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Venerdì, 19 Aprile 2024
Tanatoprassi

Cos’è la Tanatoprassi, tecnica utilizzata per imbalsamare Papa Ratzinger

Questo metodo permette di mantenere intatta la salma bloccando temporaneamente il processo di decomposizione naturale del corpo

Papa Ratzinger si è spento all'età di 95 anni il 31 dicembre 2022 dopo una lunga malattia. La sua salma è esposta dalle 9 di questa mattina e fino al 5 gennaio, giorno in cui saranno celebrati i funerali, nella Basilica di San Pietro. Per essere esposto pubblicamente durante il cerimoniale, il corpo di Benedetto XVI è stato sottoposto a "Tanatoprassi" (imbalsamazione temporanea). Si tratta di un trattamento post-mortem, ampiamente utilizzato negli Stati Uniti e che sta prendendo piede anche in Europa, impiegato già per Papa Wojtyla e Pelè. "La Tanatoprassi - ha spiegato Andrea Fantozzi, Presidente e fondatore dell'A.I.T. (Associazione Italiana di Tanatoprassi) e dell'I.N.I.T. (Istituto Nazionale Italiano di Tanatoprassi) - consente di conservare per alcune settimane l'immagine integra del defunto, bloccando il naturale processo di decomposizione dopo la morte".

Fantozzi si era occupato già nell'aprile del 2005, insieme ad altri sei specialisti del Policlinico di Tor Vergata di Roma, coordinati dal professore Giovanni Arcudi, della conservazione della salma di Papa Giovanni Paolo II. "Questo trattamento post-mortem - ha spiegato il Presidente AIT - consiste nella cura igienica di conservazione del corpo dopo la morte, ma è soprattutto un trattamento che ha lo scopo di realizzare un processo altamente igienico nel settore funerario e cimiteriale".

Le prime immagini della salma di Benedetto XVI

Come avviene l’imbalsamazione del corpo

La Tanatoprassi (dal greco thanatos 'morte' e praxis 'pratica') prevede un’iniezione nel sistema arterioso di un fluido conservante e in una serie di cure estetiche che consentono di mantenere intatto il corpo del defunto, ritardando l'inizio del processo di decomposizione. Grazie a questo trattamento, la salma rimane integra e più igienica per 10-15 circa in qualsiasi tipo di ambiente, prevenendo le problematiche legate ai processi decompositivi, come la fuori uscita di liquidi organici e di vapori nauseanti che renderebbero la veglia funebre traumatica oltre che potenzialmente pericolosa. Molte persone confondono erroneamente la Tanatoprassi con la pratica dell’imbalsamazione perpetua, inutile ai fini dell'esposizione della salma per le cerimonie funebri.

Le ultime parole di Ratzinger prima di morire e come seguire i funerali in diretta 

La tecnica accelera il processo di polverizzazione 

Questa tecnica presenta anche altri vantaggi, come ad esempio accelerare il naturale ritorno in polvere del corpo del defunto. La salma trattata con la Tanatoprassi, può infatti ritornare polvere in un tempo massimo di 10 anni, mentre un corpo che non ha subito alcun trattamento impiega solitamente almeno 40 anni, e in alcuni casi anche 80. Inoltre, questo trattamento facilita il lavoro del medico legale poiché ferma la decomposizione del corpo, fissando i tessuti e le lesioni, consentendo così agli esperti di eseguire le indagini più facilmente. "Con questa tecnica - ha spiegato Fantozzi - è possibile studiare meglio la traiettoria di un proiettile e dare un apporto ai metodi di identificazione medico-legale. Nel caso di una riesumazione, resa necessaria da indagini giudiziarie, si avranno sicuramente risultati migliori su un cadavere trattato rispetto a uno in decomposizione".

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