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Venerdì, 19 Aprile 2024
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La tecnica del sonno che può aumentare la creatività mentre dormiamo

Secondo i ricercatori, nella fase iniziale del sonno, il nostro cervello è in grado di stimolare il pensiero creativo facilitandoci nella risoluzione dei problemi. Cosa dice l'ultimo studio e cosa c'entra l'artista spagnolo

"L'attività creativa è quella che rende l'uomo capace di dar forma al futuro e di mutare il proprio presente” diceva lo psicologo e pedagogista Lev S. Vygotski. E’ una capacità che appartiene a ogni essere umano e inizia a svilupparsi nei primi anni di scolarizzazione, quando si è più influenzati dalla spontaneità e meno dal pensiero convenzionale. Sappiamo che è fondamentale per affrontare le sfide quotidiane ma poco si conosce sui meccanismi da cui ha origine. Si ipotizza che nasca dall'interazione dinamica tra il pensiero spontaneo e quello cognitivo: alcuni studi empirici hanno dimostrato che durante il sonno viene stimolato il pensiero logico e la riorganizzazione dei ricordi associativi, promuovendo la creatività. Ma le prove a sostegno di tale associazione sono oggi ancora scarse. La maggior parte di queste ricerche si è concentrata sulla fase REM del sonno (la fase di sonno profondo) e del sonno a onde lente (fase 3 e 4 del sonno). Studi di neuroimaging hanno, invece, dimostrato che è la fase non-REM (fase 1 del sonno) ad essere accompagnata da esperienze percettive involontarie, spontanee, oniriche che incorporano esperienze di veglia recenti in modo creativo legandole a ricordi vagamente associati. Tali esperienze potrebbero favorire la generazione di nuove idee. 

Da questa ipotesi è nato lo studio condotto dai ricercatori della Sorbonne Université, Institut du Cerveau - Paris Brain Institute. I risultati della ricerca, pubblicata su Science Advances, suggeriscono che la fase 1 del sonno (N1) è uno stato ibrido, "semilucido" in cui gli individui attraverso il pensiero logico riescono a intercettare le scintille creative stimolando quindi la nascita di nuove idee. “Crediamo - hanno dichiarato i ricercatori - che N1 rappresenti un cocktail ideale per stimolare al meglio la creatività di ognuno di noi”. 

Il ciclo del sonno

Il ciclo del sonno ha una dura all’incirca 90-100 minuti, ed è costituito da quattro fasi che si possono ripetere fino a 5 volte durante la notte:

  • Prima fase: è la “fase non-REM”(non rapid eye movement), che gradualmente permette all’organismo di passare dallo stato di veglia al sonno, e si caratterizza per l’abbassamento della temperatura corporea, il rilassamento parziale della muscolatura e dal rallentamento del battito cardiaco; inoltre, i movimenti oculari non sono rapidi, segnale che l’attività cerebrale diminuisce lentamente. È la fase dell’addormentamento e dura generalmente pochi minuti.
  • Seconda fase: è la "fase di sonno leggero" che ci prepara a entrare nel sonno profondo. La frequenza cardiaca continua a rallentare, preparando l’organismo ad entrare nello stadio di sonno vero e in cui i movimenti degli occhi sono quasi del tutto assenti, la muscolatura è completamente distesa e il respiro è molto profondo. La durata è all’incirca 10-15 di minuti.
  • Terza fase: è la "fase del sonno profondo" (o del sonno a onde lente). L’attività cerbrale è molto lenta perché il cervello è come se fosse in “stand by” ed entra in una condizione di ipometabolismo, cioè consuma meno energia. Questa fase dura all’incirca 40-50 minuti.
  • Quarta fase: è la "fase REM" (rapid eyes movement) ed è definita anche "stadio del sonno paradosso" perchè nonostante ci si trovi in una fase di sonno profondo, l’attività cerebrale si risveglia e gli occhi si muovono rapidamente in diverse direzioni sotto la palpebra. In questa fase si sogna e contemporaneamente compare una sorta di paralisi dei muscoli volontari (questo fenomeno di “atonia” muscolare, non del tutto ancora spiegato, è probabilmente una risposta protettiva dell’organismo nei confronti dei sogni,  ha la funzione di impedire movimenti avventati e imprevedibili, eventualmente generati dal sogno). Questa fase dura poco, all’incirca 4-5 minuti.

Lo studio

I ricercatori hanno reclutato 103 partecipanti e fornito loro dei problemi di matematica, risolvibili quasi istantaneamente con una regola nascosta. Dopo aver tentato di risolvere il problema, i partecipanti sono stati divisi in tre gruppi in base al loro stato di vigilanza durante la pausa: il "gruppo sveglio" (soggetti che sono rimasti svegli per tutta la durata della pausa), il "gruppo N1” (soggetti cui è stato permesso di sprofondare in una fase del sonno poco profonda e non rapida, nota come N1, per oltre 30 secondi), e il "gruppo N2” (soggetti cui è stato permesso di sprofondare in una fase del sonno profondo per almeno 30 secondi). Durante la pausa, lo stato di vigilanza dei partecipanti è stato monitorato tramite video polisonnografia (registrazioni simultanee di elettroencefalogramma (EEG), elettro-oculografico (EOG) ed elettromiografico (EMG)). Dopo la pausa, ai partecipanti sono stati dati ancora una volta i problemi di matematica per vedere se riuscivano a identificare la regola nascosta.

Cosa hanno scoperto i ricercatori

I ricercatori hanno scoperto che i partecipanti che hanno trascorso almeno 15 secondi nella fase del sonno N1 hanno triplicato le loro possibilità di trovare la regola nascosta, il che implica che in questa fase ci sia stato un aumento del pensiero creativo, definito qui come improvvisa scoperta di una soluzione a un problema, rispetto ai partecipanti che erano rimasti svegli durante la pausa. Questo effetto non è stato riscontrato nei soggetti che erano sprofondati in un sonno più profondo. L'83% delle persone che sono entrate nel sonno N1 e solo il 30% del gruppo sveglio è stato in grado di individuare la regola. Questo effetto non è stato riscontrato, invece, nei soggetti che erano sprofondati in un sonno più profondo. 

L’attività cerebrale nella fase iniziale del sonno stimola la creatività

I risultati dello studio suggeriscono che c'è un momento creativo nel periodo di insorgenza del sonno (fase 1 o N1). Tuttavia, se si raggiunge lo stadio successivo, quello più profondo (N2), questo momento scompare. “Quindi - hanno dichiarato i ricercatori - se riuscissimo a interrompere bruscamente un pisolino, questo potrebbe aiutarci a dare una spinta alla nostra creatività. D'altronde lo stesso metodo veniva utilizzato anche dal famoso pittore surrealista Salvador Dalí prima di dipingere e dall'inventore americano Thomas Edison per avere una maggiore spinta creativa”. Dalí ed Edison erano indubbiamente dei geni creativi, ma i ricercatori francesi hanno dimostrato che questa tecnica funziona anche nelle persone comuni.

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