Dai coralli sottomarini una possibile cura contro il cancro
Alcuni ricercatori hanno scoperto che questi piccoli animali producono un'importante fonte di eleuterobina, un glicoside marino capace di interrompere la crescita delle cellule tumorali
Dopo oltre 25 anni di ricerca, è stata finalmente trovata la fonte di una sostanza chimica naturale (l'eleuterobina) che aveva mostrato risultati promettenti negli studi iniziali per la cura del cancro. Ad aver fatto la scoperta i ricercatori dell'Università dello Utah Health (USA) che hanno riferito di aver trovato questo composto con proprietà antitumorali nei coralli molli (come gli Anthozoa) al largo della Florida. L'identificazione della fonte ha permesso agli scienziati di trovare il codice del DNA di questi coralli per sintetizzare poi la sostanza chimica in laboratorio. Questa scoperta è importante perchè consentirà di produrre il composto nelle grandi quantità necessarie per studiarlo correttamente e sviluppare un nuovo farmaco efficace per combattere il cancro.
A confermare le straordinarie proprietà di questi coralli, un secondo gruppo di ricerca dello Scripps Institute of Oceanography dell'Università della California, che ha dimostrato in maniera indipendentemente come questi piccoli animali producano anche altre molecole simili all'eleuterobina. Entrambi gli studi sono stati pubblicati su Nature Chemical Biology
L’eleuterobina rallenta la crescita del cancro
Negli anni '90, alcuni scienziati marini avevano trovato un composto chimico che hanno chiamato 'eleuterobina' in campioni raccolti dalla Grande Barriera Corallina australiana. Ricerche successive hanno poi dimostrato che questa sostanza, usata da coralli molli come difesa contro i predatori, era in grado di scomporre l'impalcatura cellulare interrompendo la crescita delle cellule tumorali, ma non erano riuscite a capire come questa sostanza chimica naturale venisse prodotta e dove. In particolare, gli scienziati avevano ipotizzato che i coralli producessero l'eleuterobina da soli, o lo ricavassero dai dinoflagellati simbionti che vivono all’interno degli animali e danno ai coralli il loro colore e gli zuccheri. Ma alcune specie di corallo molle non hanno organismi simbionti e tuttavia i loro corpi contengono la stessa classe di sostanze chimiche.
Il mistero è stato risolto dopo oltre 25 anni grazie alle ricerche dall'Università dello Utah Health e dell'Università della California a San Diego, che hanno svelato qual è il meccanismo genetico alla base della produzione dell’eleuterobina nei coralli molli, e dimostrato che questa sostanza, parte di una suite di diterpeni (le principali piccole molecole difensive che consentono ai coralli molli di sopravvivere senza uno scheletro esterno resistente), viene prodotta in maniera diretta da questi animali.
La scoperta
I ricercatori dell'Università dello Utah Health volevano scoprire se il codice genetico del corallo conteneva le istruzioni per creare l’eleuterobina. Così, avvalendosi dei progressi nella tecnologia del DNA, hanno individuato le regioni di DNA del corallo che assomigliavano a istruzioni genetiche per tipi simili di composti di altre specie, e programmato batteri, cresciuti in laboratorio, per seguire le istruzioni del DNA del corallo specifiche per il corallo molle. L’esperimento è riuscito (i microrganismi sono stati in grado di produrre il composto), dimostrando che i geni biosintetici dell'eleuterobina sono raggruppati in una singola regione cromosomica dei coralli molli. ll team ha, inoltre, dimostrato di saper sintetizzare l'eleuterobina in laboratorio utilizzando E. coli modificato con il cluster genico appropriato.
Le potenzialità terapeutiche dei coralli molli
I coralli molli hanno migliaia di composti che potrebbero essere utilizzati per lo sviluppo di farmaci antinfiammatori, antibiotici e altro, ma non vengono studiati adeguatamente perché i laboratori non hanno i fondi necessari. Inoltre, dal momento in cui questi composti sono fatti per essere mangiati, sono anche facilmente digeribili. Per tale motivo, i farmaci derivati da questi tipi di composti potrebbero essere somministrati sotto forma di pillole con un bicchiere d'acqua, piuttosto che assunti per iniezione o altri metodi più invasivi.
"Questi composti sono più difficili da trovare - ha affermato Eric Schmidt, professore di chimica medicinale presso lo Utah Health - ma sono più facili da produrre in laboratorio e più facili da assumere come medicina. Queste possibilità erano state fuori portata per decenni”. Ora il lavoro dei ricercatori si sta concentrando sul completamento della ricetta del composto, così da determinare il modo migliore per produrlo in grandi quantità in laboratorio e sviluppare un farmaco antitumorale.
La minaccia dell’inquinamento ambientale
Con le barriere coralline sono tra gli ecosistemi più vulnerabili ai cambiamenti climatici, minacciati anche dall'acidificazione degli oceani, dall'inquinamento locale e dalla pesca eccessiva, le opportunità per studiare i coralli e i suoi composti potrebbero scomparire rapidamente se non si interviene al più presto. Secondo le stime dell’Istituto australiano di Scienze Marine (AIMS), la Grande Barriera Corallina australiana nei prossimi 10 anni potrebbe essere grande solo il 5% rispetto al suo potenziale standard. "Abbiamo trovato l'eleuterobina in tempo - hanno dichiarato gli autori dello studio -, ma potremmo rischiare di non trovarle più le innumerevoli altre molecole di potenziale valore terapeutico che esistono nei coralli".