Resistenza sportiva: ecco il test che la misura dettagliatamente
Il test di Cooper è un metodo nato per testare il livello fisico e la resistenza misurando la massima distanza che siamo in grado di percorrere in 12 minuti esatti di corsa. Scopriamone di più
Misurare le proprie capacità di resistenza e i risultati riguardo un’attività ben specifica è possibile grazie al test di Cooper, un metodo che prende il nome dal suo inventore, il dottor Kenneth H. Cooper. Scopriamo come funziona.
Cos'è la resistenza
Iniziamo con spiegare cosa si intende per resistenza. In ambito sportivo, la resistenza è quella capacità di svolgere un'attività fisica in modo efficace e per un tempo prolungato. Si tratta dunque nell'opporsi e vincere la fatica per esercizi di media e lunga durata. Come leggiamo su My Personal Trainer, tale abilità rispecchia l'efficienza dei sistemi energetici implicati nell'esecuzione del gesto motorio; per essere eseguito, infatti, qualsiasi movimento richiede una certa quantità di ATP (moneta energetica dell'organismo) distribuita in un certo lasso di tempo. Avere più energia a disposizione significa mantenere più a lungo lo sforzo senza cali prestativi. Bisogna poi distinguere 2 classificazioni della resistenza in base a due elementi differenti; ai gruppi muscolari messi in atto, in questo caso quindi:
- La resistenza generale: quando sono messi in atto più gruppi muscolari (corsa e nuoto).
- La resistenza specifica: quando sono messi in atto solo alcuni gruppi muscolari (tiro con l'arco).
O in base al meccanismo energetico messo in atto, quindi:
- La resistenza aerobica: quando è impiegato l'ossigeno come in esercizi di lunga durata (maratona).
- La resistenza anaerobica: quando non è impiegato particolarmente l'ossigeno e ci si sente affaticati a causa della produzione di acido lattico come in esercizi brevi ma intensi (staffetta 4x100 metri).
Test di Cooper: cos'è e come funziona
Come leggiamo su la scienzainpalestra.it, il test di Cooper è un test nato per testare il livello fisico e lo fa misurando la massima distanza che siamo in grado di percorrere in 12 minuti esatti di corsa, preferibilmente su una pista di atletica. Si dovrebbe cercare di mantenere la velocità costante nei 12 minuti, iniziando con una fase di riscaldamento di circa 10 minuti. Durante la stagione sportiva può essere ripetuto a intervalli regolari per monitorare i miglioramenti degli atleti. Perché sia il più possibile veritiero, bisogna che le condizioni ambientali siano sempre le stesse (solitamente viene appunto svolto su una pista di atletica). Uno dei parametri più importante per la misurazione è il VO2 max, cioè il massimo volume di ossigeno utilizzato nei 12 minuti.
È un test attendibile?
Il test non è certamente recente e oggi si pensa che siano sufficienti solo 7 minuti e non 12 per testare il livello massimo di ossigeno, ma non ci sono al momento studi che possano dimostrarne la reale efficacia. Il fatto che la performance sportiva varia a seconda di diversi fattori, spiega come un test così rigido non può essere sempre utile ai fini valutativi. Mantenere poi la stessa velocità è una regola che non tutti riescono a rispettare. La distanza percorsa, come uno dei valori di valutazione, infatti, non può essere generalizzata ma individualizzata.