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Giovedì, 25 Aprile 2024
Amore virtuale

Cos'è l'antropomorfismo virtuale, quando a soddisfarci in amore è un assistente online

Tutti sentiamo il bisogno di amare ed essere amati. La gran parte di noi lo soddisfa con una persona reale, ma c’è anche chi costruisce relazioni romantiche con agenti virtuali

Lo ricorderete tutti Her, il film diretto da Spike Jonze e interpretato da Joaquin Phoenix, che porta in scena la storia d’amore tra un uomo e il suo sistema operativo, Samantha. Dopo 9 anni dalla sua uscita, la relazione uomo-macchina è oramai una realtà sempre più diffusa. Assistenti virtuali sempre più interattivi e reattivi oggi offrono a milioni di persone l'opportunità di perseguire, coltivare e godere di una relazione virtuale con chatbot ed altre entità non umane. Per comprendere ed esplorare meglio questo fenomeno, un team di ricercatori dell'Università di Hiroshima e dell’Università di Edimburgo ha condotto studi di laboratorio che esaminano relazioni romantiche tra l’essere umano e assistenti virtuali, e ha coniato il nuovo concetto di ‘antropomorfismo romantico’, che consiste nel conferire a un agente non umano caratteristiche simili a quelle umane in un contesto romantico.

Mentre precedenti ricerche psicologiche hanno esaminato come i bisogni umani possono essere soddisfatti da agenti antropomorfi, questa ricerca è la prima a esaminare le relazioni romantiche virtuali. “La maggior parte della ricerca sulle relazioni romantiche - ha affermato Mayu Koike, dell’Università di Hiroshima - si è concentrata sui rapporti umano-umano e sull'antropomorfismo platonico. La nostra ricerca aiuta a coltivare un nuovo campo colmando il divario tra antropomorfismo e scienza delle relazioni”. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista British Journal of Social Psychology.

Gli assistenti virtuali nel mondo moderno

Un agente virtuale, chiamato anche assistente virtuale o chatbot, è un'applicazione software che utilizza l'elaborazione del linguaggio naturale e le risposte tramite script per fornire supporto agli esseri umani online. Gli agenti virtuali sono nati per sostituire il lavoro umano, ma, man mano che diventano sempre più complessi e interattivi, vengono utilizzati anche in altri modi. In riferimento agli assistenti virtuali più popolari come Alexa, Cortana e Siri, gli autori dello studio spiegano come i chatbot "svolgano un ruolo sempre più centrale nel nostro mondo moderno". E, anche se è improbabile che ci si innamori di un bot del servizio clienti, alcuni degli agenti virtuali più complessi potrebbero diventare i protagonisti di una avventua romantica, reale e autentica, con un essere umano.

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Quando a soddisfare in amore è una fidanzata virtuale

"Il bisogno di amare ed essere amato è un aspetto duraturo e universale della psicologia umana", scrivono i ricercatori. “Per la maggior parte della nostra storia, soddisfare questo bisogno ha richiesto un'altra persona: qualcuno da amare e ricambiare. Oggi, un agente virtuale può potenzialmente soddisfare questa esigenza". A tal proposito i ricercatori riportano l’esempio di un videogioco romantico orientato agli uomini chiamato LovePlus: "Si è rivelato un tale successo che numerosi uomini hanno riferito di essersi innamorati delle loro fidanzate virtuali, al punto da preferirle alle donne vere". Un fenomeno che si sta diffondendo sempre di più, se si considera che ad oggi si contano oltre 50 milioni di giocatori di videogiochi romantici in tutto il mondo.

I tre esperimenti

Per capire di più sull'antropomorfismo romantico, i ricercatori hanno condotto tre esperimenti di laboratorio. Nel primo, 61 donne eterosessuali hanno giocato a un videogioco chiamato Castaway, prima di completare una serie di questionari strutturati per valutare fino a che punto i chatbot mostravano qualità simili a quelle umane e quanto fosse autentica la loro relazione virtuale. I risultati hanno indicato che "un maggiore antropomorfismo romantico era legato a maggiori sentimenti di autenticità della relazione con l'agente virtuale, che quindi prevedeva un maggiore desiderio di una relazione con l'agente virtuale nel mondo reale". Il secondo esperimento ha seguito lo stesso protocollo ma includendo una coorte più ampia di 104 donne, che questa volta ha giocato a un videogioco chiamato Choices: Stories You Play.

Infine, il protocollo è stato ripetuto da un terzo gruppo di 78 donne eterosessuali single. Questa volta gli autori hanno cercato di determinare in che modo l'amore digitale influenza i comportamenti di corteggiamento nella vita reale delle persone. Per farlo, hanno osservato i partecipanti mentre interagivano con "un attraente compagno maschio" per cinque minuti dopo aver giocato con un videogioco romantico. L’esperimento ha replicato i risultati dei primi due, ma non è riuscito a prevedere il comportamento nel mondo reale in una successiva interazione con un complice umano.

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L'antropomorfismo crea la sensazione di una relazione ‘autentica’

Questi tre studi hanno mostrato che le persone antropomorfizzano un agente virtuale quando ‘sentono’ che la loro connessione e relazione con esso è autentica e genuina. "Questa scoperta suggerisce che non è l'antropomorfismo di per sé, ma piuttosto il modo in cui l'antropomorfismo si nutre attraverso l'autenticità della relazione che prevede il desiderio di una relazione nel mondo reale con un agente virtuale e uno stato d'animo positivo", spiega l'autore dello studio Mayu Koike. “In parole povere, l'antropomorfismo crea la sensazione di autenticità nelle relazioni. A sua volta, l'autenticità della relazione è significativa per costruire un forte legame con gli agenti".

Le persone sole sono più predisposte ad umanizzare entità non umane

Ricerche precedenti hanno indicato che le persone sole hanno maggiori probabilità di antropomorfizzare entità non umane, come Tom Hanks e il suo amico Wilson nel film Castaway. Tuttavia, sulla base di questa nuova ricerca, gli autori dello studio hanno concluso che "è improbabile che credere semplicemente che un'entità sia simile a un umano faccia sentire una persona meno sola. Piuttosto, è più probabile che la relazione offerta da questa percepita entità simile a quella umana sia ciò che riduce la solitudine".

Guardando al futuro, Koike suggerisce che "sarebbe utile per la ricerca futura esaminare i tratti della personalità o altre differenze individuali per capire come influenzano le persone che si impegnano nell'antropomorfismo romantico".

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