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Giovedì, 28 Marzo 2024
Psicologia e Coppia

L'allarme degli psichiatri: "Salute mentale degli italiani travolta da guerra e pandemia"

Necessarie risorse adeguate per sopperire alla carenza del personale e coinvolgimento negli interventi previsti nel PNRR

“La salute mentale degli italiani è stata letteralmente travolta da guerra e pandemia, che hanno moltiplicato esponenzialmente il disagio psichico, in un mix esplosivo tra ‘pericolo clinico’ e incertezza sociale, che ha portato a un aumento di patologie psichiatriche gravi (+30% negli adolescenti di disregolazione emotivo-affettiva, autolesionismo, violenza, uso di sostanze, depressione, e + 70% di disturbi del comportamento alimentare nei minori), delle persone bisognose di cure, come i migranti forzati, dell’abuso di sostanze, da cannabis a cocaina”- mettono in guardia Giuseppe Ducci, portavoce del Coordinamento nazionale dei Direttori dei DSM italiani, con Massimo di Giannantonio ed Enrico Zanalda, co-presidenti della Società Italiana di Psichiatria (SIP).

Eppure ad oggi, nonostante l’Italia con la rete dei DSM rappresenti un modello per la salute mentale di comunità a cui lo stesso PNRR si ispira senza dichiararlo, il Paese si attesta nelle ultime posizioni in Europa per percentuale della spesa sanitaria investita in questo ambito. “Infatti, nessun fondo è previsto per la salute mentale nel PNRR, che ad essa non fa nessun riferimento, e assegna 15.63 miliardi (Missione 6, Salute) destinati alla sanità, a interventi, soprattutto strutturali, per la creazione di Case della Comunità, Ospedali di Comunità, Centrali Operative Territoriali e telemedicina, innovazione tecnologica e digitalizzazione dell’SSN. Appare de tutto evidente – denuncia Ducci - che il rischio è quello di avere servizi nuovissimi ma vuoti e quindi inutili e dunque una ‘rapina’ dal Governo di risorse umane ai danni dei DSM, afflitti da una riduzione progressiva sempre più grave di personale, per i mancati turn-over, specialmente dei medici”.

“L’invisibilità della salute mentale per la classe politica italiana – continua Ducci -  va a braccetto con il fatto che, nonostante la Conferenza Stato-Regioni abbia fissato al 5% la quota destinata alla salute mentale del Fondo sanitario nazionale, fissato per il 2022 in 122 miliardi di euro, la media di stanziamento effettivo delle Regioni è del 3,3%. In questo ambito, i fondi aggiuntivi destinati al rafforzamento dei Dipartimenti di salute mentale sono in tutto 60 milioni - sottolinea Ducci - ma tra questi sono compresi circa 30 milioni per il voucher psicologico, che è solo una mancia per la salute mentale, non condivisibile, perché non crea un ammortizzatore socio-sanitario in grado di attutire nel breve e nel lungo termine i contraccolpi subiti dalla salute mentale”.

Le proposte del Coordinamento

“I Direttori dei DSM italiani chiedono quindi il coinvolgimento pieno e qualificato nelle azioni previste nel PNRR per tutte le attività in diretta relazione con i servizi di salute mentale sul territorio e, in particolare, l’inserimento dei centri di salute mentale e di tutti i servizi di accoglienza dei DSM in ogni Casa della Comunità. Infine, ribadiscono la necessità di dotare i DSM di adeguate risorse per sopperire alla carenza di personale e svolgere tutti questi compiti”.

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