugli effetti benefici sulla salute delle attività fisiche abituali e quotidiane c’è anche la ricerca condotta dagli studiosi della bert Wertheim School of Public Health and Human Longevity Science dell'Università della California di San Diego. Secondo questo studio, pulire casa ridurrebbe i rischi sul cuore e le possibilità di morte. Fare le pulizie domestiche, per un determinato tempo, ha, infatti, lo stesso impatto sulle malattie cardiovascolari di una camminata o di una passeggiata. In particolare, 4 ore di attività domestiche al giorno ridurrebbero, secondo la ricerca americana, il rischio cardiovascolare del 43% e di ictus del 30%.

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