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Martedì, 23 Aprile 2024
Salute

Covid-19, le donne in allattamento possono vaccinarsi? Risponde il neonatologo

“La vaccinazione in corso di allattamento al seno permette il passaggio dalla madre al piccolo di anticorpi IgA specifici contro il SARS-CoV-2 entro pochi giorni, fornendo una protezione specifica anti-SARS-CoV-2 al proprio figlio”. L’intervista al Prof. M. Agosti, Presidente Commissione Allattamento (SIN)

All’inizio della campagna vaccinale, per assenza di dati clinici sulla sicurezza del siero nelle donne in gravidanza e in allattamento, il vaccino anti-Covid veniva consigliato con una certa cautela. Questo ha spinto molte donne a non vaccinarsi o ad interrompere l’allattamento al seno per paura che il vaccino potesse alterare il latte umano e causare danni al bambino. Con l’arrivo di nuovi dati, frutti di studi effettuati su piccoli campioni, la campagna vaccinale si è rivolta anche a questa categoria. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda alle donne in gravidanza e in allattamento di vaccinarsi e non consiglia la cessazione dell'allattamento al seno dopo la somministrazione del vaccino. Per rassicurare e tranquillizzare le neomamme, anche le Società Scientifiche di Neonatologia (SIN) e di Pediatria (SIP) e le Società Ostetrico-Ginecologiche (SIGO, AOGOI, AUGUI) hanno fornito indicazioni precise: il vaccino deve essere offerto senza incertezze anche alle donne "vaccinabili" che allattano. A sostenere, con prove sperimentali, tali raccomandazioni un recente studio dell'University of California San Francisc, pubblicato sulla rivista scientifica “Jama Pediatrics”: nei campioni di latte materno analizzati, i ricercatori non hanno trovato alcuna traccia delle componenti dei vaccini a mRNA, “ragion per cui – sottolineano gli autori - i vaccini a RNA messaggero contro il Covid-19 possono essere usati nelle donne che allattano senza il rischio di creare problemi ai bambini”. Immunizzarsi, quindi, non è un fattore di rischio, ma una protezione per la donna e i neonati. Per sciogliere dubbi e incertezze, ancora esistenti sul tema, Today ha chiesto ulteriori chiarimenti e indicazioni al Prof. Massimo Agosti, neonatologo e pediatra, nonché Presidente Commissione Allattamento della Società Italiana di Neonatologia (SIN).

- Prof. Agosti, si raccomanda l’uso dei vaccini anti-Covid in allattamento?

“La vaccinazione COVID-19 è considerata compatibile con l’allattamento materno, che va promosso, sostenuto e non interrotto. In base alla plausibilità biologica, il rischio atteso di effetti avversi da vaccino COVID-19 m-RNA in allattamento è, infatti, estremamente basso. Questo è affermato dall’EMA, dall’AIFA e dalle Società Scientifiche dell’area perinatale, quali la Società Italiana di Neonatologia (SIN), la Società Italiana di Pediatria (SIP), la Società Italiana di Medicina Perinatale (SIMP), la Società Italiana di Ginecologia ed Ostetricia (SIGO), l’Associazione Ostetrici e Ginecologi Ospedalieri Italiani (AOGOI) e la Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT), nel documento “COVID-19: consenso inter-societario su allattamento e vaccinazione”. Posizione ribadita anche in un recente appello della federazione SIGO-AOGOI-AGUI-AGITE (Società Italiana di Ginecologia ed Ostetricia) rivolto alle Istituzioni, unitamente alla SIN e alla SIMP, auspicando una maggiore chiarezza sul tema”.

- Su quali studi scientifici si basa tale raccomandazione?

“In data 21 dicembre 2020 il Comitato per i Prodotti Medicinali d’impegno negli Esseri Umani (CHMP) dell’European Medicines Agency (EMA) si è espresso positivamente sulla sicurezza ed efficacia del vaccino anit-COVID-19 a mRNA (Comirnaty) nella popolazione d’età uguale o superiore ai 16 anni. Secondo l’EMA, sebbene al momento manchino studi in corso di lattazione, non ci si aspetta rischi in allattamento. Nel foglietto illustrativo si ricorda come non sia noto se il Comirnaty sia escreto nel latte umano e viene fornita l’indicazione di far riferimento al personale sanitario. Proprio alcuni giorni fa gli esiti di una ricerca pubblicata sull’autorevole rivista scientifica “Jama Pediatrics” confermano che nessuna traccia dei vaccini a mRNA è rilevabile nel latte materno, ragion per cui i vaccini a RNA messaggero (mRNA) contro il Covid-19 possono essere usati nelle donne che allattano senza il rischio di creare problemi ai bambini”.

Covid-19 e allattamento, nessuna traccia dei vaccini nel latte materno: cosa dice l'ultimo studio

- Quale vaccino anti-Covid (a mRNA o a vettore adenovirale) dovrebbe essere somministrato alla neomamma?

“Rispetto al solo tema dell’allattamento materno possono essere somministrati entrambi, sia quelli a mRNA che quelli a vettore adenovirale”.

- Il bambino può correre rischi?

Il rischio conseguente alla vaccinazione è a plausibilità biologica trascurabile, mentre, per contro, l’interruzione dell’allattamento porterebbe ad una sicura perdita dei suoi ben documentati benefici”.

- I neonati non nascono con un sistema efficiente di produzione degli anticorpi. Dopo quanto tempo lo sviluppano e che ruolo gioca il latte materno?

“Il latte materno, con le sue ben note proprietà immunologiche protettive, permette al neonato-lattante di “prender tempo” nel completare il proprio profilo immunitario che tende a definirsi più compiutamente dopo i primi 6-12 mesi di vita”.

- Anche gli anticorpi che sviluppa la mamma in seguito alla vaccinazione vengono trasferiti al neonato attraverso il latte materno?

“Sì, la vaccinazione in corso di allattamento al seno permette il passaggio dalla madre al piccolo di anticorpi IgA specifici contro il SARS-CoV-2 entro pochi giorni, fornendo protezione specifica anti-SARS-CoV-2 al proprio figlio”.

- Lo stesso discorso vale anche per le componenti del vaccino? Vengono trasferite anche queste al piccolo attraverso il latte materno?

“Come già detto prima, una ricerca recente pubblicata sulla rivista “Jama Pediatrics” conferma che c’è poco rischio plausibile che le nanoparticelle del vaccino o l’mRNA entrino nel tessuto mammario e possano essere trasferite nel latte”.

- Se una donna è positiva al Covid-19, deve rinunciare ad allattare al seno e ricorrere ai sostituti del latte materno?

“La mamma positiva al Covid-19, che usa le opportune misure di precauzione, ha un rischio molto basso di contagiare il neonato. Con lo scoppio della pandemia, la SIN ha diffuso alle Neonatologie italiane le indicazioni su “Allattamento ed Infezione da Sars-CoV-2”, che sono state poi validate da un contributo scientifico multicentrico italiano di 6 Neonatologie lombarde, pubblicato su “Jama Pediatrics”. Secondo queste indicazioni, se la mamma ha sintomi lievi, è possibile evitare la separazione dal suo bambino e, quindi, può continuare ad allattare al seno, con l’utilizzo degli opportuni dispositivi di protezione. In caso di malattia da Covid-19 sintomatica è prevista la temporanea separazione del neonato dalla madre, raccomandando l’uso del latte materno spremuto o, se disponibile e nei casi in cui vi sia indicazione medica, il latte umano donato di banca”.

- Il comportamento della mamma (in riferimento a quanto detto sopra) nei confronti del bambino deve essere differente se è sintomatica, paucisintomatica o asintomatica?

“La scelta è definita dal buon stato di salute generale. Qualora la madre abbia un’infezione respiratoria sintomatica (febbre, tosse, secrezioni respiratorie) con compromissione dello stato generale, viene separata dal neonato di cui non riuscirebbe a prendersi cura. Nel momento in cui la madre diventa capace di prendersi cura del neonato è applicabile il rooming-in per madre-bambino, indipendentemente dall’esito del test ed utilizzando gli opportuni dispositivi di protezione”.

- Quali misure di prevenzione deve adottare la mamma positiva al Covid-19 durante il contatto con il bambino?

“Ogni volta si trovi a contatto col neonato, o ad una distanza inferiore a 2 metri, la madre deve lavarsi con cura le mani ed indossare una mascherina chirurgica”.

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PROF. MASSIMO AGOSTI

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