rotate-mobile
Venerdì, 29 Marzo 2024
I benefici dell'allenamento

L’ora in cui ti alleni (di mattina o di sera) può cambiare il tuo orologio biologico

Uno studio dimostra come l'esercizio fisico possa aiutare a "regolare" i ritmi circadiani difettosi prevenendo il rischio di malattie come l'obesità e il diabete di tipo 2

Il nostro orologio biologico è scandito dai ritmi circadiani (dal latino “circa diem” che significa “intorno al giorno”) ovvero da cicli di 24 ore che regolano molti processi fisiologici come la temperatura corporea, la pressione sanguigna, la frequenza cardiaca, i livelli di ormoni, il metabolismo e altri parametri biologici. Questi ritmi sono direttamente influenzati dall’ambiente che ci circonda, e in particolare dal ciclo giorno/notte o luce/buio. Se correttamente sincronizzato, il ritmo circadiano può favorire un sonno salutare e ristoratore; se al contrario viene alterato, può causare insonnia ma anche malattie come quelle infettive e cardiocircolatorie, il diabete e l'obesità, o altri disturbi come il deficit di attenzione e il morbo di Alzheimer. Ad avere un forte impatto sull’orologio biologico del nostro organismo è anche l’esercizio fisico. Numerosi studi hanno, infatti, dimostrato come l’attività fisica sia capace di sincronizzare l’orologio biologico di un organismo a seconda dell’ora del giorno o della sera in cui viene praticato. Così, la scienza ha dimostrato che chi va in palestra alle 7 del mattino o tra le 13 e le 16 del pomeriggio sposta il proprio orologio biologico a qualche ora prima, mentre chi si allena tra le 19 e le 22 al contrario ritarda lo spostamento delle lancette. Tuttavia, gli scienziati ancora non sanno perché ciò avvenga, perchè l’orario in cui si svolge l'esercizio produca effetti diversi.

Al fine di ottenere una migliore comprensione e capire perché i ritmi circadiani rispondano in modo diverso all'esercizio praticato in diversi momenti della giornata, il team composto dai ricercatori dell’Università di Copenaghen, del Karolinska Institutet, della Texas A&M University, dell'Università della California-Irvine e dell'Helmholtz Monaco, ha avviato uno studio - il più completo fino ad oggi sugli esercizi eseguiti in diversi momenti della giornata - pubblicato sulla rivista scientifica Cell Metabolism. I risultati della ricerca hanno portato all'elaborazione di un"atlante del metabolismo dell’esercizio", una sorta di mappa che mostra gli effetti sull'orologio biologico che ha l'esercizio fisico praticato in diversi momenti della giornata, e che potrebbe rivelarsi molto utile per lo sviluppo di programmi di allenamento più efficaci e mirati.

Come funzionano i ritmi circadiani

Le nostre cellule (ma anche quelle degli animali e delle piante) contengono piccoli orologi molecolari che scandiscono il ritmo circadiano delle 24 ore. Questi orologi sono connessi ad una sorta di orologio principale chiamato "pacemaker circadiano" che, negli esseri umani, si trova nel nucleo soprachiasmatico all’interno dell’ipotalamo (NSC). Questo, essendo particolarmente sensibile ai cicli di luce e buio esterni, manda dei segnali per sincronizzare su questo ritmo tutti gli orologi del nostro corpo. Per questo motivo, i ritmi circadiani sono strettamente collegati all’alternanza giorno-notte. Se questo processo si altera, i sistemi del corpo non funzioneranno più in modo ottimale influendo negativamente sul sonno e sulla salute in generale dell'organismo. In tal caso possono essere messe in atto strategie capaci di rimediare all’asincronia circadiana: tra queste c’è l’esercizio fisico.

Lo studio

Il team di ricerca voleva comprendere meglio come l’esercizio fisico fosse in grado di modificare i bioritmi muscolari spostando in avanti o indietro l’orologio biologico a seconda del momento della giornata in cui veniva svolto. Così ha condotto una serie di esperimenti su topi che si esercitavano al mattino presto o in tarda serata, rilevando campioni di sangue e di diversi tessuti, inclusi quelli del cervello, cuore, muscoli, fegato e grasso, mappandoli e confrontandoli mediante una tecnica analitica applicata. Questa analisi gli ha consentito di rilevare centinaia di diversi metaboliti (prodotti del processo del metabolismo) e ormoni (molecole di segnalazione) in ciascun tessuto, e di monitorare come questi subivano modifiche differenti in funzione del differente momento della giornata in cui veniva svolto l’esercizio.

L’atlante del metabolismo dell’esercizio 

I ricercatori hanno osservato come l'esercizio eseguito in diversi momenti della giornata influenzasse differentemente le vie metaboliche del muscolo scheletrico e la sua capacità di resistenza. L'osservazione gli ha consentito di disegnare un "atlante del metabolismo dell’esercizio", una sorta di mappa completa delle molecole di segnalazione indotte dall'esercizio fisico presenti nei diversi tessuti analizzati dopo l’allenamento svolto in differenti momenti della giornata. La loro ricerca ha, così, mostrato come l'esercizio fisico fosse in grado di influire diversamente sul sonno, sulla memoria, sulle prestazioni fisiche e sull'omeostasi metabolica (capacità di autoregolazione degli esseri viventi), promuovendo la salute dell'organismo in modo specifico.

"Una migliore comprensione di come l'esercizio influisce sul corpo in diversi momenti della giornata potrebbe aiutarci a massimizzare i benefici dell'esercizio, soprattutto per le persone a rischio di malattie, come l'obesità e il diabete di tipo 2", ha affermato la professoressa Juleen R. Zierath del Karolinska Institutet e il Novo Nordisk Foundation Center for Basic Metabolic Research (CBMR) presso l'Università di Copenaghen.

L'esercizio fisico “regola" i ritmi circadiani difettosi

Orologi circadiani “difettosi” sono stati collegati, in particolare, a un maggior rischio di obesità e di diabete di tipo 2. Lo studio mostra come l'esercizio fisico possa aiutare a "regolare" questi ritmi circadiani difettosi, prevenendo disturbi e malattie. Inoltre, ha identificato nuove molecole di segnalazione indotte dall'esercizio in più tessuti, che, però, necessitano di ulteriori indagini per capire come queste possano influire sulla salute.

"Non solo mostriamo come diversi tessuti rispondono all'esercizio in diversi momenti della giornata, - ha affermato il professor Jonas Thue Treebak del CBMR presso l'Università di Copenaghen e co-primo autore della pubblicazione -, ma proponiamo anche come queste risposte siano collegate tra loro per indurre un adattamento orchestrato che controlla l'omeostasi energetica sistemica".

Possibili sviluppi futuri della ricerca

Lo studio presenta diversi limiti. Innanzitutto, gli esperimenti sono stati condotti sui topi, e sebbene questi condividano molte caratteristiche genetiche, fisiologiche e comportamentali con gli esseri umani, presentano anche importanti differenze. Ad esempio, i topi sono notturni e anche il tipo di esercizio cui sono stati sottoposti era limitato alla corsa su tapis roulant, esercizio che può produrre risultati diversi rispetto a un allenamento ad alta intensità. Infine, le variabili legate a sesso, età e malattia non sono state considerate nell'analisi.

"Nonostante i limiti, però, - hanno concluso i ricercatori - è uno studio importante che aiuta a indirizzare ulteriori ricerche che possono aiutarci a capire meglio come l'esercizio, se programmato correttamente, può aiutare a migliorare la salute e ridurre il rischio di sviluppare alcune malattie”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

L’ora in cui ti alleni (di mattina o di sera) può cambiare il tuo orologio biologico

Today è in caricamento