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Venerdì, 19 Aprile 2024
Salute

Bronchiolite nei bambini, come riconoscere i sintomi e quali misure adottare per proteggere i più piccoli

I pediatri della Società italiana di Pediatria suggerisco alcune misure che i genitori, soprattutto di neonati e lattanti, devono adottare per ridurre la diffusione del VRS e proteggere i loro piccoli

Il virus respiratorio sinciziale non sembra voler mollare la presa. A lanciare l’allarme pediatrie e terapie intensive pediatriche strapiene di neonati e bebè ricoverati con bronchioliti e polmoniti causate dal virus. “Il Virus Respiratorio Sinciziale (VRS) - spiegano gli esperti della Società Italiana di Pediatria (SIP) - è un virus che infetta l’apparato respiratorio causando negli adulti una sintomatologia lieve che si manifesta con raffreddore e tosse. Nei bambini sotto i 10-12 mesi, può, invece, causare la bronchiolite, una patologia caratterizzata da parziale occlusione dei piccoli bronchi e conseguente insufficienza respiratoria, ed è la causa più frequente di ricovero ospedaliero sotto l’anno di età”.

Il VRS è un virus che circola da decenni nella stagione fredda, ma quest'anno, anziché manifestarsi come sempre tra dicembre e marzo, si è anticipato ad ottobre. Questo perché l’uso delle mascherine, il lavaggio delle mani e il distanziamento sociale durante la pandemia Covid ha impedito al virus di circolare riducendo del 70-80% i casi di bronchiolite nei più piccoli. Con l’allentamento delle restrizioni anti-Covid si sono, così, verificate importanti epidemie da VRS in numerosi Paesi del mondo, tra cui l’Italia. Ogni anno il VRS è responsabile di circa 3,4 milioni di ricoveri nel mondo con un’alta mortalità nei Paesi in via di sviluppo: quest’anno i casi sono quadruplicati.

Virus respiratorio sinciziale: gli ospedali pediatrici sono sotto pressione 

Vi è poca informazione su questa infezione così comune, è importante che i genitori di bambini piccoli sappiano come riconoscere questa malattia e capire quando è il caso di chiamare il pediatra. Gli esperti della Società Italiana di Pediatria, Eugenio Baraldi (Responsabile UOC Terapia Intensiva Neonatale Azienda Ospedale-Università di Padova, Respiratory Syncytial Virus Network (ReSViNET), Fabio Midulla (Presidente Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI)) e Susanna Esposito (Responsabile Tavolo Tecnico Malattie Infettive SIP) suggerisco alcune semplici misure che i genitori devono adottare per ridurre la diffusione del VRS in particolare tra i neonati e i lattanti.

Come si trasmette il virus respiratorio sinciziale?

“Il VRS - spiegano gli esperti - si diffonde da persona a persona molto facilmente soprattutto tramite il contatto con le secrezioni nasali e la saliva, ma anche tramite microparticelle disperse nell’aria con gli starnuti o i colpi di tosse da parte di una persona infetta. I lattanti quasi sempre contraggono l’infezione dopo un contatto ravvicinato con un familiare o con fratelli/sorelle che vanno all’asilo e che presentano un raffreddore, e sintomi generalmente compaiono dopo 2-6 giorni dal contatto. Il virus può sopravvivere numerose ore sulle superfici (tavoli, maniglie delle porte, cellulari, tastiere dei PC) per questo si può contrarre anche toccando giocattoli o altri materiali contaminati”.

Come puoi proteggere il tuo bambino dal VRS?

“Puoi proteggere il tuo bambino:

  • attraverso il latte materno poiché questo contiene anticorpi contro numerosi agenti infettivi e riduce il rischio di infezioni gravi da VRS e di ospedalizzazione per bronchiolite;
  • lavando frequentemente le mani con acqua e sapone o con un gel alcolico prima di toccare il bambino, sia dei genitori che di altre persone che entrano in contatto con il piccolo;
  • utilizzando la mascherina in caso di raffreddore quando ci si avvicina al bambino. Se si ha il raffreddore non bisogna baciare il bambino nè toccargli il viso;
  • tenendo lontano il tuo bambino da altri bambini o adulti con il raffreddore;
  • lavando e/o disinfettando le superfici e gli oggetti (giocattoli) con cui entra in contatto il bambino;
  • non fumando in casa (il fumo aumenta il rischio di infezione);
  • se il tuo bambino è prematuro o affetto da malattie cardiache o polmonari chiedi al tuo pediatra se vi sono le indicazioni all’utilizzo degli anticorpi monoclonali per la prevenzione delle infezioni da VRS.

Le misure sopra riportate aiutano a prevenire anche le infezioni respiratorie causate da altri virus e batteri”.

Quando chiamare il pediatra?

“Bisogna chiamare il pediatra quando:

  • si presenta una difficoltà respiratoria nel bambino: respirazione veloce, tosse insistente, movimento delle pinne nasali, comparsa di fossetta al giugulo e rientramenti a livello sternale, respiro rumoroso e/o respirazione con sibilo udibile avvicinando l’orecchio alla bocca del bambino. compare un colore violaceo delle labbra e/o del viso;
  • vi è una riduzione dell’alimentazione (assunzione di latte meno del 50% rispetto al solito): è il primo segno che indica che il bambino sta peggiorando. Nei lattanti la riduzione dell’alimentazione può rapidamente portare a disidratazione (labbra secche, poca pipì, pianto senza lacrime);
  • quando si presentano lunghe pause respiratorie (apnea) che possono essere una complicanza dell’infezione da VRS anche senza un quadro evidente di bronchiolite;
  • quando vi è una scarsa reattività o sonnolenza nei lattanti al di sotto dei 3 mesi che sono più a rischio e i sintomi possono deteriorare rapidamente".

Qual è la terapia per la bronchiolite?

“Non vi sono terapie efficaci per la bronchiolite - spiegano gli esperti -. In caso di ospedalizzazione viene messa in atto una ‘terapia di supporto’ per mantenere un’adeguata idratazione e, se necessario, viene somministrato l’ossigeno. Nei casi gravi si ricorre alla ventilazione meccanica in terapia intensiva. E’ utile fare lavaggi nasali con soluzione salina e aspirazione delle secrezioni nasali (in particolare prima dei pasti) e incoraggiare il bambino ad assumere liquidi a piccoli sorsi e/o ad assumere pasti piccoli e frequenti. Farmaci come i broncodilatatori, i cortisonici e gli antibiotici non sono indicati di routine. Gli antibiotici, in particolare, non vanno utilizzati perché l’agente responsabile è un virus e le sovrainfezioni batteriche sono rare”.

Quali sono i bambini più a rischio di bronchiolite grave?

“I bambini più a rischio di una bronchiolite grave sono i lattanti nati prematuri (nati prima delle 35 settimane di gravidanza), con cardiopatie congenite, malattie polmonari croniche, malattie neuromuscolari e condizioni di immunodepressione. In questi bambini è possibile fare la profilassi contro il VRS utilizzando un anticorpo monoclonale (Palivizumab) a somministrazione mensile dall’inizio della stagione epidemica”.

Ci sono effetti a lungo-termine dopo una bronchiolite da VRS?

“Il 30-40% di bambini che hanno avuto una bronchiolite, in particolare se hanno necessitato di ricovero, possono presentare episodi ricorrenti di broncospasmo fino all’età scolare e in certi casi vi può essere un’evoluzione verso l’asma. Queste conseguenze a lungo termine alterano la qualità di vita di questi bambini e delle loro famiglie. Questi bambini dovrebbero essere seguiti nel tempo ed è utile fare una misurazione della funzionalità respiratoria (spirometria) una volta raggiunta l’età scolare”.

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