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Giovedì, 28 Marzo 2024
Caldo

Cosa accade al corpo quando fa troppo caldo (e qual è il limite)

Alcuni ricercatori hanno scoperto qual è la temperatura oltre la quale il corpo umano non riesce più a gestire la sudorazione e la sua evaporazione, e quindi a mantenere stabile la temperatura corporea interna

A causa del crescente riscaldamento globale, le ondate di calore, negli ultimi settant’anni, sono aumentate in intensità (più calde), frequenza (più frequenti) e durata (durano di più) in molte regioni del mondo. Per ondata di calore si intende una condizione in cui si registrano temperature molto elevate, diurne e notturne, protratte per un tempo superiore alle 48 ore, in combinazione ad un livello elevato di umidità. Un fenomeno che ha impatti negativi sull'agricoltura, sulla produttività sul posto di lavoro, sulla frequenza e intensità degli incendi, e sulla salute dell’uomo. Le persone più a rischio sono i pazienti fragili e gli anziani, ma anche nei soggetti sani le temperature elevate possono causare numerosi disturbi come stress, affaticamento, vertigini, difficoltà di concentrazione, alterazioni del sonno, facile irritabilità e uno stato generale di agitazione e di disagio, ma anche morti anomale. Ora, una domanda sorge spontanea: "Quando queste ondate di caore renderanno difficoltose le attività quotidiane anche per gli adulti giovani e sani?”. In realtà, ad essere così pericolosa non è la temperatura che comprare sul termometro, ma la combinazione di questa con il tasso di umidità. Gli scienziati sono, infatti, molto preoccupati per l’aumento crescente delle temperature del pianeta associate a un incremento dell’umidità, misurata come "temperatura di bulbo umido” (tecnicamente la più bassa temperatura che si può ottenere per evaporazione di acqua nell'aria a pressione costante).

Uno studio pubblicato nel 2010 stimava che una temperatura di bulbo umido di 35°C (pari a 95°F al 100% di umidità, o 115°F al 50% di umidità) sarebbe il limite superiore di sicurezza, oltre il quale il corpo umano non può più raffreddarsi facendo evaporare il sudore dalla superficie del corpo per mantenere una temperatura interna stabile. Solo di recente questo limite è stato testato sull'uomo in un ambiente controllato. I risultati dell’esperimento, condotto da un team di ricerca della Pennsylvania State University, mostrano come le temperature del pianeta non abbiano ancora raggiunto il limite, tuttavia il rischio che ciò possa accade in un prossimo futuro è molto elevato. I risultati sono stati pubblicati su Nature Communications.

Cosa indica la temperatura di bulbo umido

Il nome deriva dalla tecnica di porre un pezzo di garza bagnato sul bulbo di un termometro a mercurio e di soffiare aria sul rivestimento per favorire l'evaporazione. Poichè il processo di evaporazione assorbe calore, il termometro si abbasserà a una temperatura inferiore rispetto ad un termometro a bulbo secco posto nella stessa posizione. La temperatura di bulbo umido indica, quindi, il punto oltre il quale il corpo umano non riesce più a gestire la sudorazione e la sua evaporazione, e quindi il raffreddamento del corpo. Condizioni del genere sono state riscontrate nel sud dell’Asia, lungo le coste del Medio Oriente, e il sud ovest del Nord America, e si verificano quando l’umidità relativa è sopra il 95% e le temperature intorno ai 31 gradi Celsius. In questi casi il corpo umano è sostanzialmente incapace di sopportare la situazione e, se la temperatura si alza fino ai 35°, rischia di morire anche se è un soggetto giovane e sano, come ha anche dimostrato un studio pubblicato su Science Advance. “Se c’è quel grado di umidità - hanno spiegato gli autori -, è impossibile impedire al corpo di andare in surriscaldamento. E’ una questione di termodinamica”.

L’importanza della sudorazione

La sudorazione è una funzione indispensabile e necessaria per raffreddare il corpo e gestire le ondate di calore. Ma come avviene esattamente il raffreddamento per evaporazione? Una volta arrivate sulla superficie della pelle, le gocce di sudore possono diventare così calde da trasformarsi in vapore e dissolversi, contribuendo così a dissipare il calore e abbassare la temperatura corporea interna. “Il problema - ha affermato Radley Horton, professore della Columbia University e è coautore dello studio menzionato sopra - è che c’è una soglia oltre la quale l’atmosfera non è più in grado di gestire e prendere umidità: l’acqua può trasformarsi nel suo stato gassoso solo se l’aria che circonda il corpo è abbastanza secca da accettarla. Per questa ragione il caldo più secco, come quello del deserto, è sostanzialmente più gestibile”.

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L'esperimento che testa l'adattabilità del corpo umano al caldo estremo

È stato ipotizzato che una temperatura di bulbo umido di 35°C rappresenti il ​​limite dell'adattabilità del corpo umano al caldo estremo. Sebbene questa soglia teorizzata sia basata su principi fisiologici, non era ancora stata testata utilizzando dati empirici. Ora i ricercatori della Penn State University lo hanno fatto esaminando in un ambiente controllato la temperatura critica di bulbo umido alla quale lo stress da calore diventa ingestibile nei giovani adulti sani che svolgono compiti che imitano le attività di base della vita quotidiana. L’obiettivo dei ricercatori era scoprire quando combinazioni di temperatura e umidità iniziano a diventare dannose anche per gli esseri umani più sani.

I partecipanti hanno prima ingerito una piccola pillola che ha monitorato la loro temperatura corporea profonda o interna, e poi si sono seduti in una camera ambientale, muovendosi quel tanto che bastava per simulare le attività minime della vita quotidiana, come cucinare e mangiare. I ricercatori hanno, quindi, aumentato gradualmente la temperatura nella camera e l’umidità, e monitorato quando la temperatura corporea interna del soggetto iniziava a salire per individuare il limite ambientale critico.

Cosa accade al corpo quando fa troppo caldo

Attraverso sei limiti ambientali determinati sperimentalmente, la temperatura di bulbo umido di nessun soggetto ha raggiunto il limite di 35°C e tutte le medie erano significativamente inferiori a questa soglia teorica. Lo studio ha mostrato, quindi, che il limite ambientale critico è persino inferiore ai 35°C ipotizzati. Al di sotto di questi limiti, il corpo è, infati, in grado di mantenere una temperatura interna relativamente stabile nel tempo. Al di sopra, invece, la temperatura interna aumenta continuamente e così anche il rischio di malattie legate al calore con esposizioni prolungate a esso. Quando il corpo si surriscalda, il cuore deve lavorare di più per pompare il flusso sanguigno sulla pelle per dissipare il calore, e quando si suda anche, ciò diminuisce i fluidi corporei. Nel caso più grave, l'esposizione prolungata a queste temperature può provocare un colpo di calore, che può rivelarsi letale soprattutto per i soggetti anziani e con malattie cardiache, problemi respiratori e altri problemi di salute. Secondo le stime, le persone di età superiore ai 65 anni rappresentano circa l' 80-90% delle vittime delle ondate di calore.

Come proteggersi dalle ondate di calore

Quando fa molto caldo è fondamentale rimanere ben idratati, prediligendo bevande non zuccherate e soprattutto succhi oppure estratti di frutta e di verdura, e cercare zone in cui rinfrescarsi, anche per brevi periodi. A tal proposito la Società Italiana dei Neurologia raccomanda alcuni importanti suggerimenti per combattere in modo efficace le ondate di calore al fine di tutelare soprattutto anziani e soggetti fragili da malori, svenimenti o, nei casi più gravi, dal decesso:

  • evitare di far uscire le persone anziane nelle ore più calde;
  • prediligere abiti o indumenti leggeri in lino e in cotone;
  • dotare l’abitazione di condizionatore o deumidificatore, cercando comunque di arieggiare nelle prime ore del mattino;
  • infine, in questo contesto, un ultimo consiglio riguarda i farmaci: con il caldo potrebbe essere indicato controllare la pressione arteriosa e ridurre o sospendere, laddove possibile, farmaci come i neurolettici, gli anticolinergici e gli antiipertensivi al fine di evitare che si manifesti un eccessivo abbassamento pressorio così come una crescente spossatezza.
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